C'è un nuovo Frank Drebin in città. E dal padre ha ereditato quel misto di idiozia, sfrontatezza e disprezzo delle regole del politicamente corretto che lo rese allo stesso tempo il miglior e il peggior poliziotto di Los Angeles.
Non siamo più negli anni '90, ma per Frank Jr. (Liam Neeson) il tempo non sembra essere passato. Come suo padre si troverà alle prese con un delitto, una femme fatale, la bella Beth (Pamela Anderson), e un cattivo dal piano contorto e malvagio Richard Cane (Danny Huston).
Ad aiutare (si fa per dire) Frank ci sarà Ed Hocken Jr, (Paul Walter Hauser), anch'egli "figlio d'arte", negli stessi sensi di Frank.
Così, tra gag cattivissime di dubbio gusto, enormi quantità di caffé, figure e figuracce, la città e il mondo torneranno (forse) a essere un luogo più sicuro.

La serie della Pallottola Spuntata, prodotta dal trio composto da Jim Abrahams e i fratelli David e Jerry Zucker, è un classico degli anni a cavallo tra la fine degli anni '80 e gli anni '90, composta da una fallimentare serie TV a cui però seguirono tre film di grande successo tra il 1988 e il 1994. Contribuì, insieme a L'aereo più pazzo del mondo, degli stessi produttori, al rilancio in chiave comica del suo protagonista Leslie Nielsen, sino a quel momento visto al cinema e TV in ruoli da "duro".
Senza timore reverenziale il regista Akiva Schaffer, anche sceneggiatore insieme a Dan Gregor e Doug Mand, sembra avere assimilato alla perfezione lo spirito dell'originale, con molto amore e rispetto. Produce Seth MacFarlane, uno dei pochi alfieri odierni di quel senso di comicità nuda e cruda, che parla alla pancia, autore di parodie realizzate con irrispettoso rispetto, frutto di amore per l'oggetto parodiato, come la trilogia di film di animazione in cui personaggi di Family Guy (I Griffin) interpretano i tre episodi di Star Wars della trilogia originale, o la serie live action The Orville, omaggio sperticato a Star Trek.

Liam Neeson, bietolone di grande successo del cinema, protagonista di capolavori come Schindler's List, ma anche in ruoli action come la serie dei Taken, restituisce lo stesso senso di estraneamento che provocò Nielsen all'epoca, mettendosi in gioco con la stessa autoironia, cosa che aveva già fatto proprio con McFarlane in Un milione di modi per morire nel West e in Men in Black: International. Ma funzionano anche Pamela Anderson, che gioca con lo stereotipo della bella e ingenua, ma potenzialmente pericolosa, così come Danny Huston in versione cattivo bondiano, ma che sembra riprendere in chiave malvagia quei tecnocrati che al giorno d'oggi vogliono imporre a suon di miliardi di dollari una loro visione della nostra società.
In realtà, questa parodia non è cattiva come sembra. Si satireggia, anche pesantemente, ma non sugli indifesi. Si tratta di un gioco che mette in evidenza la stupidità dei luoghi comuni, nonché come troppo spesso inclusività e politicamente corretto siano foglie di fico apposta sul più becero dei conservatorismi.

Insomma si ride di gusto proprio per questo, perché si prendono di mira anche personaggi discutilbili, luoghi comuni e stupidità. Spesso si ride anche del non-senso di certe situazioni, della loro paradossalità, capendo benissimo quanto siano assurde. E il meccanismo funziona, perché i tempi comici sono quelli giusti per fare scattare la sospensione dell'incredulità.
In conclusione, Una pallottola spuntata non è un film fuori dal suo tempo, tutt'altro. Semmai dimostra come, ora come allora, ci sia bisogno di uno sberleffo estremo e sboccato come risposta al dilagare della vera cattiveria, quella che fa male e, ahimé, fa tutt'altro che ridere.
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