Che libro hai in questo momento sul comodino?
La follia delle sette Ninfe di Roberto Calasso
La follia delle sette Ninfe di Roberto Calasso

Per adesso sul mio comodino c’è “La follia che viene dalle Ninfe” di Roberto Calasso, Adelphi. Un saggio davvero illuminante, anche se non tutto, sulla figura della Ninfa. Un saggio che sto nuovamente rileggendo con piacere, e che mi ha fornito un pezzo mancante per andare avanti con la stesura del mio saggio “Syrinx – alla ricerca del flauto di Pan”.

Per concludere, vuoi darci un consiglio di lettura?

Dato che siamo in tema, consiglierei Pensieri sull’Imitazione di Winckelmann e Laocoonte di Lessing come saggi, soprattutto per la loro trattazione dei canoni estetici del Classicismo; urge fare un passo indietro, la troppa “modernità” uccide l’essere. Poi la Poetica di Aristotele, sempre attuale. Invece come letture di narrativa, proporrei un testo al quale sono molto legato e cioè Le Mille e una Notte, soprattutto perché mi ha tenuto compagnia durante la stesura della fiaba poetica di Shams Al Nahar e le dieci perle d’Oriente, e perché le sue storie sonno dense di magia e bellezza, seppur nei suoi personaggi non ritroviamo più la figura dell’eroe tipico ma umile gente. 

Scrivere

Quando hai scoperto, e come, che avevi qualcosa da dire, che sentivi la necessità di scrivere? E quando hai iniziato e su quali argomenti? Quale è stato il percorso che hai affrontato prima di veder pubblicato un tuo romanzo? Hai ricevuto molti rifiuti?

L’ho scoperto nel 2000, grazie all’amicizia con la pittrice Maria Laura Riccobono. In quel periodo frequentavo molte gallerie d’arte, e grazie a quell’esperienza visiva iniziai a sperimentare una serie di testi redatti sulle sensazioni che i quadri andavano ispirandomi. È stata una sorprendente scoperta, specie perché non mi ero mai cimentato nella poesia. Prima di questo, mi dilettavo a scrivere moduli avventura per GdR e saggi, ma ancora la componente artistica vera e propria non si era manifestata. Poi, nel tempo, ho sempre più coltivato la passione per la mitologia greca e i poeti classici, trovando in maniera naturale la propensione per il “poema epico”, sviluppando in seguito i formulari tipici del genere e rafforzando il mio personale bagaglio stilistico. Bisogna studiare. Proprio durante quel periodo fertile, conobbi un editore che si occupava per lo più di cataloghi di pittura, e da un positivo dialogo nacque l’interesse per una serie di testi riguardanti i miti greci, che nel tempo avevo raccolto. Così, fu poi pubblicato il libro “I Giardini di Orfeo”. Dopo quella pubblicazione ho continuato a scrivere su riviste di Saggistica e Arte.

Rifiuti diciamo pochissimi o quasi niente, in quanto pochissimi i miei invii di manoscritti. Non sono uno scrittore da pubblicazione editoriale, ho sempre preferito la versione e-book, soprattutto perché il mio intento è quello di diffondere la cultura, con un occhio di riguardo a quella classica, e poi perché lavoro molto con le immagini. Dal continuo confronto con pittori e scultori, ho imparato un sacco di cose sul modo di stimolare la creatività e sull’uso delle concettualità compositive sottese a quella pratica artistica. In poesia, infatti, uso molte le Figurazioni.

Solo quest’anno ho sperimentato, per curiosità, l’autopubblicazione, facendo anche un intervento a Ottobre presso l’Aula Conferenze di Mediabrera sulla piattaforma Lulu; ma come ben hai visto, per Promachos ho scelto nuovamente l’e-book. Da questo punto di vista, ho trovato in Mondogreco un valido supporto. Purtroppo oggi, viene considerato scrittore solo chi pubblica. La cultura, in questa società, vale purtroppo meno di un hamburger al Macdonald.

Come e quando nascono le idee per i tuoi romanzi e da quali esigenze sono mossi? Da dove “nascono” le tue storie? Da dove i tuoi personaggi?
La copertina di Cesarina Ciotti per Ambheur-Arèl
La copertina di Cesarina Ciotti per Ambheur-Arèl

Quando non si sa, all’improvviso e senza preavviso. Nascono spesso dal mio continuo interesse per la mitologia greca e il fantasy, per cui avendo sempre in testa le medesime forme e i medesimi temi, è naturale che prima o poi la mia mente metabolizzi tutto ciò e partorisca l’idea. È un continuo bombardamento tematico. La motivazione che sta alla base delle mie opere, prima di tutto, è l’esigenza espressiva comune a tanti altri e anche a quelli che non scrivono, nel senso di vero e proprio scrittore. Scrivere come dipingere è un’esigenza dell’anima.

Per ciò che riguarda la nascita delle storie e dei personaggi, per quelli a carattere epico-mitologico, senza ombra di dubbi, dalla mitologia greca. Per il fantasy, invece, dall’ambientazione di Ambheur-Arél che creai per me stesso nel 1995 per il Gioco di Ruolo di AD&D 2.aEdizione, e che tuttora impiego per le mie sessioni di gioco o per i moduli che scrivo per il Chimerae Hobby Group; basta leggere il poema Drak’kast – Storie di Draghi per capire di cosa si tratta. In ambedue le tipologie, i personaggi tendono sempre ad incarnare canoni che sono eterni e che investono la nostra modernità, e per questo attuali, come

la Morte, il Coraggio, l’Amore, l’Armonia e altro ancora.

Impiegando nei testi un forte lirismo, nei personaggi stessi c’è molto di mio, io parlo attraverso di loro. Qualche differenza fa Promachos, in cui le valenze stilistiche e di background sono state modellate in rapporto alle singole azioni dei personaggi.