Nunzio Donato è un nome nuovissimo nel panorama fantasy italiano, ha difatti di recente prestato la sua “voce” a Kay Pendragon, dando vita a un romanzo breve, La Gemma del Dolore, pubblicato dalla DelosBooks nella nuovissima collana fantasy per ragazzi Storie di draghi, maghi e guerrieri. Come è stata quest’esperienza? Quali sono le “dritte” dell’autore, per voi, per farsi pubblicare?

Tutto in questa nostra intervista, con una formula totalmente rinnovata e a 4 sezioni, tutta per voi:

 

Chi è lo scrittore?

1) Puoi dirci “chi sei? Dove sei nato, dove vivi, cosa fai oltre a scrivere?

Sono nato 34 anni fa, nel Tavoliere delle Puglie, e più precisamente a Foggia. Subito dopo aver conseguito il diploma di ragioniere-programmatore, io e la mia famiglia ci siamo trasferiti in Emilia-Romagna per esigenze di lavoro. Ora vivo a Pieve di Cento, un piccolo paese situato strategicamente a metà fra Bologna e Ferrara. Per circa dieci anni, ho lavorato in uno zuccherificio. Ora salto da un posto di lavoro a un altro…

2) Come riesci a conciliare la tua attività di scrittore, con il lavoro, la famiglia, figli, ecc.?

Per fortuna o per sfortuna, a seconda dei punti di vista, non ho una famiglia tutta mia e quindi posso dedicare tutto il mio tempo libero agli hobbies che preferisco, scrittura in primis.

3)  Come scrittore, come organizzi la tua giornata lavorativa? Ogni scrittore ha una sua ritualità nello scrivere, quale è la tua?

Se ne ho la possibilità, scrivo la mattina presto fino a circa l’una. Altrimenti, il mio orario preferito è nel primo pomeriggio, subito dopo pranzo. Non so, c’è come una specie di stasi, con il tempo che sembra scorrere al rallentatore e una quiete tutta particolare che mi crea “l’atmosfera” giusta. A dire il vero, ho anche la fortuna di vivere quasi in campagna, fra i rumori della natura.

 

4)  Senti di avere raggiunto qualche traguardo?

Oh, beh, inutile fingere di no: sono molto soddisfatto! Alla mia prima vera opportunità, eccomi qui fra le pagine del più importante magazine online sul fantasy. Certo, la strada è ancora tutta in salita, ma ho toccato una tappa molto importante.

Leggere...

1)  Quali sono i tuoi hobby, il passatempo preferito, cosa ti piace leggere? E quali sono i tuoi autori preferiti?

Adoro leggere e scrivere, ovviamente. Ma, quando posso, mi dedico con tutto me stesso al mondo dell’elettronica, informatica in primis. Mi piacciono i videogiochi, il cinema (soprattutto l’home theater) e colleziono orologi.

Leggo tutto quello che attira la mia curiosità, ma prediligo fantasy, fantascienza, horror e romanzi di pura avventura. Il mio autore preferito

Alberto Cola e Nunzio Donato, al Fantasio Festival 2008
Alberto Cola e Nunzio Donato, al Fantasio Festival 2008
è Sergio Altieri (conosciuto anche e spesso come Alan D. Altieri). Adoro lo stile asciutto della sua scrittura, senza peli sulla lingua, e l’energia che trasmette in ogni scena. Poi, stimo molto Terry Brooks, Tom Clancy, Richard Laymon e grandi autori come Edmond Hamilton, Rob E. Howard, Jack Williamson, Poul Anderson, P.K. Dick, E. R. Burroughs… e mi fermo qui!

2)  Quando hai iniziato a leggere e cosa? E quando hai scoperto la narrativa fantasy e/o la fantascienza? Ti ricordi i primi titoli letti?

Ho iniziato a leggere a circa sei-sette anni: L’isola Misteriosa di J. Verne. Di seguito, ho divorato tutti i romanzi di questo incredibile e immaginifico autore. Da qui ai grandi classici della fantascienza, il passo è stato breve: I sovrani delle stelle, Galassie maledette, Il lupo delle stelle, Skylark, John Carter di Marte… Ah, che bei tempi! Il mio primo libro fantasy, invece, è stato La spada di Shannara.

3)  Quali altri autori ti fanno da "guida"? Cosa leggi abitualmente? Leggi anche autori italiani?

Come ho detto, Altieri è il mio mentore. Altri autori che mi servono da ispirazione, che riescono ad accendere in me la scintilla della scrittura, sono Richard Laymon e Tom Clancy. Come italiani, seguo molto Licia Troisi.

4) Hai ancora qualche curiosità, qualche zona da esplorare, qualche personaggio (vero e/o letterario che ti piacerebbe incontrare?)

Il giorno che smetterò di essere curioso coinciderà con la mia dipartita terrena J Da esplorare, c’è tutto un mondo intero e qualcosa oltre, sono appena agli inizi.

5)  Che libro hai sul comodino?

Emh, non ho un comodino…: -D Scherzi a parte, sulla mia mensola, attualmente, c’è la prima trilogia della Troisi, Le cronache del mondo emerso.

6)  Per concludere, vuoi darci un consiglio di lettura?

Mah, forse sembrerò monotono, ma consiglio a tutti di leggere qualcosa di Altieri. E, se vi avanza tempo, qualcosa di Richard Laymon.

Scrivere...

1)  Quando hai scoperto, e come, che avevi qualcosa da dire, che sentivi la necessità di scrivere? E quando hai iniziato e su quali argomenti? Quale è stato il percorso che hai affrontato prima di veder pubblicato un tuo romanzo (o comunque un tuo lavoro)? Hai ricevuto molti rifiuti?

Mi viene da sorridere. Avevo circa 9 o 10 anni e avevo da poco finito il libro tratto dal film E.T.-L’Extraterrestre (film che non avevo visto). La fine mi aveva lasciato perplesso e indignato, perché non volevo che E.T. andasse via. Così, piuttosto infuriato, ho preso carta e penna e ho riscritto la fine, dandogli il lieto fine che desideravo. Finito il lavoro, mi sono sentito soddisfatto e appagato. Scrivere mi aveva fatto sentire… libero. La sensazione mi piacque così tanto che decisi di iniziare a scrivere racconti e romanzi, tutti di fantascienza o horror.

Il libro che ho recentemente pubblicato, è stata la mia prima esperienza nel mondo dell’editoria. Prima di allora, avevo scritto solo per me stesso e i miei conoscenti, e non avevo mai pensato di inviare qualche mio lavoro al vaglio di una casa editrice. Poi mio fratello mi ha parlato della Delos Books e dell’iniziativa sulla collana fantasy. Ho buttato giù una storia, lo inviata… ed è piaciuta. Bum, al primo tentativo, sono andato in buca! Una specie di colpo di fulmine; -)

2)  Il tuo primo lavoro che ti ha dato soddisfazione?

Beh, direi La gemma del dolore.

3) Come e quando nasce l’idea per il tuo romanzo e da quali esigenze è mosso? Da dove 'nascono' le tue storie? Da dove 'escono' i tuoi personaggi?

Può nascere in qualunque momento. Mentre ascolto una conversazione, mentre mangio, guardo la tv, leggo… non c’è un perché. Se qualcosa attira la mia attenzione, stimola la curiosità e mi porta a rifletterci più del dovuto, allora è fatta. Di lì a poco, sono sul pc che digito come un forsennato.

Quindi, storie e personaggi, sono frutto dell’ambiente e della vita che mi circondano.

4)  Qual è stato il capitolo più piacevole / spiacevole da scrivere?

Parlando della Gemma del dolore, il più piacevole è stato quello relativo alla Torre di Kodmontur, quando Alilara è in cerca della sfida decisiva. In origine, quella parte era molto più lunga e avventurosa e mi sono divertito molto a scriverla. Purtroppo, in fase di editing, ho dovuto calare la sacra mannaia e tagliare molto, per rientrare nel limite dei 120.000 caratteri. Quindi, è stato al tempo stesso anche il capitolo più spiacevole…

5)  Antico e sempre attuale dilemma: pensi che scrivere sia dote innata o che si possa imparare, anche con le "nuove tecniche di scrittura"?

Mmm, qui mi tocca tirar fuori una risposta diplomatica. E direi che la verità sta nel mezzo. Una base, una certa scintilla, come la chiamo io, deve esserci. Te ne accorgi a scuola, durante i compiti in classe di italiano. Ecco, io ero sempre contento come una Pasqua, altri miei amici no. In ogni caso, oggi si può imparare molto. Ci sono molti libri, c’è internet, la via per imparare esiste, basta volerlo e applicarsi.

6)  Sei uno scrittore lento o veloce, meditativo o istintivo? Tecnica a macchia di leopardo o disciplinato con ruolino di marcia? Imbrigli i personaggi o lasci che siano loro a decidere quale percorso deve seguire la vicenda?

Mmm, direi istintivo. La parte meditativa me la riservo la sera, quando sono a letto e cerco di prendere sonno. In quel momento immagino scenari, evoluzioni, personaggi. Quando però sono seduto davanti al pc, parto a scrivere come un fiume in piena e mi fermo solo a cannonate! E, in effetti, anche se ho tracciato una certo ruolino, tendo a farmi trasportare da quello che scrivo e, a volte, anzi, spesso, finisco da tutt’altra parte.

7)  Pensi che in Italia si possa vivere ”solo” scrivendo fantascienza o fantasy?

La nuda e cruda verità? No. Se ci si riesce, beh, allora o si è incredibilmente bravi, o sfacciatamente fortunati. Mmm, forse entrambe le cose possono convivere, ma è molto difficile…

8)  Quale consiglio ti sentiresti di dare agli scrittori esordienti? Partecipare ai concorsi? affidarsi a un agente investendo una somma di denaro? Cosa fare?

Non credo di essere la persona più adatta a dare consigli. Ma se proprio devo, mi lancerei su concorsi e affini. Credo sia un buon modo per emergere e farsi conoscere. Se poi si ha proprio una storia forte e scritta bene, si può tentare direttamente la sorte inviando sinossi e qualche capitolo a una casa editrice. Ma i tempi di risposta sono mooolto lunghi.

Fantasy...

1) Cosa ti affascina del fantasy e cosa non ti piace?

Mi piace la libertà che concede. E non mi piace che questa libertà sia in effetti vincolata a degli schemi. Con il fantasy si può spaziare, è vero, ma alla fine ci sono dei paletti che, volenti o no, fanno rientrare tutto ciò che scrivi in un genere nel genere. Se parli di elfi, o nani, o troll, devi inevitabilmente scontrarti con i mostri sacri (vedi Tolkien). Se parli d’altro, qualcuno ti troverà sempre una parentela con qualche altro scritto.

Ma, comunque, ne vale la pena.

2) Ultimamente il genere fantasy sta conoscendo una nuova stagione di enorme successo sia in libreria, sia al cinema. Secondo te perché? Cosa riflette questa popolarità?

Mmm, domanda difficile. È un po’ come il serpente che si morde la coda. Io credo la popolarità del momento sia dovuta ai film di Peter Jackson sulla Trilogia di Tolkien. Il cinema è un mezzo più popolare e veloce per trasmettere qualcosa e il contagio fa in fretta a diffondersi. Poi, se ci aggiungiamo pure la saga di Harry Potter, allora siamo a posto.

Alla gente, sin dai tempi di Star Wars (un po’ un fantasy lo è, concedetemelo!), piace vivere storie slegate dallo squallido contesto della realtà che ci circonda. Sarà banale, ma aiutano a evadere, a rifugiarsi, seppure per poco, in mondi lontani e meravigliosi. Citando il sommo Pascoli, fanno emergere il fanciulletto che è in noi.

3) E’ un genere in via di estinzione o in sviluppo?

È in fase di transizione. Ho notato che il fantasy classico, quello a cui ci ha abituato Tolkien, si tende a emarginarlo. Ogni cosa scritta su quel tenore, viene paragonata alle sue opere e il confronto è davvero duro. Ora come ora, va più il fantasy sul modello Gaiman.

Ma, come credo, è una moda. Passerà anche quella.

4)  Riguardo al fantasy, sappiamo che esso viene spesso visto come un genere piuttosto leggero e, sottostimato dall'elite culturale. Perché secondo te? Dipende dai lettori, dagli editori, dal retaggio culturale? Quali sono le potenzialità del fantasy?

Perché è visto come semplice intrattenimento. Ma io credo che il fantasy sia la diretta evoluzione delle fiabe e delle favole. Storie che avevano sempre una morale o un insegnamento. Alla fine, quindi, dipende sempre dallo scrittore. Se ha qualcosa da dire, allora lo farà, che sia mainstream, horror, noir o fantasy.

5)  Gaiman ha detto di Harry Potter: «Ne ho letto qualcuno, ho visto un paio di film. E' ok… Per chi ha letto molta fantasy e libri per ragazzi, non c'è gran che di sorprendente. Il fantasy regala magia e senso di meraviglia, un mondo accogliente e piacevole. Questa è la parte più importante del suo successo». La serie di HP è letta per il 60% da lettori con età superiore a 16 anni. Che ne pensi?

Emh, che non ho ancora letto Harry Potter. A dire il vero, un amica mi aveva prestato il primo libro, ma dopo qualche giorno, l’ho mollato, credendo di avere per le mani una di quelle versioni accorciate per bambini. Quando la mia amica mi ha detto che era la versione integrale…

Prometto che, presto o tardi, leggerò tutta la saga. Parola di lupetto.

6)  E' possibile con il fantasy inviare messaggi importanti o è un genere utile solo come intrattenimento? E anche se fosse solo intrattenimento, sarebbe poi un male?

Come ho già detto, ogni genere può trasmettere qualcosa. Dipende solo dall’autore e dall’intenzione che ha. Un buon fantasy può trasmettere valori come amicizia, solidarietà, altruismo… o può solo affascinare e farti viaggiare con la fantasia, regalandoti momenti di gioia e serenità. Il mondo della scrittura, tutto, nella sua interezza, è come creta nelle mani di uno scultore. Sta a lui deciderne cosa farne.

7) Dimmi la prima cosa che ti passa per la mente, meglio un aggettivo, per...

a.      J. R. R. Tolkien  Geniale

b.      Harry Potter  Fortunato

c.      Robert Howard  Sanguigno

d.      Poul Anderson  Impegnato

e.      George R. R. Martin  Furbo

f.       Terry Pratchett  Spassoso

g.      Neil Gaiman  Affabulatore

h.      Licia Troisi  Coraggiosa

Grazie a Nunzio Donato per essere rimasto in nostra compagnia.