Scrat ne ha combinata un’altra delle sue, questa volta sconquassando l’intero pianeta. La ricerca della fantomatica ghianda ha prodotto un disastro continentale (nonché la creazione rivisitata del mappamondo) rompendo la tranquillità della famiglia del mammuth Manny (Filippo Timi) e dei suoi inseparabili amici, la tigre Diego (Pino Insegno) e Sid (Claudio Bisio), quest'ultimo in coppia con la bisbetica nonnina (Isabella Noci). Gli spostamenti terrestri spazzano l'intero gruppo lontano da casa ed è così che ha inizio la quarta avventura de L'Era Glaciale - Continenti alla Deriva, diretto da Steve Martino e Michael Thurmeier.

Il tema predominante in questo quarto capitolo realizzato dalla 20Th Century Fox Animation è l'unità famigliare, argomento comunque ricorrente anche nei precedenti lungometraggi. Come affermato dagli stessi produttori, c'è stata la volontà di realizzare una storia incentrata su un gruppo di personaggi prima diversi e perfetti sconosciuti poi accomunati da un'unione fraterna che perdura. È l'elemento cardine dell'intera serie, e Continenti alla Deriva non fa eccezione. La trama è semplice, funzionale e al punto giusto articolata. Ma nulla di originale, dopotutto. I cliché tematici sono sempre dietro l'angolo, accompagnati da battute che, almeno per gli spettatoti più cresciuti, sapranno di già visto e già sentito; succede che la solita figlia adolescente ce l'ha con l'iper protettivo padre e che puntualmente i due si ritrovino separati e lontani abbastanza da riflettere sui propri errori. Per quanto sia da considerare un film per bambini, in questo caso un punto in meno alla sceneggiatura.

Il tema dell'amicizia e dell'unità accompagna praticamente ogni scena funzionale alla trama principale, intervallata dalle peripezie del roditore Scrat, ormai icona cinematografica, e dalle scenette tra Sid e la nonnina, personaggio con una verve niente male. Ma se su battute e scene si può evidentemente sorvolare, non si può dire lo stesso del doppiaggio. L'assenza di Leo Gullotta come voce di Manny pesa tantissimo nella caratterizzazione del personaggio, quasi irriconoscibile, doppiato da un men che mediocre Filippo Timi. Sullo stesso livello anche le voci di Ellie, la mammuth compagna di Manny, doppiata da Roberta Lanfranchi, di Shira, la tigre bianca doppiata da Hong-hu Ada e di Pesca, figlia di Manny con la voce di Isabelle Adriani. A salvare la situazione ci pensano i soliti Pino Insegno e Clausio Bisio, in simbiosi con le rispettive controparti. Buona anche la prova dell'esperto Francesco Pannofino nel ruolo di Capitan Sbudella. Viene da sé la curiosità di sentire le interpretazioni originali.

L'ora e venti di film regala spunti divertenti e scene d'azione spettacolari. L'avventura della combriccola assortita è caratterizzata dallo scontro con alcuni stravaganti pirati, personaggi nuovi e ben riusciti. Apprezzabile, in questo caso, il concept design di Capitan Sbudella e del resto della ciurma, a bordo di iceberg adibiti a vascelli pirata. L'uso del 3D è quasi del tutto irrilevante, eccetto che per alcuni primissimi piani, muso di Scrat in primis, sempre pronto a rubare la scena al resto del cast. Divertentissimo.

Si arriva all'ovvio happy end sostanzialmente soddisfatti, assistendo all'ultima scenetta del roditore sfigato e l'agognata ghianda. Purtroppo imbarazzante la sigla dei titoli di coda, cantata da tutti i personaggi, un misto di pessima traduzione del testo e performance canora non memorabile.

Un altro buon film per famiglie e per tutti i fan di Scrat.