Il problema di Cinquanta sfumature di Grigio è che Cenerentola è una buzzurra.

Quando è ora di provare la scarpetta, non sa nemmeno se sia la destra o la sinistra e al momento del bacio col principe viene colta da un attacco di alitosi in grado di sterminare l'intera famiglia reale in un sol colpo: vive la revolution!

Ecco, andrebbe benissimo, se non fosse Cenerentola.

Dove la nostra dama con la scarpetta dovrebbe essere bella e leggiadra, una storia come questa dovrebbe essere scritta con una maestria tale da stregare i lettori, una capacità di raccontare vivida e fluida, uno stile che favorisca i contenuti. Invece, ahinoi, non è così.

Facciamo un passo indietro, per carità, perché altrimenti rischiamo di non capire più nulla.

Cos'è Fifty Shades of Grey o meglio Cinquanta sfumature di grigio, romanzo uscito proprio ora per Mondadori e precedentemente caso editoriale in tutto il mondo anglofono?

E' una fan fiction. Badate bene, a volte si usa questo termine in senso critico, per dire che a una storia manca la professionalità e quel qualcosa che la renda più dell’imitazione di un'opera altrui. No, in questo caso, si tratta proprio di una fan fiction in piena regola, un racconto apocrifo scritto da un fan, ispirato consapevolmente e dichiaratamente a un'opera già edita.

Quale opera?

Beh, Twilight, chi altri, ma questo è l'ultimo dei suoi problemi e ho già detto tutto.

Il paragone con Cenerentola non è casuale, perché la storia avrebbe tutte le premesse per essere una Pretty Woman della letteratura: un racconto passato di mano in mano, di schermo in schermo, sui laptop e gli e-reader di migliaia di fan di Twilight, prima di esplodere nel mondo dell’editoria canonica. Poi c’è l’inevitabile momento della tribolazione, dove la nostra eroina si vede minacciata dal problema del copyright, come ogni opera derivativa che si rispetti, ma alla fine, grazie alla sua forza d’animo e alla buona volontà di una casa editrice, tutto finisce bene e la nostra Cenerentola sposa il principe, diventa un caso editoriale e tutti vissero felici e contenti.

Peccato che, come si diceva sopra, Cenerentola sia una buzzurra.

È vero che si tratta di un caso editoriale, di un romanzo che sta vendendo benissimo anche in Italia, dove Mondadori lo sta promuovendo con slancio, ma, diciamocelo fuori dai denti, è un libro scritto malissimo.

Non lasciatevi ingannare da chi dice che le critiche a questo romanzo nascono dal poco gradimento per la narrativa erotica e che chi lo giudica poco positivamente sia in realtà scandalizzato dalle tematiche pruriginose che tratta. Il problema di questa storia è proprio che la rete, il mondo delle fanfiction e della narrativa online, è piena di storie ad altissimo contenuto erotico scritte bene e assolutamente coinvolgenti, ma Cinquanta sfumature di Grigio non è una di queste.

Ci sono molti, moltissimi problemi che il romanzo si trascina dietro, come descrizioni ripetitive e banali, artifici narrativi imbarazzanti, clichées utilizzati a piene mani e personaggi così quadrati e mal caratterizzati che si tagliano con un grissino, ma uno dei suoi problemi principali, incredibile ma vero, è che non è Twilight.

Sì, avete letto bene.

Uno dei problemi di questa storia è che il divorzio necessario dalla sua fonte di ispirazione non gli ha fatto per niente bene.

L’autrice, E.L. James, è una produttrice televisiva britannica che si è cimentata con la scrittura grazie alla sua passione per Twilight: sotto lo pseudonimo di Snowqueens Icedragon, comincia nel 2009 a scrivere fanfiction ispirate alla saga di Stephenie Meyer. Il romanzo che oggi scala le classifiche internazionali nasce come una fanfiction AU, ovvero Alternative Universe, pubblicata online e intitolata, originariamente, Master of the Universe, ma non pensate di trovarvi alle prese con He Man e gli abitanti di Eternia.

Il principio di una AU è proprio quello di prendere una storia nota e “trapiantare” i suoi protagonisti in un contesto diverso, mantenendone alcuni aspetti ma giocando a mescolare le carte a piacimento, fino a creare una storia che sia diversa da quella originale, che mantenga però abbastanza punti di contatto da rimanere riconoscibile.

È un gioco divertente e interessante, che nella narrativa online ha portato alla nascita di storie più che godibili e, in alcuni casi, di fanfiction decisamente belle, qualitativamente persino superiori a alcuni dei romanzi che si trovano sugli scaffali delle librerie, coinvolgenti, in grado di sviluppare la storia originale e i suoi personaggi in maniera inaspettata e intrigante.

Nella fanfiction originale, che naturalmente ora non si trova più online, ma che cercando bene non è impossibile rintracciare, la protagonista è la Isabella Swan di Twilight, qui studentessa all’ultimo anno del college, che deve andare a intervistare Edward Cullen, amministratore della multimiliardaria Cullen Enterprises, giovane, bellissimo e brillante. La sua coinquilina, Rose, dirige il giornale scolastico e attende da mesi questa intervista, ma sfortuna vuole che sia colta da un’ influenza inopportuna e che sia Bella a doverla sostituire all’ultimo minuto.

Quando la magia avviene e Master of the Universe diventa Cinquanta sfumature di Grigio, Bella diventa Ana (Anastasia), Edward Cullen diventa Christian Grey, Rose diventa Kate e via dicendo, placando i problemi di copyright e rendendo la storia pubblicabile.

Il resto rimane tale e quale, in un gioco di parallelismi traballanti che culminano in quello principale: invece di essere un vampiro, il nostro Edward/Christian ha una predilezione per il la dominazione.

Nella stratosferica casa di Seattle dove il nostro protagonista vive, c’è una stanza segreta che Ana immediatamente soprannomina la “stanza rossa delle torture”. No, il nostro Christian non fa a pezzi le sue amanti come in un film di Rob Zombie, ma si limita a praticare il BDSM, ovvero un complesso sistema di dominazione e sottomissione, consensuale e concordato, che può spaziare dall’uso di frustini e cera bollente, fino a complicatissimi tipi di relazione che sottintendono il controllo e un ampio utilizzo di ‘giocattoli’ e ‘torture’.

Ciò che lo rendeva pericoloso e affascinante in Twilight, la sua natura di non morto glitterato, in questa AU è invece la sua inclinazione alla dominazione.

Potrebbe forse funzionare, se non fosse che, vuoi per la poca arte con cui il romanzo è scritto, vuoi per una maligna congiunzione astrale, è proprio quello che fa crollare tutto il castello di carte.

Cinquanta sfumature di Grigio fa sentire fortemente la mancanza del sovrannaturale, tanto che si arriva a rivalutare immensamente i vampiri delle Meyer e il loro mondo. Giuro.

Per quanto bistrattata, bersagliata di critiche da ogni lato, quella di Twilight è una storia che funziona, nel suo universo di vampiri luccicanti e vegetariani, lupi tanto buonini e storie d’amore mormonico-adolescenziali.

Il tentativo, invece, di estirpare il sovrannaturale da questa storia e puntare ogni cosa sulla relazione sentimentale e sessuale tra i due protagonisti fa crollare le fragili fondamenta su cui si posa.

Forse, se fosse stata scritta con penna più abile, soprattutto per quanto riguarda la credibilità dei personaggi e la realizzazione delle scene di sesso (ci sarebbe molto da dire in proposito), anche il romanzo di E. L. James sarebbe riuscito a rimanere in piedi da solo, anche senza l’elemento fantastico a fare la parte del collante, ma sarebbe stata una sfida non indifferente.

Eppure il libro è tra le prime posizioni delle classifiche di vendita un po’ ovunque, vende, vende tanto e vende bene, probabilmente perché la curiosità è un’arma promozionale potentissima e il gusto del proibito la rende praticamente invincibile.

Nel panorama editoriale nostrano è sempre imprevedibile l’esito di un libro che abbia anche il minimo contenuto erotico. A volte basta l’accenno ad un rapporto orale per far condannare un romanzo come inappropriato per gli adolescenti, altre volte storie farcite di descrizioni iper grafiche di ménage à trois interspecie passano completamente inosservate all’occhio del censore.

Questa volta, non senza un pizzico di divertita soddisfazione, vediamo un romanzo esplicitamente erotico e a tematica BDSM, in ricche pile ordinate sulle pedane principali delle librerie. Benvenga, per carità, che un po’ di sana narrativa erotica, specialmente d’estate sotto l’ombrellone, non guasta davvero, dispiace solo che il romanzo in questione non sia scritto meglio. Dispiace che tra le pagine di Cinquanta sfumature di Grigio spuntino eufemismi che erano cliché già ai tempi di Hammurabi e personaggi che paiono improbabili in qualsiasi contesto.

Non siamo però troppo assolutisti, perché questo libro non è certo così terribile come lo si dipinge, né porterà alla rovina della narrativa e all’apocalisse del gusto. Si ‘lascia leggere’, senza difficoltà, se escludiamo gli attacchi di risate che provoca e il disagio di vedere personaggi incoerenti muoversi nel contesto di un BDSM poco realistico, ma alla fine delle 548 pagine si rimane comunque insoddisfatti e un po’ delusi.

Tolti i vampiri, tolti i lupi mannari, tolti i mirabolanti poteri e gli infidi Vulturi, resta solo la storia d’amore e di attrazione tra una colossale imbranata e un dominatore con poco polso e benché ci si metta il pepe, non è abbastanza.

Insomma, Cenerentola è andata al ballo, ma quanto ci vorrà prima che a corte si rendano conto che è un’ impostora? Le Cenerentole genuine, rimaste nelle soffitte in felice compagnia degli amici topolini, continuano a cucire e rassettare e scuotono la testa sorridenti, perché sanno bene cos’è successo e aspettano che ve ne accorgiate anche voi.

Il problema di Cinquanta sfumature di Grigio è che Cenerentola è una buzzurra, anzi, diciamocela tutta, quella lì non è Cenerentola: Cinquanta sfumature di Grigio è proprio Anastasia, o magari persino Genofeffa e, siamo onesti, se il Principe se la sposa, forse in fondo se lo merita.

E vissero tutti felici e contenti.