Due orfani, il diciasettenne Andy e la sorellina ipovedente Piper, vengono affidati a Laura, una ex psicologa dei servizi sociali che ha già in casa in affido un bambino con evidenti segni di trauma in casa. La donna è inizialmente molto materna e accogliente, ma gradualmente le cose si rivelano differenti da come sembravano all'inizio, e per i ragazzi la permanenza nella casa diventa una lotta per la sopravvivenza.
Entriamo quindi gradualmente nell'anima oscura di Laura, una strepitosa Sally Hawkins, una donna traumatizzata, con la quale però non empatizziamo, perché l'efferatezza e la cura metodologica con la quale la donna opera i suoi maltrattamenti fisici e psicologici non lasciano spazio a sentimenti che non siano disgusto e ribrezzo.
Il punto di vista principale è quello di Andy, sul quale Laura effettua un sistematico gaslighting, cercando di screditarlo agli occhi della sorella, nonché di quegli adulti ai quali il ragazzo si rivolge per cercare aiuto.
Di accumulo in accumulo, si arriverà al momento in cui sarà chiaro lo scopo finale di Laura, e cosa sia necessario per fermarla.

I fratelli australiani Danny Philippou e Michael Philippou confermano la loro cifra stilistica in un horror disturbante. Una storia di abusi fisici e psicologici su minori, con ambiguità sul lato paranormale. La resa visiva è apparentemente minimalista, in realtà è curatissima, con primi e primissimi piani estranianti. Il piano sequenza di una delle scene più drammatiche del film segna proprio il culmine della tensione. Splatter e mortificazioni dei corpi non mancano, se piace il genere, e suscitano profondo ribrezzo.
Anche l'immersione sonora contribuisce all'esperienza disturbante, immergendo lo spettatore nel mondo ovattato in cui il giovane Andy comincia a dubitare della sua percezione.

Un valore aggiunto è dato dalla qualità dell'interpretazione, non solo la sempre ottima Sally Hawkins, ma anche Billy Barratt nel ruolo di Andy e la giovane ipovedente Sora Wong nel ruolo di Piper.
La mitologia costruita dagli sceneggiatori Danny Philippou e Bill Hinzman è sullo sfondo, non chiara ma percepibile. Lo scopo è concentrarsi sulla cornice narrativa ritagliata sui personaggi, la loro vicenda e le loro percezioni, oltre che lasciare lo spettatore in un territori ambiguo: realtà, fantasia soprannaturale, realismo magico?
Allo spettatore il compito di analizzare quanto gli resta dopo la visione del film, a seconda della propria percezione.
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