Il tuo approccio alla scrittura (in genere) e a quella horror di The Tube.

Credo che la scrittura avvicini l'uomo (inteso nel senso più ampio del termine, ovviamente) alla figura del demiurgo. Plasmare mondi credibili e personaggi affascinanti nel vuoto di una pagina intonsa e dar loro vita con l'inchiostro della fantasia è cosa di un certo fascino. Un vero e proprio Big Bang in salsa letteraria, per così dire, anche se purtroppo (o per fortuna) non è un'impresa semplice. Nel caso specifico di The Tube, il succo del discorso è il medesimo, con la “piccola” eccezione che la pagina su cui stendere l'inchiostro non è intonsa ma già delineata dall'elegante grafia di altri demiurghi (tra cui Franco, al cui “Big Bang” si deve la creazione della serie).

Puoi descriverci l’esperienza del contest di The Tube ?

Emozionante e difficile. Emozionante perché offre la possibilità di confrontarsi su lavori di qualità professionale, difficile per… be', lo stesso motivo, ma in più c’è lo scoglio della collaborazione-lotta sul tempo con altri autori. Una palestra per cuori forti, in grado di elargire grandi soddisfazioni così come grandi delusioni, proprio per il suo aspetto di intrinseca competitività.

Ricordo di aver puntato molto sul primo racconto (L'antro di Jona), nato dalle ceneri di un lavoro precedente già scavalcato dall'evolvere degli eventi e poi entrato nella serie parallela The Tube Exposed. È stata davvero una gioia vederlo selezionato da Franco. Il secondo (fuso con quello di Carlo ne L'alveare) è stato invece più una sorpresa (pensavo che anche questo fosse stato scavalcato dagli accadimenti) e ha richiesto una dose di lavoro accessorio, allo scopo di plasmarlo ai capitoli precedenti di The Tube non ancora pubblicati.

Ci parli dell’esperienza di scrivere in coppia per la selezione?

Interessante, anche se in realtà non difficile, dato che solo nell'ultimo capitolo avviene la “fusione” tra i nostri due racconti. Collaborare con Carlo è stata in ogni caso una esperienza piacevole.

Quali consigli daresti a coloro che partecipano alla selezione?

Per prima cosa studiare bene i personaggi e i loro intrecci e solo dopo cercare di abbozzare una storia partendo da solide basi conoscitive. Mai dare nulla per scontato e, soprattutto, essere veloci, perché The Tube è un treno che non si ferma per nessuno.

Quali gli elementi che distinguono The Tube dalle altre storie Horror?

Sul piano concettuale, direi la molteplicità degli autori coinvolti. Un'impresa già di per sé non da poco, anche se c’è la supervisione esperta e attenta di Franco. A livello contenutistico, la particolare varietà di situazioni e soluzioni partorite dalla “mente-alveare” che ha scritto la serie.

Ci descrivi, senza troppi spoiler, la trama del tuo racconto?

L'alveare (The Tube n°8) nasce dalla fusione di due racconti, il mio e quello di Carlo Vicenzi. La trama si dipana su due eventi concomitanti: da un lato Tea e Furio alla disperata ricerca dell'unica soluzione che potrebbe forse salvare Nico e che si trova all'interno del laboratorio da cui la stessa Tea era fuggita, dall'altro le vicende di Jona (già protagonista di The Tube Exposed n°2) che si unisce a Milagros e Julian nel cammino verso la stazione 28. Un cammino che metterà seriamente a rischio le loro vite.

Ci anticipi qualche elemento del prossimo racconto?

No. Scherzi a parte, al momento ho diverse idee per la testa ma nulla di concreto. E poi… meglio non parlare di lavori che potrebbero non vedere mai la luce.

Progetti per il futuro?

Cercare di migliorare la mia tecnica di scrittura e l'inchiostro della mia fantasia. Poco? Spero di no.