“Non ho alcuna speranza” pensò Danny mentre una goccia di sudore gli rigava la fronte. La presenza sorrise, come se avesse letto tutti i suoi pensieri. Disperio lo lasciò in preda alle sue incertezze, quasi assaporando l’orrore che lo affliggeva.

“Se eri così potente, dimmi, perché non mi hai fermato, perché hai permesso che sconfiggessi tutti i tuoi seguaci recuperando otto delle Nove Pietre?” Le sue labbra si assottigliarono ancora di più, diventando livide e violacee.

“Perché ciò che mi interessava veramente era il possesso della Nona Luce e soprattutto della Chiave.”

“Io non ho la più pallida idea di dove si trovi l’ultima Pietra della Bianca Luce e non ho mai sentito parlare della Chiave.”

Disperio era di nuovo alle sue spalle, ora gli bisbigliava all’orecchio con tono mellifluo. “Sciocco! Sei tu la Sublime Chiave. Unisciti a me e avremo il potere assoluto nelle nostre mani!” L’oscurità si fece più fitta, Danny riusciva a malapena a intravedere i cupi lineamenti del volto di Disperio.

Il giovane si ritrasse, irrigidendosi e scuotendo la testa.

“No, non mi avrai mai, rinuncia!” lo interruppe il ragazzo.

“Così sia!” I suoi occhi scintillarono rossi. “Ti ho concesso una possibilità e tu ingenuo l’hai rifiutata. Riuscirò anche contro il tuo volere a ottenere ciò che voglio.” Il buio lo avvolse di nuovo. Nelle tenebre si infiammarono due occhi rossi giganteschi, che lo guardavano minacciosi.

“Che tu sia imprigionato insieme alle anime dannate del Nono Piano, colpito dall’Eterna Disperazione!” La luce aumentò d’intensità, mostrando a Danny i dettagli della stanza in cui si trovava. Era circolare, con un grande specchio sul soffitto e sul pavimento, e al centro un’imponente grata di ferro nero. La circonferenza era costituita da un vetro spesso da cui si intravedevano migliaia di volti in lacrime. Le persone erano imprigionate, si spingevano le une contro le altre, imploravano, gridavano cose che lui non riusciva a udire. Osservò le loro espressioni afflitte, vide in loro lo sconforto, il dolore. Danny sentì una forza spingerlo verso quella vetrata e cercò vanamente di opporsi, mentre i suoi piedi scivolavano lentamente sul pavimento.

“No! No!” gridò a gran voce, facendo leva sulle gambe con grande vigore. Cadde a terra, tentò di bloccare quella forza che lo trascinava, aggrappandosi al terreno con le mani. Avvertì i suoi piedi che toccavano la parete, sentì il vuoto che si apriva risucchiandolo verso di sé. Guardò con orrore quella gente accorrere e afferrare le sue gambe per spingerlo dentro, attratta dal suo corpo, bramosa della sua vita.

“Ora basta! Mi sono stancato di giocare. Che il Fulmine Nero cada su di te!” Una luce scura si espanse rapidamente dalla sua mano e colpì con un grande frastuono il giovane Prescelto. “Dovevi ascoltarmi, sciocco!” gridò Disperio mentre la nube nera della saetta si diradava poco a poco. Il ragazzo era ancora disteso sul pavimento e cercava di rialzarsi, tossendo e barcollando.

“Come?” urlò poi stringendo i denti con rabbia. “Sei ancora vivo?”

Danny aveva d’istinto estratto il Libro Bianco, che era andato in frantumi ma in quel modo lo aveva protetto dalla folgore oscura.

“Amuleto di Cristallo, io ti invoco con questo verso, che il tuo Potere possa annientare il Palazzo dell’Inverso!” Il ciondolo sprigionò un’energia così forte che lo fece sobbalzare all’indietro. Ma allo stesso tempo Disperio pronunciò qualcosa di incomprensibile e due grossi aloni contrapposti si scontrarono producendo un violento frastuono. Un vento vigoroso spinse i due ancora più lontani tra loro, mentre le due forze si stavano respingendo l’una con l’altra, senza che nessuna prevalesse. La vista gli si annebbiò e cadde a terra sbattendo la testa. La stanza girava attorno a lui e tutti i rumori si erano attutiti. Quando riaprì gli occhi l’immagine nera era davanti a lui, con sguardo inferocito. Vide la mano di Disperio cingergli la fronte, fredda, bruciante. Sentiva la sua voce echeggiare nella stanza, mentre un anello risplendeva nella sua mano. Poi estrasse un coltello affilato dalla tasca laterale.

“Tuttavia non riuscirò mai a comprendere perché non hai ceduto all’oscurità, quale forza ti abbia fatto desistere...” Mentre vedeva la lama avvicinarsi sempre più al suo volto, Danny disse con quel filo di voce che gli era ancora rimasto:

“La... la forza... della Speranza!”

PER FINIRE

“Fì, ea! La noftra amicizia va oltre ogni luogo e tempo. Non fcorderò mai quefta belliffima avventura trafcorfa con te e con l’ammaffo pelofo!”

“Attento a come parli lucertola, se non vuoi che ti sbrani all’istante!”