Nel risvolto di copertina del tuo romanzo ci sono varie notizie “sull’autore”. Ho letto che sei nato nel 1972 a Cremona e ti chiedo: che studi hai fatto, dove vivi attualmente, che lavoro fai?

Mi sono diplomato ragioniere programmatore in un epoca in cui si programmava in Cobol (!!!) e non ho mai fatto il ragioniere, ho proseguito a Economia a Parma, partito bene ma perso un po’ per strada, accorto tardi che non era proprio il mio mondo, ma i soldi che ho fatto spendere ai miei per mantenermi agli studi (inutilmente, alla lunga) mi pesavano come un macigno, così ho deciso di troncare tutto e trovarmi dignitosamente un lavoro. Ne ho passati davvero a decine (li racconto in modo comico in Are You Experienced?, del 2003) fino a trovare quello attuale in fabbrica, definitivo (non perché mi piaccia, ma perché mi fa arrivare alla fine del mese). Vivo a Cremona, non me ne sono mai andato, anche se l’ho sempre detto a tutti (“Un giorno me ne andrò…” bah…).

Il mercato non offriva altro per i ragionieri?

Non lo so, all’epoca non pensavo al mercato, non mi rendevo conto dell’importanza di certe cose, il lavoro, strutturare la tua vita, costruire qualcosa… la provincia offre davvero poco, se sei una persona con mille dubbi rischi di perderti nell’attesa di qualcosa che non arriverà mai… anche solo essere consapevole di quello che succedeva in Italia, la politica, le dinamiche che decidono la tua vita senza che tu lo sappia, tutto un mondo cui non mi interessavo, fino a quando ho iniziato a lavorare in fabbrica. Una grande palestra di vita sulla realtà di oggi. Poi quando mi sono diplomato in ragioneria ascoltavo molto i Litfiba, cantavano cose tipo “Lavorare per contare non si può dire che  sia godere…”, capisci insomma che…

Da ragazzo ti piaceva leggere? E quali sono state le tue letture formative?

Sì, mi piaceva molto devo dire, ho iniziato ovviamente con la scuola ma trovavo tutto estremamente noioso, finché un amico mi ha prestato It di Sthepen King, avevo 14 anni. Ha cambiato il mio modo di affrontare i libri e il piacere di abusarne. Poi mi sono appassionato al fantasy e Shannara, Dragonlance, Conan, Tolkien e tutto il resto mi hanno sepolto di stimoli e hanno aperto la mia percezione della fantasia e della creatività. In seguito ho iniziato ad amare anche tutti gli altri generi e non-generi e moltissimo certi autori italiani. 

Attualmente gli autori preferiti? Film?

Autori? Sai che mi accorgo che ad ogni intervista rilascio nomi sempre diversi? Forse mi devo concentrare bene per capire chi davvero è tra i miei preferiti… se parliamo di narrativa non-fantasy, all’estero John Fante e Charles Bukowski, Jean-claude Izzo, Amelie Nothomb, in Italia Buzzati, Rigoni-Stern, Benni… sul genere fantasy invece Robert E. Howard su tutti, per la potenza del personaggio che ha creato e per l’assurdo paradosso che lega l’imponenza del mondo che ha creato con la pochezza del suo viaggiare. Sono molto attratto dalle menti fervide di immaginazione che hanno vissuto vite difficili, brevi e problematiche eppure hanno creato tanta avventura, in Italia penso a Salgari. Se mi chiedi qual è il capolavoro assoluto cui sono legato maggiormente allora ti dico Moby Dick, e se vuoi sapere di quale autore vorrei avere il tempo di leggere tutto ti direi Joseph Conrad.

Film? Qui rischiamo di aprire un capitolo infinito, ho talmente tanti autori di riferimento che davvero… tra i miei generi preferiti comunque metto il western e il musical, fai un po’ te. Ma il film cui sono più legato, che mi ha dato un modo diverso, nuovo, di apprezzare una visione, è Il Ladro di Bagdad di Raul Walsh, del 1924 con Douglas Faibanks sr, registrato in vhs una notte su Rai3 quando ero alle superiori (mi alzavo senza programmare il vhs per paura che ci fosse la pubblicità e mi fregasse l’inizio o la fine!!!).

Quando hai iniziato a scrivere?

Bah, non farò come quelli che ti dicono “Scrivo da sempre” perché non è vero. Certo, ricordo che alle elementari tutti scrivevamo di topolini che percorrono tunnel sotterranei con candele in mano alla ricerca di tesori, non so perché ma è così, poi qualcuno più lungimirante di altri ha creato Geronimo Stilton e ci ha dimostrato che forse non eravamo dei giovani fessi in erba. Diciamo che ho iniziato consapevolmente una dozzina d’anni fa, con la stesura a mano di Così Come Viene (Transeuropa 2000), quando il fatto di restarmene nella nebbia di Cremona a girare col mio R4 scassato mentre la mia ‘lei’ se ne andava a Parigi per nove mesi a studiare con l’Erasmus mi riempì di incertezze e complicazioni la testa, già di suo un po’ problematica. Misi nero su bianco le mie sensazioni e partì tutto questo treno che oggi mi porta a Meterra.