Come hai scoperto l’interesse per il genere fantasy?

L’ho scoperto tardissimo, quando un amico mi ha regalato Il trono di spade di George R.R.Martin. A pagina 10 ho capito che mi era capitato qualcosa di buono nella vita. Alla fine del libro ero così presa che mio figlio è caduto in un ghiacciaio e non me ne sono accorta … a mia discolpa dirò che c’era lì presente mio marito, formidabile superbabbo, che lo ha prontamente ripescato e avvolto in una coperta. 

Dopo l’esperienza Martin ho letto molti altri fantasy, soprattutto quelli di genere avventuroso. Ho evitato, però, di farlo in vicinanza di ghiacciai, precipizi e in mezzo alle autostrade. Tra i libri che mi sono più piaciuti ci sono Le cronache di Sjala, di Alexej Pechov. Harold il ladro è stato il mio principale ispiratore quando ho creato la città di Rothmor Zays. Ecco, scrivilo bene: P-E-C-H-O-V. Chissà se la Fanucci, nel caso leggesse questa intervista, si deciderà a tradurre il terzo romanzo della trilogia, ormai ho quasi perso le speranze…

Da dove nasce l’idea del tuo racconto? 

Quando è nato il progetto dei Fantasy Tales ero in panico, perché non mi era mai capitato di lavorare sulla scrittura a ritmi prefissati, e io sono lenta e meticolosa. Gli altri autori postavano idee alla velocità della luce, mentre io ero ancora in alto mare. Come se non bastasse, tutte le trovate (poche!) che avevo, si scontravano con quelle degli altri, e Andrea non voleva, giustamente, avere dei doppioni. È stata la mia fortuna, perché mi sono resa conto (moolto lentamente, come al solito) di avere già il progetto pronto: il romanzo che stavo scrivendo! Ho fatto un prequel, utilizzando alcuni dei personaggi, e mi sono trovata la strada pronta.

C’è qualche episodio in particolare che ti ha influenzato?

Mentre scrivevo il secondo capitolo, la protagonista si arrampicava su un albero dalle foglie blu. La mia figlia numero uno era nella stanza e io le ho chiesto se potevo metterci un platano. Lei si intende di alberi quanto me, cioè poco, quindi non sapeva cosa consigliarmi, ma ha concluso: “Però la parola platano fa ridere, e così anche la parola oboe”. La frase mi ha mandato in brodo di giuggiole. Ero davanti al computer, e l’ho scritta. Dieci minuti dopo era nella bocca della mia protagonista. Insomma, l’ossessione delle parole di Phan Mitràl è la stessa di mia figlia Eva. Che è anche la disegnatrice del mio sito.(www.lacittadelleombre.it).

Quale messaggio volevi trasmettere al pubblico con il tuo racconto?

Il mio gusto per l’avventura, immagino, nato da un’infanzia di lettrice accanita. Ho divorato Salgari, Stevenson, Verne, il Corriere dei piccoli (all’epoca ricchissimo di fumetti avventurosi). Ricordo ancora un pomeriggio in cui, nella camera dei miei cugini, scoprii Flash Gordon. E il mio primo amore (dopo Yanez, ovvio!): il principe Barin.

Ci descrivi l’esperienza dell’editing?

Prima di cominciare a scrivere ci eravamo accordati per fare letture incrociate tra noi autori, prima di inviare ad Andrea. A me era capitata Simonetta Fornasiero, detta “la forca caudina” che ha uno stile elegantissimo e che con i suoi commenti sui miei scritti mi era stata maestra. Dire che ero nervosa è un eufemismo! In seguito ho scoperto che lei lo era quanto me, e per la stessa ragione… da ridere!

Andrea Franco mi ha aiutato chiarendomi dei punti che non avevo capito sul PdV (quel maledetto PdV mi rovinerà l’esistenza, lo so!). Insomma, non si finisce mai d’imparare, e questo è molto bello. 

Puoi descriverci l’esperienza di collaborazione con il curatore della collana fantasy della Delos?

Andrea è fantastico. Non solo è stato sempre disponibile, anche telefonicamente, ma si è assunto di volta il volta il ruolo di psicologo e di Caterpillar, triturando qualsiasi dubbio gli mettessi davanti. 

Con me ha assunto una tattica vincente: mi ha dato fiducia sempre, anche quando ne avevo poca io, cosa che mi ha incoraggiato moltissimo. E la cosa non gli deve essere stata facile, visto che aveva delle scadenze ferree da rispettare. Insomma, ha avuto nervi d’acciaio, un guerriero nato …

Puoi anticiparci qualcosa del prosieguo, senza troppi spoiler?

Il secondo racconto avrà come protagonista un personaggio che è comparso solo di sfuggita nel primo racconto: il guerriero mezz’orco, Ianu Sholl, che si lancerà sulle tracce di Phan Mitràl e  scoprirà una serie di nuovi risvolti su quanto è successo. Si profilerà anche l’ombra di quello che è il vero orchestratore degli eventi: la spia degli elfi, lo Spettro.

Il racconto contiene, a mio avviso, una delle scene di combattimento migliori che ho scritto, ed è un po’ più cupo del precedente… anche perché è ambientato, in buona parte, in un dungeon (ebbene, sì, mi piacciono i videogiochi!).

Progetti per il futuro?

Spero che i Fantasy Tales continuino, perché mi piacciono tantissimo: sia leggerli sia scriverli. Però mi piacerebbe anche partecipare ai contest più gettonati del momento, Chew 9 e The tube. Se riesco a diventare più veloce a scrivere!