Il successo globale de I pirati dei caraibi ci ha regalato pirati beffardi e ironicamente feroci. Il Queen’s Anne Revenge Shipwreck Project ci permette di dare uno scorcio storico a questi ladroni del mare, ancora urlanti di avventure e meraviglie nell’immaginario fantastico attuale.

Il Q.A.R. project (www.qaronline.org) dal 1997, sta riesumando gli artefatti (armi, strumenti navali e personali e molto altro) del vascello Q.A.R., il più grande (e forte di 40 cannoni) mai posseduto dal pirata Edward Teach (1680–1718). Questi, nella baia di Beaufort, Carolina del Sud, incagliò volutamente il veliero, per liberasi di una ciurma e una flottiglia troppo numerosa e riconoscibile.

Dal relitto della Q.A.R. è stato riesumato (in più spedizioni) il frammento di spada in foto: una lama corta, dall’impugnatura in corno di cervo, e ornata dai gigli della corona francese. Come afferma Jan Piet Puype, storico d’arme, non è possibile stabilire a chi sia appartenuta. Ma l’immaginazione non resiste a vedere il mitico Edward Teach armato di questa spada.

Altre foto dei ritrovamenti le trovate al seguente link, disponibile anche tra le risorse in rete, in coda all'articolo.

Come quando fu in vita, Edward Teach continua a balenare sul limite evanescente che separa realtà e fantastico. Comparendo durante gli abbordaggi col volto circondato da fumo e scintille (un trucco che otteneva legandosi delle micce alla testa), il Barbanera fu ritenuto un’incarnazione del diavolo; di statura fisica imponente e dal temperamento bellicoso, si dice che bevesse rum misto a polvere da sparo, che avesse quattordici mogli, e che sia morto dopo aver ricevuto venti ferite da taglio e cinque da arma da fuoco. Fu decapitato per paura che potesse tornare dall’oltretomba.

Edward Teach, a suo modo, è riuscito a sopravvivere fino a oggi.