Guardiani della Galassia di James Gunn è come una compilation preparata per un festa. 

Le avete presenti? Quelle scalette musicali che cominciano con un brano d'impatto (l'incipit in cui vediamo l'infanzia del piccolo Peter Quill), seguito da almeno un altro paio di brani ballabili (la sigla e la scena del recupero di un misterioso manufatto sferico). Dopo l'inizio fulminante poi arriva un alternanza di brani ballabili (gli incontri/scontri con i vari personaggi) e di "lenti" (momenti di dialogo tra i personaggi nei quali si fa il punto della situazione, approfondendone le motivazioni), fino al gran finale (lo scontro decisivo con Ronan L'Accusatore su Xandar), con dei brani di atmosfera che ci accompagnano fino alla fine della festa (l'epilogo).

Guardiani della Galassia è questo. Una piacevole avventura spaziale. Un manipolo di personaggi, perdenti e disadattati, fuori posto: Peter Quill (Chris Pratt), alias Star-Lord, un terrestre che, rapito e portato nello spazio a 8 anni, non ha conosciuto altro che la vita del delinquente spaziale; Gamora (Zoe Saldana) una guerriera, figlia adottiva del mega cattivone, Thanos (Josh Brolin), che ha invece dei seri motivi per odiarli; Rocket (la voce di Bradley Cooper), un bizzarro esperimento genetico, un procione intelligente quanto un essere umano, che cova una rabbia più che giustificata solo per il fatto di essere stato creato, per scopi misteriosi; Groot (voce di Vin Diesel), un albero umanoide con poteri incredibile, che esprime tutto il suo mondo con le diverse intonazioni della frase "Io sono Groot", compagno di avventura di Rocket; Drax il distruttore (David Bautista), un logorroico guerriero che persegue il suo scopo di vendetta nei confronti di Ronan L'Accusatore (Lee Pace), il cattivo di seconda fascia del film, il braccio operativo di Thanos.

A supporto dei personaggi principali ci sono nemici/amici come Youndu (Michael Rooker) il mercenario che ha allevato Peter sin da piccolo, oppure l'ufficiale dei Nova Corps Rhomann Dey (John C. Reilly), personaggi ambigui come il Collezionista (Benicio del Toro), oppure decisamente malvagi come Nebula (Karen Gillan) e Korath (Djimon Hounsou). Non mancano guest star di contorno come la Nova Prime Rael (Glenn Close), oppure il già citato Thanos (Josh Brolin) che agisce dietro le quinte.

La storia è semplice alla fine. Ci sono degli eroi loro malgrado, c'è un cattivo che ha dei piani per conquistare o distruggere la vita, l'universo e tutto quanto. Scopo della storia è arrivare al momento in cui il cattivo mangia la polvere, o peggio. In mezzo, scontri, battibecchi, incomprensioni, chiarificazioni, momenti belli, sorrisi e tragedie. Una mescolanza che ha un ritmo praticamente perfetto, con una sceneggiatura solida, puntellata da battute, dialoghi fulminanti.

Un prodotto di intrattenimento che fa il suo dovere fino in fondo insomma. Una missione compiuta per James Gunn, che si rivela perfetto uomo di produzione, gestore di attori, tecnici e risorse.

Gli attori si sono divertiti un mondo, e si vede, a giocare all'avventura spaziale.

Perché allora a questo film, senza apparenti difetti, con una colonna sonora con canzoni da urlo, tanti tanti momenti in cui ci si diverte di gusto, non elargisco 5 stelle?

Perché talvolta le opere imperfette sono tali perché c'è un tentativo di personalità. In questo caso manca l'autore. 

Mi direte che stiamo parlando di un film Marvel, ossia di un rappresentante di quella che al momento è una punta di diamante dell'intrattenimento hollywoodiano, ossia i Marvel Studios di Kevin Feige, non certo di un film "impegnato".

Seguitemi nel ragionamento. Guardiani della Galassia è un degno proseguimento della tradizione della space opera avventurosa che fu rinverdita, praticamente reinventata al cinema, da Star Wars.

Qualcuno ha anche detto, e scritto, che GdG è il "nuovo Star Wars". Io dico andiamoci piano. Star Wars ha sbaragliato i modelli produttivi hollywoodiani del'epoca, che non contemplavano per la fantascienza un alto budget. Il film di Gunn è uno dei migliori epigoni, ma non è il sogno di una vita di un folle visionario, ma un prodotto ben fatto di un industria che ha ormai una capacità consolidata di produrre simili prodotti di intrattenimento.

Inoltre, dove Star Wars attingeva a un immaginario che passava per fonti letterarie e cinematografiche di alto livello, da Frank Herbert ad Akira Kurosawa, Guardiani della Galassia è infarcito di (belle e simpatiche) citazioni delle citazioni.

Inoltre il film di Gunn ha un qualità del girato convenzionale, con immagini tagliate e illuminate in modo professionale ma senza guizzi o tentativi di virtuosismo (pensate a certi piano-sequenza di The Avengers, film imperfetto ma più autoriale pur nella sua essenza di block-buster), effetti speciali che sono di ordinaria amministrazione per un film di tale budget, non certo un nuovo punto di riferimento.

Sono difetti questi? No. È solo volere dare il giusto valore al prodotto.

Ad avercene di più di registi come Gunn, che ha centrato l'obiettivo dell'intrattenimento dove registi apparentemente più quotati come Ang Lee e Kenneth Branagh hanno fallito in tutto o in parte.

Pertanto Guardiani della Galassia, pur se non è un punto di riferimento nella storia del cinema, è un ottimo prodotto, da vedere in famiglia per passare un pomeriggio all'insegna di un divertimento disimpegnato, che distragga per un po' dalle routine quotidiane.

Uno dei motivi più che validi, lo dico sempre, per andare al cinema.