Allanon, Brin e Rone giungono al Chard Rush. © copyright by Darrel K. Sweet
Allanon, Brin e Rone giungono al Chard Rush. © copyright by Darrel K. Sweet

Mentre le trattative erano ancora in corso Judy-Lynn ricevette il manoscritto di Brooks ma, poiché lei non era esperta di fantasy, lo fece leggere al marito. Il quale, parole di Terry, “era un uomo intransigente, un grande polemico e uno scorbutico di prima categoria, diceva sempre quello che pensava e al diavolo la diplomazia. Si vantava di essere in grado, una volta che gli venisse data una qualsiasi tesi, di sostenerla contro chiunque, non solo, ma di passare di punto in bianco a sostenere la tesi avversa senza perdere il filo del discorso. Era anche un brillante direttore editoriale. Nei quindici anni seguenti, molte volte sentii dire, da coloro che avevano lavorato con lui, che era uno dei più grandi direttori editoriali del ventesimo secolo. Insieme a Judy-Lynn, lanciò con grande successo una decina dei principali autori contemporanei di fantascienza e di fantasy, e rianimò o reinventò la carriera di un’altra decina. Verso la fine degli anni Settanta e all’inizio degli anni Ottanta, Lester e Judy-Lynn fecero della Del Rey Books il principale editore di fantascienza e di fantasy.” (10)

Lester accettò di lavorare per la Ballantine fondando un proprio marchio, Del Rey Books, a patto di poter inaugurarlo con La spada di Shannara e di poterne fare l’opera di punta al momento del lancio. Busch, poco esperto nei due generi, si fidò del giudizio dei coniugi e gli permise di rivoluzionare la fantasy.

Decidere di pubblicare un libro, però, non è sufficiente. Secondo Lester La spada, così come gli era arrivata, era un’opera imperfetta e troppo grezza. Così per un anno lui e Terry lavorarono per migliorarla, con Lester che indicava le correzioni da fare e Brooks che riscriveva anche più volte intere parti, rendendole ogni volta un po’ migliori. Intanto Judy-Lynn faceva propaganda al romanzo, descrivendolo come l’opera fantasy più importante dopo Il signore degli anelli. In seguito alla sua opera la Literary Guild, uno dei più importanti club del libro, accettò il romanzo come una delle proposte del mese, ma solo se fosse uscito anche in edizione rilegata. All’epoca la Ballantine pubblicava solo tascabili, ma Judy-Lynn riuscì a convincere la casa madre Random House a pubblicare, contemporaneamente al tascabile, un’edizione rilegata a tiratura limitata.

Il romanzo uscì finalmente nel 1977, fu recensito dal New York Times Book Review ed entrò nella classifica dei best sellers del New York Times, rimanendovi per oltre cinque mesi.

Ricorda Brooks: “ancora oggi non so come prendere ciò che è successo. Sono stato usato da cavia da Lester del Rey per dimostrare che aveva ragione. Il libro fu pubblicato proprio perché assomigliava a quello di Tolkien, e per molti lettori e critici ciò costituì un affronto imperdonabile. Per questo venni massacrato in molti ambienti, ma Lester non ne fu minimamente impressionato. Mi mandò sempre tutte le recensioni e i commenti, buoni o cattivi che fossero. Lui era indifferente agli uni come agli altri; mi diceva di conservarli, di dedicare loro quel momento di attenzione che meritavano e non di più, e di ricordare che, qualunque cosa si dicesse della Spada di Shannara, era “un romanzo dannatamente buono”.

[…] Al libro abbiamo lavorato con passione tutti, ciascuno per i propri motivi. Lester dimostrò di avere ragione, Judy-Lynn lanciò il suo marchio editoriale e io vidi realizzarsi il mio sogno.

Niente male, vero?

Riflettendo su quanto mi è accaduto, sono giunto alla conclusione che a volte la magia funziona davvero.” (11)

La magia funziona, ma va costantemente aiutata. Brooks, ben ancorato con i piedi per terra, sa di non potersi considerare uno scrittore finché non avrà in libreria la ristampa di almeno tre libri. Lester, dal canto suo, aggiunge che deve avere in banca almeno un anno di stipendio, perciò Terry si dedica immediatamente al nuovo progetto. Lester, contrario ai tour di promozione degli autori esordienti, lo incoraggia a starsene a casa per scrivere una seconda storia, ma le cose non vanno tanto bene.

Dopo un anno e quasi 400 pagine Brooks è in difficoltà, non sa come proseguire il suo Canto di Lorelei, così invia il manoscritto a del Rey sapendo che lui è in grado di individuare i punti deboli delle storie e di porvi rimedio. Lester, che comunica con i suoi scrittori per lettera perché lo reputa il sistema più equilibrato per riflettere con calma sulle critiche, boccia completamente l’opera e lo scoraggia dal proporla a qualcun altro dicendogli che, anche se avesse trovato un editore grazie al primo successo, avrebbe finito col pentirsene.

Lester fa molto di più di una semplice bocciatura, rispedisce il manoscritto originale corredato dalle sue valutazioni. “I commenti di Lester erano concisi, approfonditi e centravano ogni volta il bersaglio” ricorda Brooks (12). “Vedevo perfettamente i miei errori e, a mano a mano che andavo avanti, ero sempre meno in collera e sempre più interessato. I miei errori si moltiplicavano come conigli. Ce n’erano dappertutto, ed erano evidenti. Ero stupito dalla quantità di cose che pensavo funzionassero, nella storia, e che invece non funzionavano affatto.”