Coraline Jones (Dakota Fanning) è una ragazzina come tante: trascurata dai genitori, annoiata, curiosa. Dietro consiglio di suo padre (John Hodgman), inizia a esplorare la casa in cui si è appena trasferita, fino a quando non si imbatte in una porta apparentemente murata che si affaccia sul salone; la porta è in realtà l’accesso a un Altro Mondo, tanto sgargiante e perfetto quanto la realtà quotidiana è grigia, cupa e deludente.

Nell’Altro Mondo di Coraline, il giardino è popolato da fiori animati degni di Alice nel Paese delle Meraviglie, la casa è calda e accogliente, il cibo non manca mai e, soprattutto, l’Altro Padre e l’Altra Madre (Teri Hatcher) sono sempre presenti e attenti ai bisogni della ragazzina. Abbagliata dalle premure dei suoi Altri genitori, Coraline resta affascinata dalle delizie dell’Altro Mondo, salvo rendersi conto che non è tutto oro ciò che luccica e dietro i sorrisi dell’Altra Madre e i bottoni che la donna ha al posto degli occhi si cela un mostro oscuro e sinistro, che vuole Coraline tutta per sé.

A sedici anni di distanza da Nightmare Before Christmas, Henry Selick torna a dedicarsi all'animazione in stop-motion e ci regala una nuova fiaba dark, Coraline, all’altezza delle aspettative suscitate dall’omonimo romanzo di Neil Gaiman. La trasposizione cinematografica si mantiene fedele all’intreccio gaimaniano originario a cui tuttavia aggiunge la presenza di Wybie Lovat (Robert Bailey Jr.), amico di Coraline e più volte suo aiutante nel corso della vicenda. Personaggio riuscito e vicino alla tradizione burtoniana del ‘diverso’, Wybie non disturba la visione della pellicola da parte di chi conosce il romanzo di Gaiman e riesce ad amalgamarsi perfettamente con una storia preesistente, arricchendola senza divenire una nota stonata.

Divertenti e fedeli i personaggi ‘secondari’ della vicenda, primo tra tutti il gatto senza nome (doppiato da Keith David) che aiuta Coraline a battere l’Altra Madre, seguito dai vicini di casa della ragazzina, le zitelle ex attrici teatrali Mrs. Spink (Jennifer Saunders) e Mrs. Forcible (Dawn French, voce narrante dell’audiolibro di Coraline, suggerita a Selick insieme alla Saunders direttamente da Gaiman) e Mr. Bobinsky (Ian McShane), allevatore del Circo dei Topi Salterini (il cui spettacolo ha richiesto da solo ben 66 giorni di lavorazione).

La resa visiva delle atmosfere fosche e indefinite del romanzo è stata affidata al direttore della fotografia Pete Kozachik che, così come aveva fatto in Nightmare Before Christmas e La Sposa Cadavere, accentua il contrasto tra il chiaroscuro bianco e nero del mondo reale, piatto e claustrofobico, e i colori vividi, inizialmente rassicuranti e poi via via sempre più inquietanti, dell’Altro Mondo. Particolarmente pregevole la versione in 3D, che rende Coraline un ‘viaggio’ ancor più psichedelico e coinvolgente grazie al tocco dell’artista concettuale Tadahiro Uesugi, diplomato in fashion illustration alla Tokyo Art School, incaricato dei disegni e specializzato in paesaggi realizzati mediante l'uso innovativo del colore.

La colonna sonora composta da Bruno Coulais, già nominato all’Oscar per la Miglior Canzone Originale per Les Choristes - I ragazzi del coro, sottolinea con efficacia i repentini cambi di tono del film, ora fiabesco, ora terrificante, e ben si adatta all’andamento del montaggio, lento nella realtà quotidiana di Coraline e visibilmente accelerato in un Altro Mondo meno statico e monotono.

Coraline riesce a unire sapientemente sullo schermo il tono fiabesco e allo

stesso tempo psichedelico del tema del viaggio in un altro mondo. Luci e ombre si mescolano sotto l’abile regia di Selick, conferendo ad ogni inquadratura un equilibrio perfetto tra stasi e movimento, musica e silenzio, facendo di Coraline un film complesso e affascinante, di cui i più giovani colgono la trama, semplice e immediata, mentre i ‘grandi’ apprezzano la metafora occhi-anima e la velata critica al mondo degli adulti che non hanno il tempo (o la voglia) di ascoltare i figli. Il tutto senza deludere i lettori di Gaiman, che ritroveranno nella pellicola di Selick le atmosfere del romanzo immutate se non valorizzate grazie all’ottima fotografia.