La prima cosa che ci si chiede al termine della visione di Il Re Leone è: perché? 

C’era davvero necessità di un film praticamente identico al primo, nella trama e nelle inquadrature, con la differenza tecnologica, che è sbalorditiva, ma risulta stucchevole e francamente inutile? 

Il regista Jon Favreau esprime tutte le sue migliori intenzioni per tentare di aggirare il giudizio degli spettatori, quasi immaginasse le reazioni, addirittura ispirandosi a Walt Disney stesso, che con tecniche avanzate e tentativi di coinvolgimento cercava di ingraziarsi il pubblico. Purtroppo, tutto l’allestimento di una base della produzione all’interno di una struttura costruita per l’occasione a Playa Vista, in California, abbastanza larga da ospitare ogni cosa sotto un solo tetto, tra cui una stanza per la realtà virtuale, non è garanzia di qualità.

Il Re Leone
Il Re Leone

Favreau sembra essere stato travolto dall’entusiasmo dell’ipertecnologia e privato della parte razionale ed emotiva che spesso coinvolge molto di più. 

Come nelle foto iperrealistiche, la cui perizia è indubbia, anche questo film animato non riesce a coinvolgere. A volte non serve contare i peli del naso per sospendere l’incredulità. A volte gli spettatori hanno bisogno di quell’ingenuità imperfetta che aiuta a credere nella storia seppur di finzione e a godere ancora oggi di proiezioni di film datati. 

Il Re Leone
Il Re Leone

Tecnicamente quindi nessun appunto, è evidente lo studio, ancora più approfondito rispetto a Zootropolis, sui movimenti del pelo dei singoli animali. Incredibili i giochi di luce, le ombre, la contrazione muscolare, ma non basta purtroppo e contrariamente, a quanto auspicato dal regista, l’umorismo non emerge naturale, anche perché conoscendo la trama, tutto è previsto.  

Il Re Leone
Il Re Leone

Anche le musiche, retoriche come nel film originale, non sorprendono. 

Si ammira la potenza vocale di Marco Mengoni, mentre Elisa purtroppo ogni tanto sembra lamentarsi quando raggiunge gli acuti, ma questa è una sua caratteristica e quindi dipende dal gusto personale. Purtroppo, oggi va molto più che il cantato il gridato e sembra che i nuovi discrimini per valutare le qualità vocali siano questi. 

Si consiglia la visione agli appassionati degli effetti speciali.