Corus è un mondo di poteri magici e Alucius, l'erore della storia, è fra coloro che meglio sanno avvalersi di un Talento speciale. Arruolatosi nella Milizia, Alucius è stato preò catturato e reso schiavo dai soldati al servizio della Matride. Corus dopo la caduta della sua antica civiltà fondata sull'esercizio di magici poteri, è ridotta a una sorta di puzzle le cui varie tessere sono state confuse e rimescolate. Un aspirante conquistatore è riuscito in qualche modo a risvegliare leggendarie creature affinchè queste lo assistano nel suo tentativo di riunire sotto il suo dominio tutte le terre di Corus. Il popolo delle Valli del Ferro è chiamato ad allearsi con il Signore-Protettore di Lanachrona e la Ventunesima Compagnia deve schierarsi contro il nemico. Ancora una volta la vittoria e la sopravvivenza di coloro che sono chiamati a combattere dipenderà dal Talento di Alucius. 

Qualche tempo fa avevo accennato con una certa gioia al nuovo trittico di scrittori portati in Italia da Armenia. Erickson, Farland e Modesitt Jr. rappresentavano la tanto sospirata ventata di novità agognata dalle nostre librerie.

A proposito di Erickson è già stato detto molto, Farland ha sviluppato alcune interessanti novità e Modesitt Jr…

Beh, L.E. Modesitt Jr è stato l’autore che con forse più diffidenza è stato accolto inizialmente dalla critica.

Silvio Lazzarini aveva illustrato molto bene pecche e pregi del primo volume, Il Talento di Alucius, sulle pagine di Fantasy Magazine. Io riprendo da dove lui ha terminato.

Purtroppo Modesitt Jr non è stato premiato come avrebbe potuto dalla scelta editoriale di Armenia che ha portato in Italia la saga delle Cronache di Corus.

Cercherò di spiegarmi un po’ meglio. Modesitt Jr. è conosciuto principalmente per i due cicli “Recluce” e “The Spellsong Cycle” e probabilmente i tanti fan si aspettavano la pubblicazione di una delle due. E’ con una certa perplessità che quindi sono state accolte le avventure del pastore Alucius, forse le meno fantasy in senso stretto.

Tenebre è un fantasy atipico per diversi motivi. L’ambientazione si colloca a metà strada tra il classico mondo popolato da creature fantastiche e permeato di magia e il più concreto western. Troppi sono i riferimenti militari, tattici e sociali perché la commistione tra i due generi passi inosservata. Difficile poter fare un paragone per chiarire meglio le idee, ma proviamoci comunque per esclusione. Non siamo di fronte al genere “steampunk allargato”, né a ibridi come la Torre Nera di King, o le Sipstrassi di Gemmell, né tantomeno all’Alvin di Orson Scott Card. Immaginate un contenitore fantasy nel quale siano introdotte strutture propriamente della frontiera.

Lascio volutamente vago il termine “frontiera”, perché più ci penso, più credo che Tenebre non abbia in sé propriamente i temi del west americano; andrebbe in parte bene anche “Il deserto dei Tartari” di Buzzati.

Il mondo creato da Modesitt Jr ha decisamente dei caratteri peculiari. Geografia, natura, antropologia sono affrontate in maniera esauriente e con alcuni interessanti sforzi d’immaginazione, senza però essere minuziose come nel caso di Erickson. La geopolitica del mondo di Corus è affascinante e “realistica”, sebbene l’edizione italiana non aiuti: la cartina è decisamente complicata da consultare, troppo piccola, scura e schiacciata nella piega delle pagine. Per il resto il volume Armenia si avvale di un’eccellente traduzione e di una brutta copertina.

Il pregio maggiore dell’autore è quello di saper scrivere decisamente bene. Pur con la discriminante della traduzione, Modesitt Jr da l’idea di essere una penna migliore rispetto a Farland ed Erickson. Badate bene, parlo di penna in senso stretto, riferendomi solo allo stile, perchè non desidero fare una classifica di scrittori.

Modesitt Jr ha la rara dote di riuscire e trasmettere i propri pensieri con poche parole. La capacità evocativa è alla base di un buon scrittore fantasy e direi che l’autore di Tenebre ne è dotato.

I rapporti interpersonali, i moti dell’animo e le riflessioni sono rese in poche righe, ma con grande efficacia. Il risultato è una narrazione scorrevole, dove l’autore ci suggerisce come riempire i buchi creati dalla mancanza di descrizioni logorroiche.

L’aspetto prevalente è quello militare. Dopo un primo romanzo in parte di formazione, Alucius è diventato un ufficiale e un combattente, probabilmente il migliore in tutta Corus. La maggior parte del libro si basa sulle campagne combattute dal protagonista con un interessante finale incentrato sulla politica, il complotto e la magia.

Combattimenti, tattiche e struttura militare sono descritti con dovizia di particolari e cognizione di causa. Una certa cura alla logistica, pur non scadendo nella prolissità, aiuta il realismo. L’attenzione per l’ars militare si estende anche alla politica e agli aspetti economici.

L’utilizzo delle armi da fuoco inizialmente potrebbe aver fatto storcere il naso agli integralisti del fantasy, ma dopo tante pagine la mancanza di spadoni, asce e lance passa inosservata.

In Tenebre finalmente si chiarisce maggiormente la trama più ampia alla base della saga. Si comincia a intravedere il ruolo di Alucius nel quadro generale e a comprendere cosa sia un Lamaro e come questo si collochi nei tentativi di ricostruzione del Duarcato.

Gli aspetti più propriamente fantasy aumentano, con la presenza di qualche “mostro” in più e con un maggior coinvolgimento del Talento, l’equivalente della magia nel mondo di Corus.

Qualche aspetto che può infastidire però c’è: il protagonista è una “macchina” un po’ troppo perfetta. Ogni tanto fa piacere non doversi imbattere con cavalieri incerti e pieni di dubbi e werteriani dolori che farebbero rivoltare nella tomba Goethe. Pavidi eroi loro malgrado pronti a struggersi anche sul menù della colazione. D’altro canto Alucius sembra un gradino sopra a tutti i suoi nemici, sempre protetto dal proprio talento, dalle proprie qualità a da creature che saltano fuori sempre al momento giusto. Ad Alucius ne capiteranno di tutti i colori, ma solo raramente avvertiremo un reale senso di pericolo.

Mi lascia un po’ perplesso anche il disegno generale. Dopo due libri e nonostante le tante informazioni riversate dall’autore nelle pagine di “Tenebre”, la trama metafisica stenta ancora a decollare. Un nemico “superiore” si è manifestato, anche se si rifà a modelli abbastanza comuni nel genere.

Modesitt Jr ha dato ampia prova di essere uno scrittore capace di cimentarsi con differenti tipologie di romanzo, ma il rischio di ripetitività aleggia nell’aria. Non vorrei che i prossimi libri si basassero sulla stessa formula di “Tenebre” e in parte de “Il Talento di Alucius”.

Detto questo, il secondo volume delle Cronache di Corus conferma tutto ciò che di positivo aveva mostrato il primo libro e mitiga alcune delle perplessità iniziali.

Un libro da consigliare sicuramente a tutti. Potrebbe non piacere a chi ama soprattutto lo sword & sorcery, ma per gli altri Modesitt Jr. sarà una piacevole sorpresa. A chi non amasse questo fantasy atipico, dico di non bollare l’autore, perché prima o poi in Italia potrebbero arrivare anche gli altri due cicli, sicuramente più consoni alle abitudini dei lettori italiani.

Buono abbondante, con ampi margini di miglioramento.