Nell'ambito dei corsi e ricorsi, ecco che tornano di “moda” le streghe.

Come è stato per i Vampiri, in verità l'interesse non cala mai per intero. Si pensi alle 8 stagioni del serial Streghe, arrivato con fortuna anche in Italia.

E non pensiate che questo serial nasca come remake del film degli anni '80, che aveva per protagoniste Cher, Susan Sarandon e Michelle Pfeiffer, affiancate da Jack Nicholson.

La serie è un nuovo adattamento del romanzo di John Updike, il quarto dopo il film e due miniserie televisive, che conserva l'ambientazione di provincia, ma cambia nomi e vite del trio di personaggi principali personaggi, e che sembra partire dal presupposto che le streghe del nuovo millennio non sono solo le donne dai poteri magici.

In realtà è sconcertante che nel 2009, nella provincia americana una madre single con una sana vita sessuale sia ancora invisa dalla comunità, tanto che sia facile usarla come metafora della strega. Questo è il personaggio di Roxanne Torcoletti, interpretato dalla florida Rebecca Romijn, indimenticata Mystica nei film sugli X-Men, che interpreta una scultrice in cerca di fama e successo, che oltre al riconoscimento del suo talento sogna quello che sognano molte single di oggi: un vero uomo.

La tv moderna è passata attraverso Sex and The City, pertanto si può parlare di sesso e vibratori persino in prima serata sull'ABC, sempre che a farlo però non sia un personaggio “inquadrato”, una sana madre di famiglia, bensì il "brutto anatroccolo" Joanna Frankel, giornalista anch'essa in cerca di realizzazione, innamorata di un collega, ma vittima della sua imbranataggine. A interpretarla è Lindsay Price, attrice che è apparsa anche in NCIS, che neanche sotto un pesante paio di occhiali e una perfida pettinatura riesce a essere “cozza”.

Casalinga insoddisfatta, ma non dite “disperata” perchè il paragone sarebbe troppo facile, è Kat Gardener, che, come tutte le donne che piacciono, è sposata ad un idiota, e con uno stuolo di figli avuti troppo presto. Jaime Ray Newman è una veterana della TV ed è molto funzionale al ruolo.

Le tre giovani donne non hanno nulla in comune all'inizio dell'episodio. Sopravvivono con malcelata riluttanza alle insoddisfazioni della loro vita, quando ognuna di loro trova una moneta, in apparenza apparsa dal nulla. Le tre donne si ritrovano a lanciare la moneta in una fontana, esprimendo il desiderio di cambiare la propria vita.

Ma non è questo l'unico fatto che le accumunerà. Le loro vite da quel momento non saranno più parallele, ma le donne cominceranno a frequentarsi, suscitando lo stupore dei loro conoscenti.

Oltretutto si accorgeranno di avere, ciascuna di loro, un diverso potere sovrannaturale, funzionale ai loro scopi.

Ma come nel romanzo, irromperà nella cittadina e nelle loro vita un uomo, destinato a essere al centro degli stravolgimenti della loro esistenza, un misterioso miliardiario Daryl Van Horne, unico personaggio che ha conservato il nome, interpretato con personalità da un Paul Gross (Due South, conosciuta in Italia come Due Poliziotti a Chicago) che non insegue neanche per un istante Jack Nicholson, e che ha una faccia troppo pulita, da vero e affascinante bastardo.

A dire il vero se Gross sembra avere un modello, questi è tutto televisivo, e sembra essere il J.R. Ewing (Larry Hagman) del serial TV degli anni '80 Dallas.

Questo frullato di atmosfere fantastiche e di intrecci soap-operistici risulta alla fine godibile, a patto che durante il proseguo la serie si affranchi dai troppi modelli ai quali sembra attingere.

Tirando le somme, partiamo da una solida base, un romanzo fortunato, anticipatore sicuramente di molte tematiche, ma dopo che cinema e tanta TV, che indirettamente o meno vi hanno attinto, la serie, che vede una sorta di ritorno al modello ispiratore, sembra uno dei tanti epigoni. Attendiamo,  potrebbe anche essere divertente