Fumetto e cinema, ci risiamo. Anche se questa volta, purtroppo, sarebbe stato meglio non esserci stati (in sala) ed essersi goduti il sole e il mare. Non che le aspettative per questi Fantastici 4 fossero particolarmente elevate, per carità; nonostante il budget astronomico i nomi dietro e davanti alla macchina da presa non promettevano certo scintille. A dire il vero di scintille se ne sono viste un bel po’, tutti quei milioni spesi in effetti speciali alla fine si sono fatti notare. Scintille, raggi cosmici, scariche elettriche… addirittura una supernova. Il tutto accompagnato da una buona dose di effetti sonori, roba da far tremare la sedia mentre Johnny Storm sfrecciava tra i grattacieli di Manhattan: molto rumore su nulla.

La sceneggiatura di questo blockbuster sembra uscita dal quaderno di un bambino. Tutto scontato in modo deprimente. Non un guizzo, non una battuta che si ricordi (se non per la ridicola ovvietà), non un momento di tensione. Azione, solo quella, e nemmeno di particolare efficacia. Spicca in negativo la caratterizzazione dei personaggi, abbastanza simili al fumetto nell’accezione più negativa del termine: piatti, a due dimensioni, disegni da cui escono frasi stilizzate racchiuse in nuvolette. E pensare che il fumetto sta compiendo con grande successo il percorso inverso, generando personaggi sempre più intriganti e corposi. Qui abbiamo l’arrivista senza scrupoli, lo scienziato buono, il giovane sbruffone, la ragazza romantica, l’amico che si sacrifica. Stereotipi con la S maiuscola, senza alcuna sfumatura che possa renderli in qualche modo interessanti. C’è una scena del film in cui si vede un modellino giocattolo della Cosa ripetere con voce metallica: “è tempo di distruzione”. Ecco, i personaggi del film sono così, burattini.

E pensare che il potenziale era enorme, almeno quattro volte superiore a quello di tutti gli altri super-eroi. Abbiamo visto Peter Parker dietro Spider-Man e Bruce Wayne dietro Batman dare corpo a personaggi complessi e affascinanti, che hanno fatto la fortuna dei recenti film. Un approccio simile avrebbe potuto dare notevole spessore alla storia, giacché qui si presentava un fattore inedito e anomalo per i super-eroi in costume, tutto da sviluppare: l’assenza di maschere e dell’anonimato, con tutta la gamma delle conseguenze. Un tema che in questo film si risolve con un paio di sceneggiate inguardabili di Johnny Storm davanti alla folla di “tifosi”.

Nessuna nota di biasimo per gli attori, compreso Stan Lee che, dopo tanti cameo anonimi, per la prima volta interpreta un personaggio realmente preso dal fumetto: il postino Willy Lumpkin. E nessuna nota di biasimo nemmeno per il regista Tim Story, in fondo, che le sue buone scene da videoclip ce le ha mostrate. Cosa si può fare con la macchina da presa se sul copione c’è scritto più o meno così:

- Victor, ho fatto dei calcoli e tra una settimana passa una tempesta cosmica, perché non ci finanzi un viaggio nella tua stazione spaziale per osservarla, così ne guadagnerà tutta la razza umana grazie ai nostri studi sulle malattie?

- Va bene Reed, ma io mi prendo il 75% degli immensi guadagni economici che ne otterremo.

Come possono due attori rendere credibile una scena del genere? Non è stato che il preludio a una serie in grado di far provare vergogna a chi ha amato il fumetto. Tutto stilizzato e superficiale, tanto che nessuno ha capito il motivo per cui Mister Fantastic e la Donna Invisibile abbiano tutta questa smania di guarire dalla terribile malattia che li ha colpiti e che fa compiere loro gesti ed evoluzioni straordinarie (il sogno di chiunque) senza il minimo effetto collaterale. Che dire della Torcia Umana che esulta perché ha un’arma in più per rimorchiare le ragazze? O della Cosa che tutti evitano per il suo aspetto mostruoso ma la cui bellezza interiore è notata, indovinate un po’, da una non vedente? Originale, vero? Ah, giusto, il terribile dottor Destino, un importante uomo d’affari in crisi per il fallimento del progetto. Quale migliore idea per far vedere a tutti quanto siamo cattivi, se non mettersi ad ammazzare a caso le persone intorno? Non ci risulta che qualcuno lo abbia già fatto prima…

Cosa resta? Una buona colonna sonora, decisamente troppo buona per un film così, per la prima volta possiamo affermare che rende meglio all’ascolto del CD che non durante la visione.

Tutti gli amanti del fumetto, uno dei più riusciti di casa Marvel, attendevano con trepidazione di vedere i quattro eroi prendere vita. Almeno in questo c’è di che accontentarsi. Visivamente sono ottimi: bei costumi, grande resa dei superpoteri (soprattutto di Mister Fantastic e della Torcia Umana), davvero eccezionale il trucco di Ben Grimm. Davvero troppo poco, soprattutto se si pensa che, per evitare di perdere i diritti, il film è in lavorazione da oltre dieci anni. Sarebbe stato meglio pensarci ancora un po', tanto che anche noi vorremmo gridare: “è tempo di distruzione”. Sì, di questa pellicola.