Innumerevoli sono le domande che ruotano attorno alla saga di Harry Potter e Marina Lenti riesce pienamente a soddisfare le curiosità dei fan del maghetto più famoso del XXI secolo.

Nel suo saggio L'incantesimo Harry Potter, l'autrice esamina con minuziosa attenzione le dinamiche che sottendono a un fenomeno nato per i più giovani, ma rivelatosi ben presto trans-generazionale, indagando i segreti nascosti nel cassetto di J.K. Rowling

Il testo non si limita ad una disamina del modus operandi della Rowling (tempi e luoghi di scrittura, persone coinvolte nella realizzazione dei manoscritti, etc.), ma approfondisce le strutture semiotiche dei romanzi, i riferimenti storico-folkloristici e le inaspettate ripercussioni socio-culturali.

Già dal primo capitolo si intuisce la passione che lega Marina Lenti alla saga di Harry Potter: una prosa brillante impreziosita da un linguaggio delicato, tecnico all'occorrenza, ma fruibile dal pubblico più disparato, il tutto accompagnato da un ciclo (purtroppo troppo breve per noi golosi) di illustrazioni originali firmate da Chiara Codecà. Più di un anno di ricerche, centinaia di fonti selezionate e un magistrale lavoro di cesello, sono gli ingredienti che l'autrice sapientemente miscela per farci assaporare le origini dell'idea che ha reso J.K. Rowling una delle donne più popolari e ricche del pianeta.

La Lenti ci guida nel percorso di ricostruzione dell'impianto architettonico della serie grazie soprattutto alle indicazioni fornite da Joseph Campbell (allievo di Carl Gustav Jung), cui va il merito di aver delineato alcune tappe obbligate comuni a miti e racconti di matrice fantastica, da Bruno Bettelheim e da Vladimir JA Propp, uno dei maggiori esperti in materia fiabesca. Non mancano poi analisi dei contenuti secondo le angolazioni suggerite da Otto Rank, Sigmund Freud e dallo stesso Jung.

Il nostro Harry, come gli eroi presi in esame dagli autori, si trova ad affrontare una serie di azioni tipiche dello schema favolistico quali per esempio l'abbandono del nucleo famigliare (per recarsi alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts) e la lotta con l'avversario (il perfido Lord Voldemort) per la vittoria finale.

Benché all'inizio possa sembrare leggermente ostica, l'analisi proposta ci pone di fronte ad una realtà creativa da cui non si può prescindere per comprendere a pieno il più profondo significato dei romanzi.

Il saggio prosegue quindi con succulente curiosità sulla trama, sulla caratterizzazione dei personaggi e sulla trasposizione cinematografica dei primi quattro volumi.

Particolarmente argute le questioni sollevate dall'autrice circa le traduzioni dei nomi dei protagonisti della saga: una su tutte l' avventura etimologica del preside della scuola. Benché le caratteristiche del personaggio ben si adattino al nome italiano di Silente, questa traduzione dell'inglese Dumbledore stravolge completamente le intenzioni originali della Rowling. Come ci fa notare Marina Lenti, la soluzione adottata dalla nostra traduttrice si aggancia alla radice del termine dumb (muto) anziché ricalcare la strada battuta dalla scrittrice britannica: dumbledore è l'antico nome inglese del calabrone scelto per evidenziare l'aspetto ludico dei comportamenti del preside.

Nei capitoli dedicati alla riproduzione sul grande schermo della Pietra Filosofale, della Camera dei Segreti, del Prigioniero di Azkaban e del Calice di Fuoco, veniamo a conoscenza dei retroscena di tutta la produzione dei film, dalla scelta dei registi a quella degli attori, fino alle tecniche di realizzazione degli effetti speciali che tanto ci hanno meravigliato mentre sgranocchiavamo pop corn seduti sulle rosse e scomode poltrone dei cinema.

Il fenomeno Harry Potter si è rivelato di tale portata da non risparmiare ingerenze neppure da ambiti paralleli a quello letterario: Marina Lenti ci guida tra cunicoli giudiziari e contorti sentieri legali sviluppatisi a seguito della pubblicazione dei primi romanzi e ci accompagna nell'interpretazione dei fenomeni a sfondo religioso di cui il nostro maghetto è diventato il fulcro  (per esempio le azzardate affermazioni di alcuni estremisti americani che hanno ravvisato nei romanzi tentativi di promulgazione della stregoneria ed espliciti riferimenti al satanismo)

Queste e moltissime altre sono le curiosità che Marina Lenti ci svela nella sua opera: alla stregua di una caramella gommosa, L'Incantesimo Harry Potter deve essere scartato, ammirato ed infine degustato, lasciando che profumi e sapori avvolgano in un piacevole abbraccio la mente del lettore, stimolando la papilla e deliziandone l'intelletto.