L'agente della CIA James Silva ha un passato da bambino prodigio segnato da tragedie famigliari. Rimasto orfano in tenera età mette al servizio della CIA il suo talento come capo operazione di una task force super segreta chiamata Red Zone, capace di risolvere con la violenza ciò che la diplomazia non può fare. Del gruppo fa parte anche Alice, il cui informatore Li Noor è venuto a conoscenza dell’ubicazione di materiale estremamente pericoloso. In cambio del codice che blocca hard disk che contiene dati sensibili, Noor chiede asilo politico negli Stati Uniti. Per evitare la strage il governo accetta e Silva insieme alla sua squadra ha il compito di scortare l’informatore sull’aereo che lo farà espatriare, ma si tratta di percorrere 22 miglia infuocate, poiché il governo indonesiano è disposto a tutto pur di non perdere il proprio uomo.

Mark Wahlberg e Peter Berg tornano per la quarta volta a girare insieme dopo Lone Survivor Deepwater – Inferno sull'oceano e Boston – Caccia all'uomo, nell’ennesima spy story che mette bene in chiaro dalla prima inquadratura ciò che intende fare: non essere originale. Ci riesce nei dialoghi sparando una frase d’effetto al minuto, nel montaggio sincopato con stacchi d’inquadratura di pochi secondi, nella recitazione con Mark Wahlberg solita faccia di ghiaccio e capo gruppo sociopatico come ai tempi di The Departed. 

Berg è così smaccato nel dare a tutti costi ritmo al film che usa a ripetizione l’inquadratura dell’elastico che Silva ha al polso, e che ha l’abitudine di tirare in continuazione per calmarsi. Per tutta la prima parte lo schema è: primo piano, frase ad effetto, elastico. Quando poi l’azione viene spostata all’esterno, con la corsa verso l’aereo, le cose non vanno meglio e all’elastico si sostituisce il team della red zone, che guida con i sui computer connessi a tutto gli eroi verso la salvezza. Ci sono le sparatorie, un po’ di arti marziali e un John Malkovich piazzato lì non si sa bene perché. 

Berg prova ad esorcizzare la noia con un colpo di scena telefonatissimo e un finale che vorrebbe dare il via a due sequel e una serie TV. Speriamo di no.