Quanto al tema Martin ricorda come, fin dai tempi della saga sumera di Gilgamesh o da quelli dell’omerico Achille, le persone si sono sempre raccontate storie relative alla guerra. Guerrieri, soldati e combattenti hanno sempre affascinato ogni cultura e ogni tradizione, e si trovano in tutti i generi. Nelle pagine di Warriors si trovano guerrieri di ogni forma, taglia e colore e di tutte le epoche storiche, di ieri, di oggi e di domani, e di mondi che non sono mai esistiti. Alcuni racconti rendono tristi, altri fanno ridere, molti, semplicemente, tengono il lettore incollato alle pagine.

Pat di fantasyhotlist.blogspot.com, sempre informatissimo sulle pubblicazioni in inglese, evidenzia come il problema principale di questo tipo di antologie è che al fianco di un paio di ottimi racconti in genere si trova roba di qualità inferiore, spesso priva d’ispirazione. Non è questo il caso: anche se alcuni racconti spiccano sugli altri, sono tutti interessanti. E considerando la varietà di generi presenti, tutto funziona particolarmente bene. Niente è puramente riempitivo in Warriors. Un’opinione simile è riscontrabile anche in molti altri blog, che parlano di un’antologia intensa e profonda nella quale spiccano comunque tanto alcuni momenti drammatici quanto altri decisamente umoristici. E i due curatori sembrano essere riusciti nell’impresa di armonizzare alla perfezione tanti testi molto diversi fra loro.

Si inizia a rimanere impressionati anche solo nel leggere i nomi degli autori presenti. Uno che avrebbe dovuto far parte del gruppo, però, manca all’appello. Fra gli scrittori contattati infatti c’era anche Tony Hillerman, autore di una ventina di thriller legati alla spiritualità indiana parzialmente tradotti anche in Italia ma ormai fuori catalogo. Hillerman si era dichiarato interessato al progetto subito prima di morire per insufficienza polmonare il 26 ottobre del 2008.

Il primo brano presente è la già citata introduzione firmata da Martin, Stories from the Spinner Rack. Un estratto del testo può essere letto sul sito della casa editrice: http://us.macmillan.com/warriors

Vediamo ora i racconti che compongono Warriors.

The King of Norway, di Cecilia Holland.

La Holland è autrice di romanzi storici, molti dei quali sono legati al mondo vichingo. Non sorprende perciò che il suo racconto sia dedicato proprio a un vichingo impegnato in una razzia. Non mancano ovviamente giuramenti avventati e violente battaglie navali. Quello che più interessa all’autrice, però, è mostrare le capacità autodistruttive di questo stile di vita, e interrogarsi sull’onore e sul prezzo che determinate circostanze richiedono di pagare.

Un estratto è disponibile sul sito della casa editrice: http://us.macmillan.com/warriors.

Forever Bound, di Joe Haldeman.

I romanzi di Haldeman, autore della fantascientifica Serie della guerra eterna, non riescono a trovare un loro posto nelle librerie italiane. Il vuoto è parzialmente coperto dalla collana Urania, che in quest’ultimo paio d’anni ha portato diverse opere dello scrittore statunitense nelle nostre edicole. Anche per lui l’ambientazione è quella consueta, con una guerra in un lontano futuro e un gruppo di giovani reclute alle prese con soldati meccanici.

The Triumph, di Robin Hobb.

Nella sua carriera Margaret Astrid Lindholm Ogden ha scritto numerosi romanzi, principalmente di urban fantasy sotto lo pseudonimo di Megan Lindholm, e di fantasy sotto quello di Robin Hobb. Per The Triumph ha scelto la firma con la quale è più famosa, ma si è allontanata molto tanto dai Sei Ducati in cui vivono i Lungavista quanto dal fantastico con le sue molteplici sfaccettature.

Il racconto è ambientato a Cartagine nel periodo della Prima guerra punica, combattuta fra il 264 e il 241 a.C., e vede fra i protagonisti il console Marco Attilio Regolo, assetato di battaglie, e Flavio. I due uomini sono divisi dalla loro condizione sociale ma accomunati dalla terribile vita di servitori di Roma. Uniti da circostanze che non possono controllare né ignorare, si trovano coinvolti in una vicenda dominata da battaglie e spargimenti di sangue, episodi che richiedono lealtà e un drago ispirato alla scrittrice da un episodio vero citato fra gli altri da Tito Livio e Dione Cassio.

L’episodio è menzionato anche in un libro moderno giudicato molto divertante dalla Hobb: Draghi – Una storia naturale di Karl Shuker. Ma, al di là della vicenda storica che ha fornito lo spunto di partenza, il racconto parla di amicizia, onore e coraggio e di come il fato possa separare e poi riunire nuovamente i due protagonisti.