Ma, in relazione a questo problema, ragionamenti ben più pratici vengono subito in mente a qualsiasi fan potteriano: anzitutto il fatto che in realtà il Lexicon non è la prima enciclopedia potteriana in commercio (basta fare un rapido giro su Amazon o IBS) e secondariamente il fatto che, in considerazione del materiale unico e originale che la Rowling potrebbe aggiungere alla voci già creabili con quanto ricavabile dai romanzi, ogni competitore verrebbe in ogni caso spazzato via non solo dalla faccia del pianeta ma dall’intera galassia.

Né il giudice accoglie la tesi, propugnata dalla parte attrice, secondo cui la lettura del Lexicon scoraggerebbe i ragazzi dalla lettura dei romanzi, causando un danno nelle vendite degli stessi. In effetti, una tale affermazione è, aggiungiamo noi, assolutamente risibile anche solo ricorrendo alla semplice logica.

Patterson accoglie invece, giustamente, la tesi secondo cui la pubblicazione di Lexicon danneggerebbe la pubblicazione di opere derivative quali canzoni e poesie tratte dalla saga, in quanto essere sono riprese in toto nella guida di Vander Ark. Considerando il fatto che, nonostante le voci e le richieste le potenzialità musico-teatrali di Harry Potter non sono (ancora) state sfruttate di legittimi aventi diritto, il pronunciamento risulta assai lungimirante e sensato. A maggior ragione considerando che il parco tematico di Orlando attualmente in costruzione potrebbe avere grande bisogno di spettacoli di questo tipo.

Di nuovo, da pignolissimi fan potteriani, possiamo notare un punto discutibile nelle motivazioni della sentenza, laddove questa si addentra nella verifica dell’esistenza del cosiddetto ‘irreparabile danno’ che Lexicon arrecherebbe alla vendita dei libricini del Quidditch e degli Animali Fantastici che, come abbiamo visto, sono incorporati massicciamente di peso nel proprio tessuto: il giudice, che prima di essere investito della causa era del tutto ignaro del mondo creato da J.K. Rowling, non è evidentemente a conoscenza del fatto che i volumetti, usciti in tirature limitate, sono ormai quasi introvabili e dunque il danno alle vendite e all’ente di beneficenza destinatario dei proventi è ben più limitato di quel che apparirebbe in realtà (almeno allo stato attuale in cui non risulta l’intenzione di ristampare). Naturalmente ciò rileva unicamente sotto il profilo del potenziale danno, fermo restando il fatto che inglobare i due libretti quasi interamente nel Lexicon costituisce senz’altro una palese violazione del diritto d’autore.

Altresì discutibile, in quanto una visione meramente soggettiva viene elevata a rango di fatto concreto e obiettivo, il punto in cui il giudice riconosce alla Rowling che la pubblicazione di Lexicon distruggerebbe la sua volontà o il suo coraggio di pubblicare la propria enciclopedia, privando così gli istituti di beneficenza di soldi incassi e il pubblico di una nuova opera.

Un altro fattore lamentato dalla parte attrice, ma non riconosciuto dal giudice, è stata poi la malafede. La sentenza rileva che i ritardi della RDR Books nel rispondere alle richieste della controparte da un lato, e la solerzia nel prodigarsi nella pubblciità dell'imminente libro dall'altro, non sono necessariamente indicative di malafede, in quanto, ritenendo Lexicon una pubblicazione legittima, la casa editrice era pienamente legittimata a porre in essere quella attività di marketing, anche all’estero, prima che i concorrenti facessero altrettanto.

L'impatto

Al di là delle mere questioni legali, il bilancio di tutta la vicenda è veramente desolante. Nessuna della parti in conflitto ci guadagna alcunché, né in termini di immagine, né in termini monetari (giacché i quasi 7000 dollari liquidati dal giudice sono bruscolini per le tasche dei vincitori). Al contrario!

Osserviamo da vicino ogni personaggio:

- la Warner Bros consolida la sua già tristemente famosa nomea di promotrice di cause a tappeto, non importa quanto fondate (si veda solo l’ultima in ordine di tempo sul film indiano Hari Puttar), a discapito di quella che dovrebbe essere la sua funzione precipua, la vigilanza sulla qualità delle pellicole potteriane, che nel frattempo precipita a rotta di collo. E il trionfalismo dei suoi portavoce non fa che aumentare questa già solidissima impressione:

"Siamo ovviamente compiaciuti della decisione odierna da parte del giudice Patterson, che ha supportato al nostra posizione secondo cui il libro Lexicon viola i diritti della signora Rowling. Come società di contenuti, è imperativo per noi lavorare vigorosamente su tutti i fronti per proteggere i diritti della proprietà intellettuale di coloro che creano le storie e i personaggi, le parole, le immagini e le musiche che intrattengono il pubblico di tutto il mondo";

- J.K. Rowling fa la figura della ‘strega cattiva’ che perseguita il suo fan numero uno, nonostante le sue contrite dichiarazioni come quella raccolta qui di seguito

[[MDV:182]]

o come il comunicato stampa diramato all’indomani della vittoria processuale: