Le sfumature esistono, come dimostrato anche da molti dei suoi personaggi che si ritrovano a volte a fare scelte sbagliate o a compiere azioni terribili nel tentativo di fare la cosa che reputano giusta, ma la sua paura era che quest’attenzione alle sfumature potesse portare alla convinzione che il grigio sia l’unica cosa reale, e che tutte le verità di equivalgano.”

Per non lasciare dubbi su quanto intendeva ha aggiunto che “portare all’estremo questo ragionamento significherebbe affermare che Hitler avesse le sue ragioni per assassinare milioni di ebrei nei campi di concentramento, e che la sua idea di giusto fosse altrettanto valida di quella che la maggior parte delle persone hanno di lui e del suo operato.

E per evitare che qualcuno potesse ritenere un po’ troppo forte quest’affermazione e che il rischio da lui paventato fosse solamente ipotetico, Jordan portava l’esempio di alcuni studenti che si erano rifiutati di scrivere testi di condanna nei confronti dell’Olocausto non per inesistenti simpatie naziste ma perché non volevano esprimere un giudizio.

Sì, le aree grigie esistono, affermava Jordan. Ed esistono mali relativi. Ma oggi queste considerazioni, troppo spesso, vengono prese come scusa per poter affermare che tutto sia relativo, e che il male percepito da uno non sia più che un lieve fastidio per qualcun altro.

Relativismo o non relativismo, per quante aree di grigio possano esserci, il male esiste, affermava con convinzione lo scrittore scomparso, e lui non intendeva interrompere i suoi sforzi nel far vedere dove si trova e che cosa sia. In caso contrario un giorno potrebbe inghiottirci completamente” (13).

C'è un uso della magia molto evidente nella Ruota del Tempo, talmente sviluppato e approfondito da influenzare tutta la trama, ma alla fine ciò che conta davvero è la storia delle persone e le scelte che compiono. Per anni lo scrittore è stato criticato perché i suoi personaggi avevano una vita troppo facile e nessuno di loro moriva ma, come Jordan ha fatto notare, esistono cose peggiori della morte. Da un certo momento in poi i suoi protagonisti non gradiscono la vita che stanno vivendo (14), e i loro dubbi o le sofferenze interiori sono quanto mai realistici. Il male esiste certamente nelle figure del Tenebroso e di determinati personaggi che si sono votati a lui, ma i dubbi di Rand come quelli dei suoi amici o il loro tormento per le conseguenze di determinate decisioni potrebbero essere quelli di ciascuno di noi se messo nelle giuste condizioni. Essere “dalla parte del bene” non significa automaticamente che le cose siano semplici, o che la decisione giusta da prendere sia evidente.

Le cronache del ghiaccio e del fuoco di George R.R. Martin

Lo stesso tipo di tormento si ritrova nei personaggi di Martin, autore in genere ritenuto più realistico di Jordan. Una delle caratteristiche più note delle storie di Martin è la frequenza con cui lo scrittore uccide personaggi anche di primo piano, importantissimi fino a poche righe prima in quel gioco del trono che ormai va avanti da molti anni fino a quando non li cancella dalla storia con una manciata di parole. Jordan uccide personaggi secondari, ma perché la stessa sorte capiti a qualcuno di quelli principali bisogna andare ben avanti nella Ruota del Tempo.

Sono molti gli elementi che separano le due saghe. Il diverso peso della magia, il tasso di mortalità, la presenza del male assoluto, anche se non si può escludere che gli Estranei martiniani possano in futuro interpretare questo ruolo. Eppure i personaggi dei due autori sono ugualmente umani e allo stesso modo faticano fra mille incertezze per costruire il loro futuro. La distanza maggiore fra le due saghe, probabilmente, è costituita dal fatto che lo sguardo di Martin è puntato più in basso, verso il quotidiano.

Martin si è spesso lamentato (15) che molti fantasy più che il Medioevo ricordino Dysneyland. Ci sono castelli, principesse e cavalieri, ma questa è solo la superficie. Mancano cose pure presenti a quei tempi come i cani che razzolavano nei saloni o la malattia e le carestie, così come manca la comprensione di cosa siano davvero le differenze sociali. Tutti elementi che nella sua saga sono invece ben presenti e che, insieme alla straordinaria caratterizzazione dei personaggi, l'hanno fatta amare anche da chi non ama il fantasy.