Dominc Toretto trascorre giornate tranquille insieme a Letty, al figlio Brian e ai membri storici della famiglia. Ritiratosi dalle scene lascia la leadership in mano a Roman per una nuova missione, ma la tranquillità si interrompe bruscamente quando sulla sua soglia compare ferita Cipher. La terrorista gli rivela che a ridurla in fin di vita è stato Dante, figlio di Reyes malavitoso portoghese che Dom e Brian avevano ucciso diversi anni prima. L’uomo reso pazzo dalla rabbia è in cerca di vendetta, non vuole limitarsi ad uccidere tutti quelli che negli anni hanno aiutato Toretto, ma è deciso a vederlo soffrire decimando pian piano tutta la sua preziosa famiglia. La missione a Roma a cui partecipano Han, Megan, Tej e Roman è infatti una trappola architettata per fargli sembrare dei terroristi e pericolosi ricercati internazionali. Nel frattempo l’agenzia per cui fino ad ora Dom ha lavorato cerca di rapire il piccolo Brian per arrivare al padre, ma il bambino riesce a scappare con l’aiuto dello zio Jakob che gli promette di portarlo in un luogo sicuro. Dante però vuole la sua vendetta ed è pronto ad usare ogni mezzo pur di averla.

Fast X è prima di tutto un film che celebra il trionfo di una saga. Un successo al botteghino che va di pari passo a l’auto celebrazione di Vin Diesel che, con la prematura scomparsa di Paul Walker è diventato all’interno della mitologia del franchising quasi una divinità cristologica. Padre e marito perfetto guarda i membri del suo team come un padre amorevole che si trasforma in leone se questi vengono attaccati, e quando il malvagio Dante cerca di farli fuori si rimette in pista per salvarli tutti. Quanto la sceneggiatura scritta dall’ex regista Justin Lin lasciato a casa per divergenza con Vin Diesel ci creda o meno, è un po’ la chiave del successo di un film schizofrenico. Da una parte alcune scene, specie quelle di combattimento (tra tutte la scazzottata tra Michelle Rodriguez e Charlize Theron) sono spassosissime, dall’altra manca ogni tentativo di mettere insieme un dialogo appena decente. I battibecchi tra Tyrese Gibson e  Chris Bridges hanno stufato, i paternalismi sul valore della famiglia sono imbarazzanti oltre ad essere un copia incolla in ogni battuta in cui compaiono.

Certo, la saga di Fast & Furious non sarà ricordata per la brillantezza delle storie ma qualche guizzo in più per lo meno in passato non si può dire che non ci sia stato. In parte però questo capitolo finale è così concentrato a fare da red carpet alle star che hanno popolato la serie nei capitoli precedenti e a introdurre quelle nuove, da risultare in alcuni momenti divertente proprio per il suo non provarci nemmeno. Ogni apparizione di Vin Diesel, sia per la recitazione che nei dialoghi sembra una parodia di se stesso (si spera volontaria), e la storia si piega a questo carico mitologico. Fast X o per lo meno questo primo capitolo visto il finale con cliffhanger, è composto dalle classiche scene di inseguimento in macchina e scazzottate per lo più bellissime intermezzate da siparietti in cui compaiono Jason Momoa che si diverte un sacco a fare il pazzo psicopatico, o il gigante buono John Cena che salva il bambino, oppure la strana coppia Jason Statham e Sung Kang, e così via.

Ma se viste le premesse a Fast X non si può fare una colpa di dove vuole andare a parare e di quale sia il suo pubblico di riferimento, ciò che fa perdere qualche punto al film sono piuttosto degli effetti digitali davvero di bassa qualità. Tutta la sequenza a Roma con la bomba che rotola ma anche parecchi piani sequenza come quello della telecamera virtuale che viaggia fuori e dentro la macchina mentre le fiamme inseguono Vin Diesel, sorprendono per la trascuratezza. Una pellicola che pare essere costata la bellezza di 340 milioni di dollari a causa dei problemi della produzione, la sostituzione di Justin Lin con Louis Leterrier oltre al cachet delle star chiamate a partecipare alla saga, lascia spiazzati per una effettistica digitale davvero inspiegabile in un blockbuster di questo livello.