Quale consiglio ti sentiresti di dare agli scrittori esordienti? Partecipare ai concorsi? Affidarsi a un agente investendo una somma di denaro? Inviare a qualche editore? Cosa fare?

Più che consigli posso raccontare quella che è stata la mia esperienza: ho scritto un romanzo e l’ho inviato. Ridotta, vero? Il problema è che non mi sento in grado di rivolgermi agli altri esordienti, perché ogni caso è diverso. C’è chi partecipa ai concorsi e viene pubblicato; chi lo imita e non ci riesce. C’è chi poi sceglie un agente e raggiunge

la Mondadori; chi segue il suo esempio ma ottiene un rifiuto. Io dico solo una cosa: inviate il vostro manoscritto solo se siete sicurissimi di quello che avete creato. Non fidatevi troppo dei giudizi di chi vi sta attorno, cercate di essere obiettivi, anche se è difficile. Lasciate lo scritto da parte per qualche tempo; quando lo rileggerete, noterete di sicuro delle sviste. Degli errori. O forse lo cestinerete del tutto.

Fantasy

Cosa ti affascina del fantasy e cosa non ti piace?

Mi affascina l’uso che ne fanno alcuni autori. Molti vedono nel fantasy una metafora, un’interpretazione della nostra realtà. Altri invece no. Si limitano a lasciar galoppare l’immaginazione e a scrivere senza un vero e proprio obiettivo. E’ una varietà interessante, ed è raro trovarla in uno stesso genere. Basti vedere cosa sta accadendo negli ultimi tempi con i vampiri. Storie assai simili tra loro, fatte con lo stampino… come se non esistessero altre tematiche. E’ vero, anche nel fantasy si trovano spesso lavori fatti con i piedi, ma anche quelli hanno una loro ragion d’essere. Servono ad accontentare i lettori meno esigenti; tutti, bene o male, vedono soddisfatte le proprie preferenze. Chi non ama le storielle semplici e senza pretese può tranquillamente raggiungere un altro scaffale!

Ultimamente il genere fantasy sta conoscendo una nuova stagione di enorme successo, sia in libreria, sia al cinema. Secondo te per quale motivo? Cosa riflette questa popolarità?

Come dicevo, credo che il fantasy attragga un pubblico molto vasto. Dai bambini, ai ragazzi, agli adulti. Di conseguenza ogni romanzo è diverso: quello senza pretese convive con quello che fa riflettere. La varietà aiuta i lettori a scegliere. Certo, buona parte del suo successo è dovuto anche alla necessità di evasione del pubblico. Difatti quasi tutti i film fantasy escono durante le vacanze, invernali o estive che siano; intere famiglie vanno al cinema e, gran parte di esse, ha una limitata cultura del genere. Si limitano a guardare “quel tale che formula un incantesimo” e passano un pomeriggio, o una serata, rilassandosi.

E’ un genere, per te, che si avvia verso un periodo ancora più fiorente o si tratta solo di un fuoco di paglia?

Se si fosse trattato di un fuoco di paglia, si sarebbe esaurito in fretta. Invece sembra che questo periodo stia continuando; forse è meno roseo che negli anni passati, anche perché, come sempre, editori e registi cercano sempre di spremere il più possibile da ogni fenomeno. Fortuna che questa “vena” non si è ancora esaurita. Ha ancora molto da dire. In Italia soprattutto.

Un fantasy che ti piacerebbe aver scritto è…

La Trilogia di Bartimeus, di Stroud. Quando l’ho letta non riuscivo a credere che un romanzo potesse farmi ridere e commuovere nella stessa pagina.

Leggi fantasy italiano? Che ne pensi? 

Ho letto molti autori italiani e il più delle volte mi sono piaciuti. Francesco Falconi, Licia Troisi, Andrea D’Angelo, Michele Giannone, Claudio Tassitano, Antonia Romagnoli, sono alcuni di quelli che ho letto, anche se ce ne sono tanti altri in lista d’attesa. Penso che siano molte le tematiche trattate. Ogni scrittore, al di là dello stile, ha un approccio diverso. Non ci si limita a fare ricorso ai soliti cliché, c’è fantasia. Sarà una banalità, ma spesso chi scrive ne è sprovvisto o l’ha esaurita.

Dimmi la prima cosa che ti passa per la mente, meglio un aggettivo, per…

J.R.R. Tolkien: Visionario. Ha rivoluzionato un genere e ora quasi tutti seguono la sua scia.

J.K. Rowling: Furba. E’ stata capace di ribaltare e rielaborare tutti i cliché del genere.

Michael Ende: Malinconico. Non perché lui lo sia – magari lo conoscessi! – quanto per i ricordi legati alla lettura de “La storia infinita”. Mi fa pensare alla mia infanzia. Uno dei primi fantasy che lessi e che mi fece amare il genere.

Neil Gaiman: Folle, geniale, sovversivo.

Anne Rice: Regina. La Harris, la Hamilton, la Meyer e via dicendo, le devono tutto.

Laurell K. Hamilton: Perversamente sublime. Ha senso? Se no allora va bene. Anche i suoi ultimi romanzi non ne hanno! In modo positivo ovviamente.

Licia Troisi: Umile, modesta. La prima autrice italiana che lessi, la prima cui scrissi, la prima a consigliarmi come proporre il mio manoscritto.

e… Luca Centi: Insicuro. Anche se la scrittura mi ha aiutato molto. Diciamo “meno insicuro” allora!