Memorie degli Euritmi – Caesar
Memorie degli Euritmi – Caesar

M: Appunto, per me è un gran complimento, perché ritengo che creare opere stilisticamente omogenee sia l’aspetto più difficile, nei romanzi a quattro mani (e due teste). La versione finale dei nostri lavori, quindi non soltanto di Memorie degli Euritmi – Caesar, è soprattutto opera mia. Rimaneggio le bozze di Fabrizio, integro con le mie scene, aggiungo le descrizioni… insomma, mi occupo della scrittura vera e propria. Quindi sì, sapere di essere riuscita nel mio intento, e cioè creare un romanzo in cui la scrittura abbia un solo stile, mi riempie di soddisfazione.

Come conciliate la scrittura con le normali occupazioni della vita reale?

F: Per nostra sfortuna (o fortuna) il lavoro qui al Sud è poco e tra un mio lavoretto e un altro e una laurea e l’altra di Marina, siamo riusciti a trovare una certa continuità di scrittura, che ci ha permesso di sfornare una gran quantità di pagine, tra romanzi e racconti. E poi, personalmente, la scrittura è un hobby che mi diverte, quindi almeno mezz’oretta al giorno riesco sempre a dedicargliela (anche se gran parte del mio lavoro lo svolgo nelle lunghe passeggiare, durante le quali penso a trame, personaggi e dialoghi).

M: Io sono più incostante di Fabrizio, probabilmente perché lo studio prima e i miei lavori adesso mi hanno sempre costretta a lunghe giornate alla scrivania e/o davanti al computer. Al momento scrivo soprattutto il venerdì, il sabato e la domenica, ma mi piacerebbe riuscire a essere costante e a ritagliarmi almeno un’ora (meglio due) al giorno. È uno dei miei obbiettivi per il futuro.

Avete mai pensato a una città diversa da Catania per il romanzo?

F&M: Ci capita spesso di essere indecisi (leggi: discutere tra noi) su dove ambientare un’opera, ma per Memorie degli Euritmi – Caesar non abbiamo avuto dubbi: o Catania o niente. Visto che non possiamo spiegare i motivi pratici legati alla trama (rischio spoiler!), ci limitiamo a dire che, come esordienti, volevamo riuscire a giostrare al meglio il romanzo, e per farlo è stato automatico utilizzare un ambiente conosciuto. Inoltre, Leonardo è un nostro coetaneo e conterraneo, in parte ci rappresenta (Fabrizio, soprattutto) e ci è piaciuto sia inserirlo in una situazione assurda e a tratti folle, sia seguirlo nella realtà quotidiana; realtà che comprende problemi con i quali tutti noi siamo costretti a confrontarci, come la crisi del lavoro, la società scollata dai valori e, aspetto forse scontato, qui a Catania, la criminalità.

C'è un personaggio, anche un comprimario, che vi rappresenta di più (se non spoileriamo troppo) nel romanzo? Intendo, individualmente.

F: In piccola parte mi rispecchio un po’ in tutti i personaggi. Per ovvie ragioni sono molto vicino al protagonista, Leonardo, e alle difficoltà economiche e di realizzazione personale che affronta. Ma crescendo in una città caotica come Catania, sono capace di trovare punti di contatto anche con un personaggio comprimario come Santo Malosangue, considerata, ogni tanto, la mia poca civiltà nella guida (non imitatemi!) e alcuni comportamenti (per chi ha letto il libro: sia chiaro che le somiglianze finiscono qui!).

M: Ogni personaggio ha qualcosa degli autori, ma penso che siano Ada e Alice le due con cui sento più affinità. Soprattutto la seconda. Mi permetto una piccola anticipazione: esiste un possibile seguito a Memorie degli Euritmi – Caesar, e lì Alice potrebbe essere un personaggio più approfondito, con un suo punto di vista tutto suo.

Come avete gestito la complessa rete di eventi e di intenzioni dei personaggi durante la scrittura? Schemi, diagrammi, lavagne o cosa?

F: Tanta memoria, che per diversi mesi mi ha reso uno zombie che vagava per strada senza accorgersi di nulla. Scherzo (non troppo). In realtà ho pagine e pagine di appunti che poi discutevo con Marina. Ricordo che la parte più difficile è stata intorno alla duecentesima pagina, cioè alla prima vera missione di Leonardo; ho riscritto quei capitoli così tante volte da odiarli…

M: Ne parliamo tanto e sì, prendiamo un gran numero di appunti. Diciamo che di solito Fabrizio crea gli schemi di base mentre io segno, tra pc e block notes, tutte le modifiche, le aggiunte, le incongruenze eccetera.

Sono nati prima i personaggi o l'ambientazione?

F: L’embrione di Memorie degli Euritmi – Caesar che avevo in mente era veramente poca roba: un ragazzo trentenne che riesce a creare una moneta dal nulla. Poi, ispirato anche dalla fantastica ambientazione russa della saga dei Guardiani della Notte, ho sfruttato i luoghi di Catania per creare vicende e personaggi.

M: Così come – ne abbiamo già parlato – il tocco finale è stato il mio, quello iniziale è opera di Fabrizio. Lui è stato sbrigativo, nella risposta, per cui tocca a me, che gli ero vicina come consulente-lettrice-coautrice, essere più dettagliata. L’ambientazione e il protagonista sono nati insieme. Fabrizio ha iniziato a scrivere i primi capitoli di getto, senza avere ben chiaro dove volesse andare a parare. Forse è per questo che ha impiegato qualche tempo, inizialmente, a convincermi a collaborare al progetto.