Dopo la morte di Darken Rahl, Richard e Khalan tornano dal Popolo del Fango per sposarsi, ma le forze delle Tenebre sono ormai all’opera. L’apertura della scatola dell’Orden ha creato una lacerazione nel velo magico che separa il mondo sotterraneo, regno dei morti, da quello dei vivi, e portato alla luce la Pietra delle Lacrime, un gioiello di incredibile potere.

Zedd decide di nascondere la pietra perché sa che se dovesse cadere nelle mani sbagliate potrebbe essere usata per distruggere del tutto il velo e il Guardiano potrebbe uscire dal mondo sotterraneo con conseguenze catastrofiche per il mondo dei vivi. Solo Richard potrà impedire che questo avvenga poiché è l’unico in grado di ricucire lo strappo del velo.

Ma Richard ha anche un altro grande problema da risolvere: usando la Prima Regola del Mago, egli ha scatenato in maniera incontrollata i suoi poteri magici latenti e ora questa energia minaccia di ucciderlo a meno che non accetti l’aiuto delle Sorelle della Luce, una misteriosa confraternita di incantatrici, da tutti ritenute una leggenda e che invece da secoli si dedica all’addestramento dei maghi.

Questo secondo libro della saga della Spada della Verità di Terry Goodkind evidenzia gli stessi difetti del primo, anche se risulta comunque un bel libro, se possibile perfino migliore.

Qui l’autore consolida la personalità e le caratteristiche dei suoi protagonisti, rimanendo totalmente adeso a ciò che ci si aspetterebbe leggendo il primo romanzo; solo questi vengono un po’ più approfonditi, ma come per il libro precedente, questa cosa non disturba.

Anche in questo libro l’autore si ispira a piene mani alla Saga della Ruota del Tempo di Robert Jordan; nel quarto romanzo di Jordan, ad esempio, esiste un personaggio secondario che si chiama proprio “Il Cercatore della Verità”... certo che Goodkind non si è sprecato troppo nell’inventarsi qualcosa di originale. Le Sorelle della Luce e quelle dell’Oscurità sono una pallida e confusa imitazione delle Aes Sedai e dell’Ajah Nera, con tanto di rituali iniziatici.

Alcuni personaggi comprimari del primo libro qui scompaiono - grazie a Dio... - o scompariranno presto. Il mondo creato da Goodkind si allarga, geograficamente, annettendo nuovi regni e regnanti. La mappa estremamente scarna, però, dà l’impressione che sia un mero escamotage narrativo, quasi l’autore avesse ideato qualcosa di volutamente vago per poi poter creare regni mai sentiti prima senza doverne giustificare l’esistenza, ossia senza aver troppi particolari passati a cui attenersi... sembra una furberia.

Il timore che la trama fosse meno avvincente del primo libro svanisce subito, anzi, anche se la scomparsa di Darken Rahl lascia un certo vuoto, la presenza del Guardiano lo riempie subito.

Una cosa fastidiosa, che si ripete anche nei libri successivi, è l’accenno alla possibile nascita di un figlio di Richard e Kahlan, che magicamente parlando potrebbe rivelarsi estremamente pericoloso per tutte le terre centrali. La cosa fa supporre che prima o poi questo fantomatico figlio creerà degli sconvolgimenti tali da dare all’autore l’occasione di narrarne le sue gesta per esteso...

A tal proposito, mi pare Terry Goodkind voglia suggerire le trame future con brevi accenni, sorvolando sui dettagli, senza però riuscirci con eleganza; anzi, ciò che vorrebbe fosse velato risalta come una mosca bianca (in un piatto di caviale).

Comunque anche questo libro è davvero godibile, nonostante le sue numerose pecche, e si legge tutto d’un fiato nonostante la sua lunghezza. Anche in questo caso vale lo stesso avvertimento del precedente: leggetelo se avete voglia di un intrattenimento privo di pretese e se volete un libro facile, magari prima di cominciare a leggere autori e saghe più complessi, come Martin o Jordan o Feist e così via.