Il 13 giugno è stato ancora dedicato a Parma con una presentazione dei suoi romanzi, diverse interviste con buone domande, sessioni dedicate agli autografi, qualche incontro con persone affascinanti, una passeggiata nel centro della città e un po’ di tempo dedicato alla sua prossima storia. Anche in viaggio, e malgrado l’utilizzo di una tastiera di tipo europeo che la spingeva a compiere parecchi errori, Robin ha proseguito il suo abituale lavoro, cercando di scrivere qualche pagina ogni giorno.

Il 14 giugno il tour ha toccato Brescia, dopo un viaggio in treno che ha colpito la scrittrice per la vista di campi coltivati affiancati l’uno all’altro senza alcuna interruzione che sfilavano davanti al finestrino. Guidate da Monica le due intrepide viaggiatrici si sono recate in una libreria dove la Hobb ha curiosato fra gli scaffali per vedere quali autori fantasy sono tradotti in italiano. Cercare gli scrittori che conosce ha su di lei un particolare fascino, anche se è frustrante leggere sulle copertine titoli che quasi riesce a decifrare.

Come nelle conversazioni capire solo una parola ogni tanto le dà una sensazione d’incompiutezza, così i titoli le fanno intuire cosa voglia dire essere un analfabeta in un modo di libri. Ma a suo giudizio uno dei modi per capirsi che hanno le persone appartenenti a culture diverse è condividere le stesse storie, quelle vecchie come quelle nuove, e così ogni volta che ne ha l’opportunità indulge in questa curiosità.

Assente Cesare Ferrata, l’organizzatore della tappa, per motivi personali, l’intervista è stata condotta dai bravissimi Marco Butoldi e Paolo Alessi. Anche se per la Hobb prestare attenzione alle interessanti domande di Marco era difficile, distratta com’era dagli straordinari affreschi presenti nell’Aula Magna Euroscuola che ha ospitato l’incontro.

La successiva visita alla città è stata dedicata a Santa Maria dei Miracoli e al Duomo Nuovo.

Il 15 giugno è stata la volta di Pavia, con escursione fuori porta alla Certosa dove Chiara Codecà e Guido Affini hanno ricoperto il ruolo di bravissime guide turistiche. Le decorazioni della Certosa erano talmente straordinarie che pensa che avrebbe potuto rimanere per ore a guardarle senza riuscire a cogliere tutti i dettagli. Una cosa che l’ha colpita è la commistione di elementi comunitari e di isolamento presenti nell’ordine che durante la settimana aderisce alla regola del silenzio ma che contemporaneamente produce vino, miele e rimedi con le erbe per venderli al pubblico.

Tornati in città Chiara ha condotto un nuovo incontro, al quale sono seguiti una cena con alcuni studenti universitari e un gelato passeggiando presso le antiche fortificazioni.

Il 16 giugno Robin è tornata a Milano, ma con più tempo e la possibilità di vedere qualcosa della città, malgrado una pioggia insistente che avrebbe potuto scoraggiare qualcuno meno curioso di lei. Ma, come lei stessa ha affermato, il clima di Tacoma, nello stato di Washington, dove vive attualmente, non è molto diverso, e c’era così tanto da vedere che un po’ d’acqua non era certo sufficiente a fermarla.

Ancora una volta sua guida è stata l’informatissima e multi-talentuosa Chiara, capace, fra l’altro, di far comparire ombrelli quasi per magia, che l’ha condotta nel Duomo per farle scoprire le sue meraviglie. E per non farsi mancare nulla la Hobb ha anche compiuto la tradizionale e beneaugurate rotazione con il tallone sopra al toro presente nella Galleria Vittorio Emanuele II.

Subito dopo una serie di domande interessanti nell’intervista condotta da Martina Frammartino, con Chiara questa volta nelle sole vesti di interprete, la stacanovista Robin è fuggita rapidamente per prendere il treno per Bologna. Una corsa contro il tempo che lei e Sara sono riuscite a vincere presentandosi in perfetto orario al nuovo appuntamento, anche a costo di sistemare i bagagli alla meno peggio in attesa di un momento di calma.

L’intervista stavolta è stata condotta da Erika Zini e Jadel Andreetto, con l’ottima traduzione simultanea di Francesco Figus. La guida nella città invece è stato lo scrittore Eugenio Saguatti, che ha condotto le due viaggiatrici a vedere le famose torri.

Il 17 giugno è stata una giornata un po’ più leggera, con una sola città in programma: Firenze. Dopo un fuori programma non proprio divertente dovuto all’ascensore dell’albergo che si è inspiegabilmente bloccato con lei dentro, la Hobb ha raggiunto Ponte Vecchio sotto una pioggia cessata solo nel pomeriggio. Chiara Mininni, grande conoscitrice dei suoi romanzi, ha fatto una magnifica presentazione e Valentina Marianini, l’interprete, è stata altrettanto brava nella sua traduzione.

E, di nuovo, c’è stata una magnifica passeggiata notturna in città. La Hobb ha amato molto tutte le presentazioni, ma ciò che le è piaciuto di più sono state le passeggiate nelle strade insieme a lettori, librai e intervistatori, ammirando i monumenti cittadini e spesso gustando ottimi cibi. La cosa che più ricorderà del viaggio, ha affermato, è il caldo benvenuto che ha ricevuto ovunque.

Il 18 giugno, l’ultimo giorno della sua permanenza in Italia, è stato dedicato a Roma, dove ha incontrato fan giunti anche dalla Sicilia pur di vederla e di stare un po’ di tempo con lei. Un salto in Piazza San Pietro per alcune foto, poi una visita al Colosseo, il cui aspetto non può essere adeguatamente reso da nessun film o da nessun documentario. Le pietre ricordano, ha affermato la Hobb, e camminare lungo quelle mura le ha fatto pensare a chi ha seguito lo stesso percorso in passato e a quali potessero essere i suoi sentimenti fra meraviglia, paura o attesa della gloria.

Con la guida di Alessandro ha raggiunto la libreria designata per il nuovo appuntamento con i lettori. Presentatore e interprete sono stati Gianfranco Franchi e Danilo Pieroni, una coppia molto ben affiatata e abituata a lavorare insieme.

Dopo la cena con Sergio Fanucci c’è stata l’ultima sessione di firme. Poi il rientro in albergo e la partenza la mattina dopo.

Una settimana intensa, con numerosi spostamenti e tantissimi incontri, alcuni programmati appositamente per incontrare il pubblico, altri improvvisati con quello stesso pubblico o con i suoi accompagnatori, e una valigia piena di regali e di ricordi. Robin ha scritto di non riuscire a elencare ogni cortesia che le è stata rivolta, o ogni benvenuto che ha ricevuto, può solo ringraziare tutti per il calore che ha provato in questi giorni, e spera di poter mantenere i contatti via internet finché non potrà tornare in Italia. Se dovesse farlo non c’è dubbio che ci saranno sempre i suoi fan pronti ad accoglierla a braccia aperte.