Nubi scure e cariche di pioggia si addensano all'orizzonte del progetto di Peter Jackson e Guillermo Del ToroChristopher Tolkien, terzogenito di J.R.R. Tolkien, ha annunciato l'intenzione di opporsi alla realizzazione di due film tratti dallo Hobbit e da parte del Silmarillion.

Nonostante l'entusiasmo del produttore e del regista, nonostante siano state indicate precise scadenze per l'inizio delle riprese e l'uscita dei due film basati sullo Hobbit (notizie/9032/), e sebbene siano circolate le prime indiscrezioni relative al ritorno nella Terra di Mezzo di Ian McKellen, Andy Serkis e di Ian Holm (come voce narrante) e a un nuovo arrivo nei panni Bilbo Baggins (James McAvoy, il mister Tunmus delle Cronache di Narnia), le speranze e le attese dei fan e della casa di produzione potrebbero essere frustrate dall'apertura di un nuovo fronte nell'ormai epica battaglia legale che da anni vede contrapposti gli eredi di Tolkien e la New Line Cinema, proprietaria dei diritti di trasposizione delle opere del grande scrittore inglese.

Secondo quanto pubblicato dal Sunday Times, infatti, Tolkien JR sarebbe intenzionato a chiedere al tribunale californiano, in un'udienza che si terrà il prossimo 6 giugno, di proibire alla casa di produzione americana di utilizzare parte del materiale contenuto nel Silmarillion, indispensabile alla creazione di quel legame, accennato da Jackson e Del Toro, tra le avventure del piccolo Bilbo Baggins a quelle del nipote Frodo, e a giustificare il ritorno di Viggo Mortensen nei panni di Aragorn.

L'arzillo ottantenne fonda la sua pretesa sul fatto che il nuovo oggetto del contendere venne da lui curato e pubblicato nel 1977, quattro anni dopo la scomparsa del padre, e per tanto è da considerarsi escluso dall'accordo di cessione dei diritti firmato da Tolkien nel 1969.