Chiusa la diatriba sull'Harry Potter Lexicon - vedi al proposito il nostro approfondimento, www.fantasymagazine.it/approfondimenti/9332/ - il suo autore Steve Vander Ark si gioca la 'carta di riserva', un libro di viaggio, intitolato In search of Harry Potter, in esplorazione dei paesaggi che sono diventati parte della saga di Harry Potter: a partire dal Binario 9 e 3/4 alla stazione di King's Cross, attraverso Charing Cross Road per trovare Diagon Alley, nel Surrey sulle tracce di Little Whinging, nel Devon alla ricerca della Tana e quindi in Cornovaglia per studiare il Quidditch e in Scozia per ritrovare Hogwarts.

Il libro, illustrato e composto da 256 pagine, sarà pubblicato da Methuen, lo stesso editore che avrebbe pubblidcato Lexicon in Gran Bretagna ed è previsto per il prossimo ottobre.

Sembrerebbe tutto risolto dunque: Lexicon, nella forma in cui è attualmente, non è pubblicabile, ma Vander Ark ha comunque un libro di riserva, un legittimo diario di viaggio che si incrocia coi luoghi babbani ispiratori della saga... E invece no! Notizia freschissima tratta dal Times on line è che l'agente di J.K. Rowling ha chiesto in visione preventiva il manoscritto, per assicurarsi che questo non incorra in violazioni del diritto d'autore.

Sorprese, come giusto, le reazioni dell'autore e dell'editore.

"Questo è un mio scritto sulle mie esperienze e non riesco a immaginare che ci siano problemi con questo libro" - ha dichiarato Vander Ark.

Dal canto suo Peter Tummons, direttore della Methuen, ha affermato: "Questo è libro di viaggio scritto completamente da lui a seguito dei suoi viaggi. Non c'è nulla in esso che causi alcuna difficoltà".

C'è di che restare basiti: questo non è più esercizio di un diritto, è accanimento con perdita del senso delle proporzioni e anche del ridicolo.

Ma ciò che è ben più grave è che rischia di innescare nell'editoria un pericoloso deterente psicologico su qualsiasi studio basato su un'opera altrui.

Consigliamo all'editore della Rowling un ripasso di alcuni punti della sentenza Lexicon, evidentemente sfuggitigli ("Un'opera non è derivativa, comunque, semplicemente perché è basata su una preesistente - pag. 39 della sentenza; "il mercato per le guide di riferimento non è esclusivamente suo [di Rowling - NdR] da sfruttare o licenziare, non importa quanto successo commerciale sia attribuibile alla popolarità del lavoro originale" - pag. 59 della sentenza).

E alla Rowling consigliamo al più presto l'assunzione di un curatore d'immagine, perché di questo passo la sua si sta davvero oscurando...