Una prima domanda che possiamo dire “classica” per conoscerti meglio: puoi dirci “chi è” Matthias Graziani? Dove è nato, studi fatti, dove vive, cosa fa oltre che scrivere?

Sono nato a Bolzano, in Alto Adige, mamma tedesca e papà italiano (ferrarese per l' esattezza!) Ho frequentato il liceo linguistico, poi ho studiato lettere a Milano e Innsbruck. Al momento lavoro come Project Manager in una grossa azienda di sviluppo siti internet, shop online, marketing… e scrivo, quando capita, per il Corriere della Sera-Corriere dell´Alto Adige e del Trentino, soprattutto nella cultura.

La narrativa fantasy è stata una lettura giovanile oppure l’hai scoperta più tardi? Inoltre leggevi solo fantasy oppure anche altro?

E´iniziata come lettura giovanile ed è stato un colpo di fulmine. Sì ho letto anche altro, ma ancora oggi preferisco la narrativa fantasy!

Quali sono i tuoi hobby, il passatempo preferito, insomma come passi il tuo tempo libero?

Adoro il cinema, oltre alla lettura, e appena riesco ci vado! Per me qualsiasi forma d´arte che racconta una storia merita attenzione, che sia un film, un fumetto, un romanzo o un´opera teatrale…

E quali sono stati i tuoi autori preferiti? E attualmente?

Ho iniziato con la saga di Dragonlance, poi, ovviamente il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien, Michael Ende e La Storia Infinita, David Eddings e la prima trilogia di Derbeer, di Fabiana Redivo, che a mio parere rappresenta l'opera fantasy italiana meglio riuscita. Adoro Le leggende di Earthsea di Ursula K. Le Guin e ammiro la forza narrativa di David Gemmel. Ultimamente sto leggendo la saga degli Elfi di Bernhard Hennen.

Come e quando hai sentito la necessità di scrivere, che avevi qualcosa da raccontare?

Credo di aver sempre avuto qualcosa da raccontare… già quando giocavo, da piccolo, inventavo molte storie e giocare con me era un vero e proprio incubo! Dettavo tutte le regole ed imponevo la mia sceneggiatura! Ho iniziato molto presto a scrivere storie e disegnarle… per quanto riguarda questo romanzo, una sera ero a letto e mi sono immaginato una scena, non sapevo se scriverla, poi mi sono convinto e ho iniziato a buttare giù qualcosa, da quel momento si è creato un mondo intero…

Sei nato da genitori di diversa nazionalità e in pratica hai “vissuto” e studiato in due mondi, quale rapporto hai con la Germania e l’Italia?

Più che con la Germania ho un rapporto con il mondo sudtirolese, altoatesino, che in effetti è pieno di leggende e mitologie nordiche e quindi mi ha sempre affascinato molto. Durante la mia infanzia non è stato facile appartenere a due mondi differenti, ma mi sono sempre adattato, e ora ne apprezzo la ricchezza, sembra quasi di avere due anime differenti…

Il tuo romanzo è di  740 pagine (742 per l’esattezza), quanto tempo ci hai messo a terminarlo e come ti organizzi quando scrivi?

Ci ho lavorato per sette anni. La fretta non porta a niente. All´inizio scrivevo solo quando ero ispirato, quando sentivo una specie di formicolio sotto le dita e sentivo il richiamo del mondo che stavo inventando e creando… poi strada facendo bisogna darsi anche una disciplina, altrimenti non chiudi più. E´chiaro che soltanto quando si è ispirati, si riesce a dare il meglio.

Ancora: quando hai iniziato a scrivere, pensavi già che sarebbe stato così lungo oppure è “cresciuto” nel tempo? E perché condensare il tutto in un unico volume e non farne una trilogia (che va tanto di moda)?

E´assolutamente cresciuto nel tempo, ma questo è accaduto anche con i personaggi. Dopo anni, ad un certo punto, hanno preso vita e hanno iniziato a svilupparsi nella storia, strada facendo, un po’ come degli esseri viventi veri e propri, e mai avrei pensato certe evoluzioni che poi io stesso sono rimasto ad ammirare… Le trilogie spezzate andranno anche di moda, ma preferisco poter condividere tutto con i lettori, senza lasciarli a bocca asciutta per troppo tempo. Spezzare il filone sarebbe stato un peccato. Il mio desiderio è quello di condividere il mio mondo con i lettori e non c´è regalo più bello!