James Haywood vive con il padre in un ranch isolato in un paesino della California. L’attività di famiglia è quella di addestrare cavalli per farli partecipare a film o a spot pubblicitari, ma gli affari non sembrano andare bene e peggiorano quando muore il capo famiglia a causa di un bizzarro incidente, investito da piccoli oggetti piovuti dal cielo. In soccorso di James, costretto a vendere i suoi cavalli a Brian un ex attore bambino ora proprietario di un parco giochi, arriva la sorella Jill più incline a gestire i rapporti umani ma meno affidabile con gli animali. L’uomo però, dopo aver assistito a misteriosi avvistamenti nel cielo notturno, è sempre meno incline a credere che la morte del padre sia stato un banale incidente. Dopo aver istallato delle telecamere che riprendono costantemente il cielo il dubbio diventa certezza.

Dopo una interessantissima opera prima Scappa – Get Out e un interessante secondo lavoro Us, Jordan Peele torna con Nope al cinema e al fantastico, virando però verso la fantascienza più che all’horror. Visti i precedenti era doverosa la curiosità nel capire se il regista newyorkese avesse di nuovo fatto centro, così come qualche mese fa ha destato interesse la nuova opera di Robert Eggers The Northman e come sarà per Disappointment Blvd di Ari Aster in uscita nel 2023. Tre autori che hanno affrontato l’horror in modo molto diverso con la volontà di dare una dimensione autoriale forte e personale. Nel caso di Peele l’utilizzo del genere corre in parallelo al messaggio politico: Get Out è certamente un horror ma anche un film in cui i bianchi vogliono impossessarsi del corpo dei neri, così come Us raccontava di una società di poveri letteralmente sepolta.

Nel caso di Nope sono gli animali e il rapporto che l’uomo ha con essi, la loro imprevedibilità e se sia lecito o possibile addomesticarli a interessare Peele. In questo senso è chiarificante l’episodio dell’orango protagonista di una sitcom, che sembra una parentesi avulsa dal resto del film, ma che è invece inserito per dare una lettura chiara senza però cadere mai nella trappola della morale. Nope non è un film ecologista, tanto quanto non è solo un horror o una pellicola di fantascienza. Pone, attraverso una narrazione incalzante lo spettatore in una situazione di disagio etico, e Peele è bravissimo a non calcare mai la mano, mantenendo in un equilibrio miracoloso, intrattenimento e pensiero.  

Chi vorrà guardare Nope come un semplice film di fantascienza non rimarrà deluso, ma non lo sarà neanche chi ci vorrà vedere qualcosa di più.