Il 21 novembre è mancata improvvisamente la scrittrice americana Anne McCaffrey, classe 1926, autrice della saga de I Dragonieri di Pern, de La Nave che Cantava, e di molte altre storie fantastiche e di fantascienza, alcune delle quali ancora inedite in Italia (mentre quasi tutto il resto è fuori catalogo...).

Era stata ospite all'edizione del 2002 della Italcon, nel corso della quale aveva incontrato i suoi fan italiani. Io ero tra questi, e ricordo ancora di essere rimasta colpita dal personaggio, che sotto l'aspetto da Miss Marple celava grinta e grande carisma. Non a caso, stiamo parlando di una donna che, nel 1970, si lascia un divorzio alle spalle in America e si trasferisce sola con i figli Irlanda.

La McCaffrey si avvicinò alla scrittura attorno al 1950, ma divenne scrittrice a tempo pieno solo dalla metà degli anni '60, quando i suoi tre figli cominciarono a essere più grandi. Estremamente prolifica - tra fiction, saggistica e collaborazioni a più mani è autrice di quasi 100 titoli - e versatile (ma i suoi romanzi rosa non sono granché, e lei era la prima a riconoscerlo), è nel fantastico, di cui era appassionata, che trova la sua vera voce. Tra il 1961 e il '69 scrive la serie di cinque storie brevi che poi trasformerà nella già citata La Nave che Cantava, primo titolo della serie di fantascienza omonima: racconta di un universo in cui il viaggio interstellare, fondamentale per la sopravvivenza della razza umana, è possibile solo grazie a navi guidate da una mente umana. Per questa ragione la mente di bambini con gravi deficit fisici viene inserita all'interno della nave, portando allo sviluppo di nuove creature, navi senzienti il cui unico rapporto "umano" è il legame esclusivo con il proprio pilota. Già da questa traccia si capisce che la McCaffrey non temeva le storie potenti. Nel 1969 il quarto racconto arriva finalista sia al premio Hugo sia al Nebula.

Due premi che l'autrice aveva già vinto - prima donna a riuscirci - nella categoria romanzo breve nel 1968 con Il Volo del Drago, il romanzo che apre la saga dei Dragonieri di Pern. L'autrice trova forse la sua prosa migliore, oltre che storie immaginifiche che superano consapevolmente il confine tra fantasy e fantascienza: Pern è un mondo guidato e difeso da una classe di cavalieri di draghi, un'ambientazione solo apparentemente fantasy, visto che è un mondo colonizzato secoli prima dai terrestri. Ogni cavaliere forma con il proprio drago un legame mentale e spirituale assoluto, tanto che la morte di uno dei due annienta il sopravvissuto della coppia (proprio come avviene nel ciclo di Eragon, di Chistopher Paolini).

Le storie sono molte, troppe, ognuna meritevole di spazio, ma non è questo il contesto per un'approfondita analisi della carriera quasi cinquantennale della McCaffrey. Ci sarà tempo. Non ho pretese di completezza, né posso fornire un elenco accurato delle edizioni italiane delle sue storie, troppe delle quali fuori stampa da anni. Ci tenevo, però, a salutare uno dei migliori autori di fantastico del '900, ringraziandola per le splendide storie che ci ha lasciato.