Sono tornate le auto senzienti di Cars, film che nel 2006 riscontrò incassi miliardari e vinse anche un Golden Globe.

Se pensate che questo seguito sia scaturito da mancanza di idee, la visione di questo film smentirà questa ipotesi.

Il film è ovviamente introdotto da un corto. Quest'anno è stata la volta di Vacanze Hawaiiane che racconta un episodio della vita dei giocattoli di Toy Story.

Mentre la famiglia è in vacanza alle Hawaii, Buzz, Woody e compagni consoleranno Ken e Barbie che speravano di essere portati in giro dalla bambina per vivere una romantica vacanza insieme, cercando di creare l'atmosfera che favorisca finallmente lo sbocciare dell'amore tra i due.

Carino, ma nulla di più. La Pixar ci ha abituato ad autentici mini capolavori, questo invece sembra solo un buon prodotto seriale, quasi televisivo come impostazione.

L'idea che sta alla base di Cars 2 è che tutto il lavoro fatto per costruire mondo e personaggi del film precedente non poteva rimanere confinato a un solo film. Se nello scorso film l'orizzonte era ristretto alla minuscola Radiator Springs, questa volta John Lasseter, tornato alla regia, e coadiuvato da Brad Lewis, allarga di parecchio i confini del suo mondo narrativo. E si toglie anche uno sfizio da cinefilo, quello di calare le sue automobiline in un contesto spionistico, raccontando una storia ispirata a classici del genere come i film di James Bond.

D'altra parte che gusto c'è ad essere miliardari e a capo di un colosso come la Pixar se non puoi giocare in grande stile? 

Saetta McQueen è appena tornato dalle sue trionfali competizioni a Radiator Springs, che è ormai la sua città.

Giusto il tempo di salutare l'amico del cuore Carl Attrezzi, meglio conosciuto come Cricchetto, la banda degli amici e di rivedersi con l'amata Sally, che è chiamato a una sfida ancora più grande, partecipare a un Grand Prix Mondiale, organizzato per provare l'efficienza di un nuovo carburante ecologico.

Lui vorrebbe riposarsi e godersi la tranquilla vita di provincia per una estate, ma alla fine raccoglie la sfida dello sbruffone italiano Francesco Bernoulli, non senza lo zampino di Cricchetto, che lo accompagnerà nella nuova avventura, lasciando per la prima volta la natia provincia.

Nel frattempo, in un incipit dal sapore bondiano, abbiamo fatto la conoscenza di Finn McMissile, agente segreto al servizio di sua Maestà (in originale la voce è quella di Timothy Dalton, ex Bond cinematografico), che scopre le prove di un complotto di una organizzazione segreta che sembra voler sabotare questo nuovo campionato.

Aiutato dalla sinuosa Holley Shiftwell cercherà di scoprire di più accodandosi al seguito delle gare. Qui le strade dei due e di Cricchetto e Saetta s'incroceranno. Seguiremo quindi due vicende parallele, ma in realtà con molti punti di contatto: Cricchetto che si trasformerà in un agente segreto che cercherà di guardare le spalle dell'amico Saetta mentre questi duellerà fino allo spasimo con il rivale Bernoulli.

Come le vicende s'intrecceranno, con quali colpi di scena e i dettagli del complotto che i buoni ovviamente sventeranno è meglio saperlo vedendo il film.

Sappiate solo che Cricchetto è la vera star del film, e si merita il titolo in pieno. La sceneggiatura ben congegnata e i dialoghi gli rendono parecchia giustizia.

L'idea di espandere la visione sull'intero mondo ideato per Cars è azzeccata. Come ho detto prima non si poteva non sfruttare una ambientazione e dei personaggi così ben studiati.

Il film può accontentare genitori e figli. I genitori per l'eccellente lavoro di ricostruzione cinefile delle atmosfere dei film di spionaggio e l'adulta amicizia tra Steve e Cricchetto; i figli per la divertente caratterizzazione dei personaggi, che restano impressi anche quando sono comprimari, le gag, le dinamiche scene di corsa.

Le due ore di proiezione volano senza momenti di stanca.

Tecnicamente il film è superbo. Animazioni fluide che rendono molto espressivi i personaggi, ben realizzate le scene d'azione,  molto suggestivi e anche immaginifici i fondali, per esempio Porto Corsa, l'immaginaria cittadina italiana, un misto di riviera ligure e Principato di Monaco (che però negli usa dovrebbero sapere non trovarsi in Italia), con promontori a forma di auto e un percorso a strampiombo che fa venire le vertigini. L'effetto è ben riuscito grazia anche a un 3D che riesce finalmente a essere narrativo senza essere invasivo e senza fare venire mal di testa.

Le musiche di Michael Giacchino immergono nell'atmosfera spionistica. Un altro buon lavoro.

Bravi i doppiatori italiani, su tutti spicca Marco Messeri, che dona a Cricchetto una marcia in più.

Cars 2 nasce per divertire, non raggiunge gli apici narrativi di capolavori come Wall-E e Ratataouille che presentavano livelli di lettura e personaggi molto più strutturati, ma se lo scopo del cinema è intrattenere, allora il film lo raggiunge in pieno e non deluderà gli spettatori.