Leggero, divertente, lunatico e coinvolgente: sono tutti aggettivi assimilabili a questo prodotto d’animazione che delle banalità sui mostri classici fa il suo cavallo di battaglia.

La storia è presto detta: Dracula (Adam Sandler in originale, Claudio Bisio da noi) ha una figlia, la dolce Mavis (Selena Gomez doppiata da Cristina Capotondi), che compie 118 anni diventando maggiorenne. Come ogni anno, il padre le organizza una festa in cui riunisce “la vecchia banda”.

Il gruppo di amici è surreale quanto eterogeneo essendo composto dai personaggi della letteratura nera: una allegra quanto numerosa famiglia di lupi mannari, il mostro della palude, la mummia, la creatura di Frankenstein con consorte e l’uomo invisibile.

Strizzando l’occhio agli anni ottanta di Scuola di mostri e alla più recente Leggenda degli uomini straordinari, si gioca ancora una volta sugli stereotipi dando vita ad un universo in cui il castello di Dracula è un albergo e un rifugio per se stesso, per la figlia adorata e per tutti i mostri che non vogliono più essere braccati dai pericolosi umani le cui gesta di crudeltà il conte racconta con dovizia di particolari a tutti i clienti dell’albergo.

Purtroppo per lui, nel tentativo di proteggere Mavis, finisce per attirare proprio un ragazzo umano all’interno del castello, generando una serie di divertenti situazioni nel classico stile della commedia americana, culminanti con la love story tra la vampira adolescente e il giovane girovago Jonathan.

L’arrivo dell’ospite inatteso da vita alla storia, già di per se spassosa grazie alla minuziosa descrizione del mondo mostruoso, popolato da zombie facchini, teste rinsecchite usate come campanelli e streghe delle pulizie.

La trama semplice, in stile John Hughes, composta da rapporti tra genitori e figli, famiglie disfunzionali, autorealizzazione e pulsioni adolescenziali, si amalgama perfettamente con la rivisitazione dei mostri ricreati in veste di eroi. Sorprendente quanto coraggiosa è la scelta di creare un rapporto diretto tra Jonathan e Dracula. Il loro duetto prende presto il sopravvento sulla semplice love story, creando una sotto-trama pregna di contrasto tra i due personaggi che muovono l’azione con semplicità senza grandi colpi di scena, facendo funzionare la pellicola in maniera eterogenea.

Dženndi Tartakovskij, regista russo delle Superchicche e di Star Wars: la guerra dei cloni, ci regala un'animazione dal tratto caricaturale che riprende il vecchio disegno in stile Hanna&Barbera mescolandolo con uno stile grafico, nei fondali, preso a piene mani dai prodotti Nickelodeon.