Per gli Amici delle Tenebre il Drago Rinato è una minaccia da eliminare al più presto, anche a costo di compiere una strage degli innocenti.

Né Gesù né Rand vengono abbandonati e salvati da qualche animale, ma la loro storia conserva comunque alcune tracce di quest’elemento.

Gesù viene posto in un luogo che normalmente non è concepito per accogliere un bambino, una mangiatoia, e anche se non viene salvato da persone umili riceve la visita di alcuni pastori:

Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia.” (Lc 2, 15-16).

Quanto a Rand, non viene abbandonato ma è come se lo fosse, visto che sua madre muore nel darlo alla luce. Nel suo delirio Tam mormora “«… ho udito il pianto d’un bimbo. Le loro donne combattono a fianco degli uomini, a volte; ma perché le avessero permesso di venire, non so… partorì lì, da sola, prima di morire per le ferite… coprì col mantello il neonato, ma il vento… soffiò via il mantello… neonato livido di freddo. Sarebbe morto… piangendo lì nella neve. Non potevo abbandonare il piccino…»” (11).

Subito dopo la guerra l’uomo che lo ha trovato, Tam al’Thor, torna nei Fiumi Gemelli per condurre la vita semplice di un pastore.

Fra gli elementi che uniscono le due storia va segnalato anche il parto lontano dal luogo di abitazione delle due donne e in un posto decisamente scomodo. Maria abita a Nazaret ma partorisce in una stalla di Betlemme, mentre Tigraine/Shaiel abita nel Deserto Aiel da quando ha abbandonato Caemlyn e partorisce nella neve sulle pendici di Montedrago.

Rank infine sottolinea che l’eroe cresce, ritrova i nobili genitori, si vendica del padre e diventa grande e famoso.

Nel caso di Gesù è il Padre stesso che per primo proclama la propria paternità durante il battesimo del Figlio, che segna l’inizio della sua vita pubblica: “E, uscendo dall’acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E si sentì una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto».” (Mc 1, 10-11). In seguito Gesù si rivolgerà a Dio chiamandolo Padre.

A differenza di quanto avviene nella maggior parte delle storie mitiche o leggendarie, Gesù non entra in contrasto con il padre. La sua lotta quindi è contro l’antagonista del padre, il peccato, da lui sconfitto con la resurrezione. Inutile dire che in seguito a quest’evento la sua fama, grande ma limitata a una Terra e a un tempo ben specifici, crescerà enormemente.

Rand non può ritrovare i genitori dato che sono entrambi morti, ma grazie ai racconti di Amis e Bair in L’ascesa dell’Ombra e di Dyelin in Il signore del caos, scopre la loro identità. E la sua lotta è per certi versi paragonabile a quella di Gesù, visto che è il campione scelto dal Creatore – una delle due forze divine che animano il mondo della Ruota – per combattere la sua controparte malvagia, il Tenebroso. In questa battaglia Rand è già diventato famosissimo, ma al momento l’esito è ancora incerto.

Rand come Gesù?

Tanto Gesù quanto Rand presentano tutti i caratteri propri della figura classica dell’eroe, caratteri comuni comunque a molti altri personaggi. Ma le affinità fra i due non si fermano qui.

A entrambi è accostata la figura di un profeta capace di richiamare folle enormi, Giovanni Battista per il primo e Masema per il secondo.

Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme” scrive Marco (1, 5) parlando della folla che si faceva battezzare, e subito dopo riporta le parole del profeta: “«Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali.»” (Mc 1, 7).

Jordan cita “una riunione nel Ghealdan per ascoltare questo uomo che si definiva il Profeta del lord Drago. Pareva si chiamasse Masema. […] Quasi diecimila persone erano venute ad ascoltarlo parlare da una collina mentre proclamava il ritorno del Drago”. E Masema, già comparso nei volumi precedenti, avrà ancora un ruolo importante da giocare nella saga, anche se le analogie con il Battista si fermano al ruolo di segnalazione della venuta del Salvatore promesso.

Entrambi vengono tentati da colui che devono combattere. Dopo il battesimo Gesù si reca nel deserto per un periodo di digiuno. Mentre si trova lì viene tentato dal diavolo in tre modi diversi: dicendogli di trasformare i sassi in pane, suggerendogli di buttarsi giù dal pinnacolo di un tempio, e offrendogli la gloria. Dal nostro punto di vista la tentazione più interessante è l’ultima: “Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai». Ma Gesù gli rispose: «Vattene, satana!»” (Mt 4, 8-10).