Attenzione: gli effetti allucinogeni provocati dalla visione di Machete Kills equivalgono a quelli provocati da una massiccia scorpacciata di Peyote messicano.

Machete accade! 

Questa frase riassume una pellicola che non si può che subire e osservare mentre accade davanti ai nostri occhi in un tripudio di effetti speciali di serie B. Un susseguirsi di sequenze prive di buon senso quanto perfettamente inserite in un film che non ha alcun limite se non quello voluto dal regista. Ogni parola è studiata, ogni inquadratura non è casuale, ogni battuta ha un preciso rimando, il tutto per spingere Machete a un livello estremo di citazioni e auto citazioni che partono da Spy Kids, prima vera apparizione dell'agente segreto in pensione Machete Cortez, arrivando a Dal tramonto all'alba passando per tutti i James Bond con Roger Moore, Sin City, Star Wars e i film del suo inseparabile amico Tarantino cui dedica due sequenze prese da Kill Bill e Pulp Fiction. Una estremizzazione di rimandi che diventano vere e proprie ricostruzioni che strizzano l'occhio allo spettatore trasformando il momento cinematografico nell'aspettativa e la ricerca dell'ennesimo riferimento cinematografico. Robert Rodriguez e Danny Trejo stupiscono e lasciano senza parole in una pellicola prevedibile quanto godibile... In un voluto meccanismo di spettacolarizzazione che non perde un colpo sovvertendo gli schemi della narrativa ibridando i generi, partendo dal poliziesco polveroso passando per lo spy movie, arrivando alla fantascienza più estrema preparandoci per il terzo capitolo della saga: Machete Kills in Space.

Machete è! 

Inarrestabile, indistruttibile, immortale, uno spirito della vendetta che non si fermerà davanti a nulla pur di portare a termine la propria missione, per questo il presidente degli USA (interpretato da Charlie Sheen qui presentato con il suo vero nome: Carlos Estèves) lo invia in Messico per fermare un pericoloso terrorista bipolare con un missile puntato su Washington, scatenando una vera caccia all'uomo contro l'arma più letale di tutte (lo stesso machete) con un viaggio verso gli USA in cui il messicano affronta il pericolo Camaleonte (con il volto, via via, di Cuba Gooding Jr, Antonio Banderas e Lady Gaga).

Una lotta senza quartiere che porta l'eroe riluttante e impassibile verso nuove sfide contro un mefistofelico e divertito Mel Gibson, unico nemico dotato di veri super poteri, che l'eroe non riesce a sconfiggere definitivamente rimandando lo scontro finale alla prossima puntata dove ritroveremo certamente Michelle Rodriguez promossa sul campo al ruolo di "principessa da salvare".

Machete non tweetta!

La battuta più cool di un film che deve il proprio successo alla campagna pubblicitaria animata dalle mille donne di Machete: alle apparizioni deliranti di Sofia Vergata e Alex Vega si mescolano i ruoli decisivi di Selena Gomez e Jessica Alba, personaggi attraverso  i quali Rodriguez dimostra abilità nello strutturare sceneggiature apparentemente "da manuale", per poi decostruirle pezzo per pezzo in una girandola di accelerazioni narrative e colpi di scena apparentemente illogici che seguono un sentiero perverso di riflessi a rimandi indispensabili per portare avanti una trama in bilico sul filo del non senso, eppure alla fine, tutto torna, non c'è nulla di casuale, nulla di gratuito, nulla fuori posto, ogni tassello funziona, ogni frase è importante proprio come nei migliori B-movie.

Machete tornerà!

Rivedremo il truce messicano nel terzo episodio della saga, che tra machete laser e viaggi nello spazio, minaccia di portarci a un punto di non ritorno in cui Avengers vs Trasformers e Batman contro Superman potrebbero non essere più sufficienti a placare la nostra sete di quei sani deliri gratuiti che Rodriguez ama regalarci con rispetto per la nostra capacità di lasciarci andare davanti allo schermo e che noi amiamo per questo.