Vuoi dirci cosa nella tua vita ritieni abbia maggiormente catalizzato la tua natura di scrittore?

Scrivo perché ho sempre amato leggere. Sviluppare giochi è stato divertente per un periodo, ma ci ho perso interesse quanto il processo creativo ha iniziato a venir limitato dalle richieste corporative. Puoi solo fare tante versioni dello stesso gioco, sino a che inizia ad opprimerti.

Come il tuo background di sviluppatore di video-game ha influenzato la tua scrittura (sempre che lo abbia fatto)?

Non credo lo abbia fatto. Scrivere storie per i giochi è stata per me la partenza.

La tua vita di scrittore è iniziata ufficialmente nel 2006, con la pubblicazione e il conseguente successo di Scar Night. Il libro è l’inizio di una saga conosciuta come “Deepgate Codex”, che a tutt’oggi, conta anche Lye Street, un racconto illustrato, e Iron Angel, il secondo episodio. Scar Night e Iron Angel sono stati tradotti anche in Italia (Il raccoglitore di anime e Il dio delle nebbie). In quali paesi sono venduti i tuoi romanzi? E dove sono più apprezzati, dalla critica e dai lettori?

Non ho realizzato in quanti paesi i libri sono stati venduti sino a che non ho iniziato a ricevere email da tutto il mondo, per quanto una parte di me tuttora pensi che quei messaggi possano essere un inganno degli editori, destinato a stimolarmi. Ci sono state alcune buone recensioni sia dalla critica che dai lettori, mi fa piacere dirlo. Sono semplicemente felice quando qualcuno si diverte con i miei libri: rende meritevole tutto il duro lavoro.

Quando e come è nata la saga di Deepgate? Sono in particolar modo curioso di conoscere la genesi della città delle catene (Deepgate è una città “appesa” su un abisso). Qualche ispirazione dal mondo reale nel dipingerla?

Ho avuto l’idea per Il Raccoglitore di anime mentre stavo in un ostello a Budapest. Non sono sicuro da dove

davvero salti fuori l’idea, ma all’epoca ascoltavo un sacco di roba dei Pixies, perciò potrei forse dare la colpa ai testi di Frank Black. Ma è solo una supposizione. Sul serio, non ne ho davvero idea. Un mio amico ha detto che Deepgate ricorda un po’ Edimburgo, senza catene. Il che potrebbe anche essere vero: ho vissuto a lungo, ad Edimburgo.

Andiamo più in profondità nei libri. Vuoi per favore introdurre i lettori che non ti conoscono la trama de Il Raccoglitore di anime?

Il Raccoglitore di anime parla di un angelo chiamato Dill al quale viene negato il volo, e dell’amicizia che s’instaura tra lui e il suo sorvegliante, l’assassina Rachel Hael. La città è asserragliata una volta al mese, quando un uccisore immortale viene puntualmente a reclamare una vittima. Ma quando i cadaveri iniziano ad apparire anche in altri momenti del mese, qualcuno inizia a sospettare che il responsabile sia un secondo omicida. Il libro narra inizialmente di come Dill e Rachel vengono coinvolti nell’investigazioni e poi degli eventi che seguono.

Se dovessi promuoverti da solo, quali sono i tre aggettivi migliori che troveresti per Il Raccoglitore di anime?

Grande, rosso e cartaceo.

Questa è la ragione per cui non sono un pubblicitario.

La tua narrativa conta su tanti personaggi, ognuno dei quali con la sua storia soggettiva e la sua personalità distinta: è chiaro quanto tu dia una cura profonda ai tuoi attori. Secondo me, talvolta prendono persino il sopravvento: agguantano le redini della trama, diventando padroni della scena più della storia stessa.

Sì, ho provato a narrare ogni scena dal punto di vista del singolo personaggio, il che spero fornisca una migliore prospettiva dall’interno dei personaggi stessi. Ma qualche volta essi fanno cose che non ci si aspetta, e vogliono portare la storia in una direzione differente. Talora può essere frustrante, ma i protagonisti prendono sempre la “loro” strada.

Andiamo avanti parlando di alcuni di loro, partendo dal primo romanzo, Il Raccoglitore di anime: Dill, il giovane e ingenuo angelo, Rachel, la Spina non “temprata”, Devon, lo scienziato pazzo, Sypes, il sacerdote e – ovviamente – i miei favoriti di lettore: Mr Nettle e… Carnival!

Dill vorrebbe essere un guerriero, ma non è propriamente il tipo del combattente. E’ il genere di persona portata a credere che le “Regole sono regole”, e in questo caso le regole dicono di no. Le prospettive per il suo futuro non vanno oltre un’esistenza ingrata, da animale allevato in cattività, fino a che non incontra Rachel.

Lei è un’assassina, formata per cacciare e uccidere una creatura particolarmente brutta e pericolosa. E’ diventata così disillusa dalla sua carriera da essere pronta a commettere un suicidio emozionale per sfuggire alla situazione. Ha più in comune con le sue vittime che con i sicari suoi compagni.