Il secondo è che alcune spiegazioni funzionano meglio se narrate in un flusso di coscienza piuttosto che in un dialogo. Il caso di Barristan Selmy è emblematico. Il cavaliere, già al servizio di Aerys il Folle e quindi presente di persona a numerosi eventi che hanno costituito da preambolo per la guerra che ha portato sul trono Robert Baratheon, compare già in A Game of Thrones. In quel romanzo però, e nel terzo, ser Barristan viene visto solo dall’esterno, attraverso gli occhi di altri personaggi. In una storia più semplice la cosa non avrebbe importanza, ma i fatti narrati da Martin hanno radici robustissime in quanto è avvenuto negli ultimi anni del regno di Aerys, perciò per il lettore è fondamentale sapere cosa sia avvenuto davvero. Peccato che coloro che conoscevano la verità, o parte della verità, stiano morendo senza sosta. Brandon Stark, Rhaegar e Aerys Targaryen, cinque membri della Guardia reale e Lyanna Stark molti anni prima dell’inizio della storia, Jon Arryn subito prima dei fatti narrati nei romanzi, poi è stata la volta (forse) di Benjen Stark, certo di Robert Baratheon, Eddard Stark, Hoster, Catelyn e Lysa Tully e Tywin Lannister, che erano stati protagonisti di eventi molto importanti e che ora non ci sono più, con la conseguenza che molte delle cose che sapevano sono morte con loro. Ci sono altri personaggi che potrebbero narrate storie interessanti, primo fra tutti quell’Howland Reed che si era recato a Torre della Gioia insieme a Eddard Stark ed era sopravvissuto, ma il padre di Meera e Jojen non è ancora uscito dalle sue paludi. Inutile dire che una sua eventuale comparsa farebbe molto piacere ai lettori.

Chi rimane è Barristan Selmy, presente a quel torneo di Harrenhal che ha dato origine a tutta la storia, ad Approdo del Re al fianco del sovrano e forse anche in seguito al fianco del suo erede, e poi a quella Battaglia del Tridente che ha dato una svolta decisiva alla guerra. I ricordi di Barristan che abbiamo visto sono incentrati proprio su Harrenhal e su quel che ne è seguito, anche se ancora non sappiamo tutto quello che vorremmo. Nuove informazioni arriveranno in futuro, ma perché Martin potesse iniziare a mostrarci quei ricordi ha dovuto entrare nella testa dell’anziano cavaliere imparando anche a vedere le cose come le vede lui. Facile a dirsi, meno facile a farsi, tanto è vero che Martin ha optato per questa soluzione solo dopo aver provato per parecchio tempo di narrare quello che era successo attraverso dialoghi fra Barristan e la sua regina. Tutti questi tentativi falliti vanno ad aggiungersi al lungo conto del tempo perso in vario modo nella scrittura del romanzo proprio a causa della struttura stessa del romanzo.

Se l’episodio mostra quanto sia stato logorante per Martin superare il problema di fornire le informazioni al lettore, è anche vero che il problema potrebbe non ripresentarsi più. Ormai Barristan – così come Jon Connington – è un punto di vista, perciò potrà continuare a narrare quanto avvenuto in passato, mentre è improbabile che George possa trovarsi nella necessità di creare (e di impiegare parecchio tempo nel farlo) un altro punto di vista per problemi analoghi.

Un altro problema legato ai punti di vista è quello della distanza che separa ciascun personaggio, e del modo in cui questa influisce nella storia.

All’inizio di A Game of Thrones tutti i punti di vista, con la sola eccezione di Daenerys Targaryen, si trovano a Grande Inverno. Pur così distante la sua trama è legata a quella di Ned, basti pensare alle discussioni di Eddard con Robert Baratheon sul matrimonio prima e sulla possibile maternità poi, della ragazza, e alle ripercussioni di queste discussioni. Già nella prima parte della storia i personaggi iniziano ad allontanarsi, in un primo momento con Eddard, Arya e Sansa che vanno a sud, Catelyn e Bran che rimangono a Grande Inverno e Jon e Tyrion che vanno a nord, e le separazioni non fanno che aumentare. Alla fine di A Dance with Dragons – considerando anche i personaggi visti per l’ultima volta in A Feast for Crows – abbiamo Bran da qualche parte a nord della Barriera, Jon (ammesso che sia ancora vivo) e Melisandre al Castello nero, Davos in rotta verso Skagos, Asha e Theon Greyjoy dalle parti di Grande Inverno, Aeron Capelli Bagnati presumibilmente nascosto a Grande Wyk (a meno che Euron non lo abbia assassinato, nel qual caso il capitolo di cui parleremo più avanti sarebbe precedente ad alcune fasi della storia che già conosciamo), Sansa nella Valle di Arryn, Brienne e Jaime nella Terra dei fiumi, Cersei ad Approdo del Re, Jon Connington al Posatoio del Grifone, Arianne Martell e Areo Hotah a Lancia del Sole, Sam a Vecchia Città, Arya a Braavos, Victarion Greyjoy in rotta verso Meereen, Tyrion e ser Barristan l’uno dentro e l’altro fuori dalla città di Meereen e Daenerys nel deserto da qualche parte non lontano da Meereen. Anche considerando gli ultimi quattro punti di vista come situati nello stesso luogo Martin deve comunque gestire dodici diverse ambientazioni. Impresa non facile considerando che ciò che avviene in un luogo si riflette inevitabilmente su quanto avviene in un altro.