Se ci riferiamo a ciò che gli Stati Uniti hanno fatto lo abbiamo fatto inconsciamente, ma mi piace l’idea che questo accostamento possa essere fatto. Quando ho fatto vedere il film ad uno degli attori che poi ha prestato la sua voce a uno dei personaggi, la sua reazione è stata quella di dire che avevamo realizzato un film segretamente politico e questa idea mi piaceva molto. Secondo me nel libro c’è qualcosa di anarchico, una possibile interpretazione comunista e quando abbiamo fatto il film alcuni erano preoccupati perché nella storia si ruba parecchio, ci sono molti furti, Mr. Fox continua a rubare all’infinito. Però tutto questo dipende da Roald Dahl, quindi se è possibile questa interpretazione dipende dal punto di vista di Roald Dahl. A me la connessione piace.

Fin dai tempi di Rushmore, nei suoi film ha sempre descritto un personaggio di un figlio un po’ disadattato e generalmente l’ha fatto interpretare a Jason Schwartzman. Lo considera il suo alter ego?

Ho conosciuto Jason Schwartzman ad un provino, l’ho conosciuto come attore e poi ho deciso di prenderlo perché mi era piaciuto molto in quei dieci minuti che aveva avuto a disposizione. Avevo passato parecchio tempo a cercare un attore che avrebbe potuto calarsi in 'quel' tipo di personaggio e finalmente lo avevo trovato. Anche attori come Bill Murrey e Angelica Huston li ho conosciuti come attori ed ero un loro fan. Anche di Jason ero un fan, anche se quando l’ho conosciuto non aveva ancora fatto nulla. Mi piace lavorare con amici e mi piace continuare a lavorare con persone con cui ho già collaborato per dare una sorta di continuità ideale alla mia produzione. Mi piace iniziare ogni nuovo film come se fosse una rimpatriata. Gli attori sono dei collaboratori chiave.

Man mano che la realizzazione procedeva, ha preso confidenza con i pupazzi? Loro le davano qualche spunto? Mr. Fox parla spesso del ‘lato selvaggio’ dell’esistenza: questo potrebbe essere interpretato come un incoraggiamento all’uomo a recuperare il suo lato istintivo o, di contro, il lato umano?

Quando abbiamo iniziato a lavorare sul film avevamo un’idea su come procedere e dei disegni dei pupazzi. Mano a mano che questi sono stati realizzati (e ci sono voluti sei mesi), il design del film si è andato basando sempre più su come erano i pupazzi. Noi ne guardavamo uno e pensavamo “In che tipo di ambiente potrebbe muoversi, dove si sentirebbe a suo agio?”, quindi partendo da una idea di base aggiungevamo dettagli prendendo spunto da fotografie tratte da libri e quant’altro. Il tema dell’essere selvaggi non è presente nel libro, ma quando scrivevo la sceneggiatura mi tornava spesso in mente. L’idea era di questo personaggio sempre preso tra la sua natura ‘domestica’ e il lato selvaggio. Mr. Fox indossa un abito umano ma si preoccupa della perdita del suo lato animale.

Nella sceneggiatura è stata inserita una scena in cui la volpe, Mr. Fox, incontra un lupo e lo saluta in modo particolare. Quale potrebbe essere il significato simbolico di questa scena?

Non penso di poterlo spiegare, preferisco che la scena parli da sola. Per me è un po’ il fulcro della pellicola, ed è una scena che non esisteva nel libro di Dahl. Quando si realizza un film come questo gli animali indossano abiti e parlano come gli esseri umani, che però non notano che gli animali sono umanizzati e questa è una convenzione dei film per bambini. Secondo me la scena del lupo è emblematica perché non c’è nulla di più selvaggio di un animale che ha delle fobie.

La volpe saluta il lupo al termine di un percorso di accettazione del proprio lato selvaggio. C’è una contrapposizione tra il mondo umano e quello animale: gli animale lottano per la sopravvivenza, non così gli uomini.

Quando scrivo una sceneggiatura cerco sempre di trovare qualcosa di personale a cui poter fare riferimento, però non cerco dei temi e delle interpretazioni. Inserisco dei simboli nei miei film, ma non li definisco, di modo che chiunque possa interpretare il film secondo i suoi schemi.

Nel film Mr. Fox dice di aver sempre bisogno di stupire la gente, di essere sempre il più bravo. Questa sembra una frase rivolta a lei, quindi volevo chiederle come affronta questa ‘sindrome da primo della classe’ e se al momento sta lavorando ad altro.

Sto lavorando ad una nuova sceneggiatura, ma ho appena iniziato e non posso dire più di tanto, magari non se ne farà nulla. Per quanto riguarda la scena, ci si riferisce alla psicologia del personaggio. L’abbiamo scritta molto prima di scrivere tante altre scene del film e quando lo abbiamo fatto abbiamo avuto l’impressione di aver capito il suo carattere. Chiunque faccia un mestiere come quello del cineasta, pur avendo un carattere riservato, deve, per forza di cose, esporsi al pubblico. Mi ci sono rapportato molto, ma penso che Mr. Fox abbia una personalità molto più grandiosa della mia. Questo però è un aspetto del personaggio che non ha nulla a che vedere con Roald Dahl, perché a quanto ho potuto capire di lui, non soffriva di queste insicurezze o per lo meno non le lasciava trasparire.