Il potenziale narrativo scaturito dalla saga di Predator è molto vasto e lo hanno dimostrato tutti i film, fumetti e videogiochi prodotti fin dall’uscita del primo capitolo del 1987 con Arnold Schwarzenegger.

Il regista Dan Trachtenberg ha dimostrato con il nuovo capitolo animato in computer grafica Predator: Killer of Killers di saper maneggiare bene il materiale, poiché ha già diretto anche il recente Prey con una convincentissima Amber Midthunder nei panni della protagonista umana. Così come in Prey anche qui viene offerto un ulteriore sguardo sul mondo di Predator, discostandosi dal canovaccio seguito fino al 2018, pur inserendo alcuni omaggi alla saga.

Predator: Killer of Killers
Predator: Killer of Killers

L’indole della specie Yautja è quella di viaggiare nello spazio per combattere le creature più forti del pianeta, sconfiggerle e tornare a casa con dei trofei, solitamente crani accuratamente lavorati e armi locali. In questa storia corale, che vede tre protagonisti affrontare gli alieni in epoche differenti, la formula varia il minimo indispensabile per raccontare una storia nuova, ma l’anima resta immutata e ci offre l’occasione per approfondire meglio la cultura e le tradizioni di questa spietata società che fa dell’orgoglio in battaglia la propria ragione di vita.

Predator: Killer of Killers
Predator: Killer of Killers

Con l’animazione è possibile spingersi in coreografie complicate da realizzare in un live action, permettendo di mettere in scena combattimenti molto violenti e di grande impatto. All’inizio lo stile un po’ “scattoso” potrebbe disturbare, ma si fa velocemente l’abitudine e proseguendo ci si rende conto che è funzionale all’azione che si vuole mettere in scena. Inoltre, non avendo limiti tecnici per i costumi, il design di ogni Yautja è ben curato e le loro armi sono letalmente creative.

Predator: Killer of Killers
Predator: Killer of Killers

Ogni storia lascia abbastanza spazio ai conflitti tra umani per entrare nell’ambientazione, farci conoscere i personaggi e dare il tempo all’alieno di studiare le tecniche di combattimento delle proprie prede, per poi arrivare allo scontro finale. Ciascun capitolo, perciò, arriva lentamente allo scontro col nemico, ma quando arriva è spettacolo garantito.

Predator: Killer of Killers
Predator: Killer of Killers

Ogni storia ha un tema e un simbolo identificativo: lo scudo per la protagonista vichinga, la spada per il Giappone, il proiettile per il pilota americano. Anche il carattere dei sottotitoli si adatta al periodo storico e allo stile della storia. Questi sono dettagli curatissimi che arricchiscono l’aspetto artistico generale e hanno una valenza importante per tutto il film. Il secondo capitolo, per esempio, ambientato in Giappone è praticamente muto e quando i personaggi parlano fra loro lo fanno proprio quando hanno qualcosa di importante da dire.

Predator: Killer of Killers
Predator: Killer of Killers

Non avendo connessioni dirette alla saga cinematografica “classica”, Predator: Killer of Killers è un prodotto che può essere apprezzato anche da chi non ha mai visto nulla prima d’ora e allo stesso tempo appaga gli appassionati perché offre alcune versioni di Yautja totalmente inedite, segno che sono maestri del combattimento in qualsiasi teatro di guerra. Un validissimo prodotto di intrattenimento per chi ama l’azione, la fantascienza (più fanta che scienza) e, sì, anche un bel po’ di sangue, sia rosso che verde.