Clint Burton (Jeremy Renner) si vuole solo godere qualche giorno di vacanza a New York con i figli. Ma la vita non è semplice se sei un ex vendicatore che quella città a contribuito a salvarla. Può succedere che vedere la tua vita rappresentata in un musical ti faccia un brutto effetto.

Cosa può andare peggio? Trovarsi coinvolto in un pasticcio causato da Kate Bishop (Hailee Steinfeld) una ventiduenne troppo curiosa, che si è trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato, indossando il costume di Ronin, ovvero l'identità con la quale un amareggiato Occhio di Falco mieteva vittime tra i criminali durante il Blip.

Hawkeye
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Kate è cresciuta nell'ammirazione per Occhio di Falco, l'eroe che durante la Battaglia di New York si opponeva agli alieni con solo arco, frecce e tanto coraggio, e che le ha salvato a suo tempo la vita. Tanto da diventare esperta di arti marziali e campionessa di tiro con l'arco. Una passione che l'ha anche messa nei guai.

Ora che le loro strade si sono incontrate di nuovo i due dovranno districarsi tra mafiosi in tuta e i  vecchi nemici di Ronin, desiderosi di vendetta. E quali sono i piani e le motivazioni del misterioso Jack Duquesne (Tony Dalton), patrigno in pectore di Kate, in quanto aspirante a sposare la madre di lei, Eleanor (Vera Farmiga)?

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Le prime due puntate della miniserie Hawkeye hanno l'innegabile pregio di voler mettere sotto i riflettori un personaggio che, pur essendo apparso in sei film, non ha avuto finora la ribalta che meritava. Con la sua struttura da action movie natalizio vengono in mente i classici del genere, come Die Hard. In due ore la vicenda appare ancora all'inizio, distesa su una lunghezza di sei puntate complessive. Non sembra però, almeno a giudicare le prime due puntate, averne il giusto respiro. Tanto che alcuni passaggi, sia pure spassosi, sembrano riempitivi, più simili alle missioni di contorno di alcuni RPG che effettivamente necessari alla trama.

Hawkeye
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Altro non posso dire per non spoilerare. La miniserie appare ben costruita, con un budget e una messa in scena che non la farebbe sfigurare al cinema. Molto suggestiva, per esempio, è la sequenza in cui vediamo la battaglia vista in The Avengers dal punto di vista della piccola Kate.

La tensione narrativa, sia pure un po' diluita, non manca. Così come efficace è la gestione del rapporto mentore/allieva tra i due personaggi. Brava è Hailee Steinfeld, e anche Jeremy Renner, nonostante la sua non ampia gamma di espressioni, è convincente nel ruolo di uno stropicciato e pesto eroe riluttante.

È innegabile che la migliore comprensione possibile di Hawkeye si abbia avendo visto i film MCU, ma ritengo che, vista come una storia isolata, sia consigliabile a tutti, sia a fan Marvel che a spettatori occasionali, che penso possano bene essere introdotti a questo mondo dai flashback.