Questo è stato l’anno in cui il 3d ha trionfato. Lei si presenta sulla scena internazionale con un film dove tutto è fatto a mano. Si è mai chiesto “Cosa vado a fare? Che spazio c’è per una pellicola come questa” Come è andato il suo film all’estero?

Non ho visto molti film 3d. Avatar è veramente stupefacente, penso di aver avuto le stesse reazioni che hanno avuto i miliardi di persone che lo hanno visto. Però quando decido di realizzare un film non parto dall’idea di “Cosa vuole vedere il pubblico”, ma parto dall’idea di cosa interessa a me, perché comunque su un progetto si lavora un certo numero di anni. Sebbene il nostro film sia stato più ‘piccolo’ e abbiamo usato delle tecniche più all’antica, penso di aver trascorso sul progetto lo stesso numero di anni trascorsi da Cameron nella realizzazione del suo film. Ho contattato la famiglia Dahl per assicurarmi i diritti sul libro circa dieci anni fa: fare questo film riflette un po’ i miei interessi personali. Non so cosa succederà per quel che riguarda i film in 3d, non so se sarà una rivoluzione paragonabile a quella del colore e se tutti i film verranno effettivamente realizzati in 3d. Non penso però. A livello di tecnica il 3d non mi ha mai affascinato più di tanto, mentre la stop motion mi affascina moltissimo e fare questo film era l’occasione per lavorare con questa tecnica.  A livello di incassi non mi posso lamentare, sta andando abbastanza bene. Certo, rispetto ad Avatar possiamo dire che è stata una delusione.

Nel film si colgono echi del cinema western di John Ford e Sergio Leone. Ci può spiegare questo rapporto?

Beh, questo è stato il primo film che ho realizzato in cui c’erano dei cattivi. C’era questa scena dello scontro nelle stradine della cittadina con la sparatoria. Ogni volta che un film rende possibile arrivare ad una scena così se è possibile riallacciarsi al western ben venga. Penso che John Ford sia stato il cineasta principe di questo genere cinematografico. Sto cercando di pensare a quale personaggio dei film di John Ford potrebbe assomigliare a Mr. Fox. A me piacevano molto i suoi film, My Darling Clementine è il mio preferito. Ho pensato anche a Sergio Leone per la preparazione di alcune scene e anche ad Akira Kurosawa. Quando si fa un film così si fa inevitabilmente riferimento ad altri registi che hanno diretto scene analoghe, si prende spunto da tutti.

Cosa ne pensa delle precedenti riduzioni cinematografiche di altre opere di Dahl? In particolare, ci dice qualcosa di The Witches, di Nicolas Roeg, interpretato da Anjelica Huston.

Tra tutte le trasposizioni di Dahl mi è piaciuta molto l’interpretazione di Willie Wonka di Gene Wilder. Anche il design era molto bello. Quando ho visto il film ricordo che mi colpì in modo particolare e Wilder fu grandioso. Per quel che riguarda The Witches, a parte il finale, che fu cambiato credo per direttive dello studio, penso che questo sia stato uno degli adattamenti che la famiglia Dahl ha apprezzato di più e la Huston è stata fantastica in quel film. Sono stati talmente tanti i film tratti dalle sue opere e credo che dipenda dal suo modo di scrivere che si adattava molto a serie televisive o film. Roald Dahl in UK aveva inoltre una serie televisiva che conduceva lui stesso, un po’ come Alfred Hitchcock.

Mr. Fox è vestito in abiti umani però dice di ubbidire al suo ‘lato selvaggio’. E quando va a fare i colpi mette il passamontagna. Come mai?

E’ una bella domanda. In realtà non credo che le maschere siano particolarmente utili a nascondere l’identità. Loro sono gli unici animali che rubano ai fattori e i loro abiti bastano a distinguerli dagli altri. Credo dipenda più dal fatto che per loro è più emozionante indossare le maschere. In particolare Ash alla fine del film indossa un passamontagna con delle stelline, a questo punto sarebbe stato lo stesso scriverci su il nome, peccato non averci pensato prima.