Un impero della filibusta

Henry Morgan
Henry Morgan

Un Impero Pirata era il sogno di Edward Mansfield, leggendario ammiraglio corsaro delle flotte giamaicane. Dal passato misterioso (forse, con il nome di Mansvelt, era nato a Curacao, allora dominio olandese, poi il suo nome venne storpiato dagli inglesi), il corsaro voleva fondare, sulle rovine delle colonie spagnole, un Regno indipendente, ma il governatore di Port Royal negò sempre i finanziamenti necessari.

Dopo una misteriosa spedizione con il giovane corsaro Henry Morgan, durante la quale era stata conquistata l’inutile isoletta spagnola di Santa Catalina (gli obiettivi dovevano essere ben più ambiziosi), Mansfield, morì in circostanze misteriose alla Tortuga, forse avvelenato. Fu il primo a raggiungere il Pacifico attraversando l'istmo di Panama.

Henry John Morgan

Eri un grand’uomo, Morgan/ un re senza corona/ Quando alzavi le tue vele/ Eccoti ora sottoterra. (ballata gallese, XVII sec).

Henry John Morgan era giunto nei Caraibi più o meno all’età di vent’anni come semplice manovale di contratto (schiavo bianco di piantagione). Era nato nel Glamorganshire, circa nel 1635, per essere rapito a Bristol giovanissimo e portato alle Barbados. La sua carriera di manovale durò poco, e di certo prese parte all’invasione inglese della Giamaica del 1655. Non ci mise molto a stringere amicizia coi bucanieri di Tortuga per poi diventare un loro ufficiale. Non ci sono dati certi, ma pare sia stato uno dei fondatori della Fratellanza della Costa e uno degli autori del Codice della Pirateria. Nel 1667 il governatore di Port Royal lo nominò Ammiraglio dei pirati.  Saccheggiò tutti i Caraibi, comprese le grandi città di Maracaibo e Panama, nel 1671. Quest’ultima impresa lo consacrò a eterna fama, perché Panama era ai tempi la più ricca città del Nuovo Mondo e mai nessuno era riuscito a espugnarla.

Sir Morgan
Sir Morgan

In seguito fu ufficialmente arrestato dagli stessi finanziatori dell’impresa, fra cui lo stesso re d’Inghilterra Charles II. Fu tutta una finta, una formalità; in realtà non fece altro che farsi conoscere dall’aristocrazia inglese ed ebbe l’occasione di fare perfino da consulente ai governatori dell’India.

Alla fine gli fu conferito il titolo di sir, fu fatto governatore della Giamaica, con il dono di tutta una serie di proprietà terriere correlato. Aumentò molto di peso, come testimoniano i suoi ultimi ritratti, e di certo il vecchio vizio piratesco di brindare volentieri col rhum, non diminuì.

Ancora oggi viene citato ogni volta che si parla di pirati ed è più o meno il prototipo del grande filibustiere nell’immaginario collettivo. Non di rado viene soprannominato Il re dei Pirati.

Morì di cirrosi epatica il 25 aprile 1688, alle ore 11, nel suo letto di Port Royal, rispettato e riverito. Venne sepolto nel cimitero di Palisadoes. Dopo un maremoto del 1692, Palisadoes è diventata un’isoletta. Il cimitero con le spoglie del grande bucaniere si trova, ora,  in fondo al mare.

Il patto con il diavolo del capitano Lewis

Di dubbia nazionalità, parlava correttamente spagnolo, francese, inglese e dialetto degli indiani Mosquito. Catturato dagli spagnoli e imprigionato a L'Avana, riuscì a fuggire con altri 6 uomini e nel giro di brevissimo tempo riuscì a diventare capitano di una piccola imbarcazione con una ciurma di 40 pirati. Compì vari saccheggi dalla Carolina al Golfo della Florida.

Durante una caccia a una nave, in un momento di particolare difficoltà, i suoi uomini lo videro salire di corsa sulla scala di corda dell'albero maestro. Giunto in cima, Lewis gettò al vento una ciocca di capelli e gridò: "Buon Diavolo, tieni questi fino al mio ritorno". Lewis e la sua ciurma riuscirono così a catturare la nave contro cui stavano battagliando, e il capitano prigioniero fu trattato con grande rispetto. Lewis lo lasciò libero e gli consegnò perfino del denaro, dicendogli infine che, non appena avesse completato alcuni saccheggi, sarebbe andato a vivere in Carolina, dove avrebbero potuto diventare amici. Un giorno del 1726, Lewis venne avvisato che alcuni membri dell'equipaggio stavano organizzando un ammutinamento. Rispose che non poteva contrastare quello che era il suo destino, perché il Diavolo stesso gli aveva comunicato che, prima o poi, avrebbe potuto morire in quel modo.

Lewis fu assassinato nella sua cabina quella notte stessa.

William Kidd, da pirata a uomo onesto e ritorno

Il capitano Kidd, nella versione di Howard Pyle
Il capitano Kidd, nella versione di Howard Pyle

Più noto come Capitano Kidd, nacque in Inghilterra nel 1645. Trasferitosi nella Nuova Inghilterra, prese parte al conflitto con la Nuova Francia del 1688, dove si guadagnò riconoscimenti e onori da parte dei coloni per la sua abilità di navigatore.

Nel 1695 andò in Inghilterra, dove divenne capitano di vascello e ottenne da Guglielmo III l’incarico di reprimere la pirateria nel Nuovo Mondo.

Partì da  Plymouth nel 1696 e per un po’ fece il proprio dovere lungo le coste nordamericane, sgominando vascelli pirata francesi. Poi, stufo della mancanza di prede, diresse la sua Avventure Galley verso il Madagascar, dove cominciò ad assalire i mercantili orientali. Fece il colpo grosso quando saccheggiò la nave del Gran Moghul Indiano. Peccato che l’importante personaggio era alleato dell’Inghilterra. Tornato nelle Americhe, Kidd fu catturato e condotto a Londra, dove nel 1701 fu impiccato, unico pirata a venire giustiziato nella capitale.

Il fantasma del capitano Kidd è stato visto più volte a Wapping Old Stairs, nelle vicinanze del luogo dove avvenne la sua morte. Durante il primo strattone la corda si era spezzata ed era stato necessario ripetere l'esecuzione. Il suo cadavere era rimasto appeso alla forca come monito il tempo necessario perché fosse ‘purificato’ da tre maree.