Nicolaj Coster-Waldau e Isaac Hempstead-Wright nel primo episodio del Trono di spade
Nicolaj Coster-Waldau e Isaac Hempstead-Wright nel primo episodio del Trono di spade

Il primo episodio della prima stagione termina con un climax fortissimo: il giovane Bran scopre accidentalmente la relazione incestuosa fra la regina Cersei e il suo gemello Jaime e quest’ultimo, per evitare che Bran possa raccontare ciò che ha visto, lo butta giù dalla torre dove la coppia si era rifugiata. Quel momento, la caduta di Bran, è quello che ha catturato irrimediabilmente la maggior parte dei lettori – Benioff e Weiss compresi – e degli spettatori, e che li ha spinti a voler andare avanti per sapere quel che sarebbe accaduto. I personaggi realistici e convincenti e il fatto che nessuno può dirsi al sicuro sono quel che più di ogni altra cosa ha consentito a questa saga di entrare nel cuore delle persone. La morte di Eddard Stark a fine romanzo (e nel nono episodio della prima stagione), dopo che già tanti altri personaggi avevano fatto una brutta fine, conferma quello che con il tempo è diventato uno dei leitmotiv della serie: tutti devono morire. Per il successo dell’opera è stato fondamentale il susseguirsi degli alti e bassi per gli opposti fronti e l’imprevedibilità delle varie morti, anche se guardando la storia con il senno di poi si scopre che ogni evento è stato ampiamente pianificato e che era in fondo quanto meno intuibile.

Per interpretare i vari ruoli la produzione è riuscita a riunire un cast straordinario, con attori spesso sconosciuti se non proprio esordienti che si sono rivelati perfetti per la parte che dovevano ricoprire. A questo si sono aggiunte location meravigliose, una cura nei dettagli di costumi e scenografie attentissima ed effetti speciali realizzati così bene da risultare spessi invisibili donando un’impressione di veridicità e solidità a cose che nella realtà non esistono.

La prima stagione, fatti salvi i necessari aggiustamenti per passare da una forma espressiva a un’altra, è la trasposizione televisiva del primo romanzo, A Game of Thrones (Il trono di spade e Il grande inverno). La seconda stagione, basata su A Clash of Kings (Il regno dei lupi e La regina dei draghi), si prende qualche libertà in più a livello di trama ma anche di scansione temporale della storia. L’ultima immagine, con gli Estranei che si dirigono al Pugno dei Primi Uomini dove si trovano accampati i Guardiani della notte, è basata sulle prime pagine del terzo romanzo, A Storm of Swords. Questo perché la seconda stagione ha il suo momento culminante nella Battaglia delle Acque Nere del nono episodio, a cui fanno seguito alcuni necessari aggiustamenti negli equilibri di corte, e senza quelle ultime immagini non avrebbe una scena finale forte paragonabile alla nascita dei draghi dell'anno prima.

Un'immagine della battaglia delle Acque Nere nell'episodio di Game of Thrones vincitore del premio Hugo
Un'immagine della battaglia delle Acque Nere nell'episodio di Game of Thrones vincitore del premio Hugo

Il riscontro da parte del pubblico è stato ottimo, con un numero di spettatori compreso fra i 3,38 e i 4,2 milioni. La cosa era tutt’altro che scontata: serie che hanno iniziato benissimo come Boardwalk Empire hanno visto calare il seguito da parte del pubblico nonostante gli apprezzamenti della critica. La sfida per la produzione è stata quella di continuare a mantenere uno standard molto alto a livello visivo ma anche di riuscire a portare avanti le singole storie, rendendole tutte egualmente interessanti, anche dopo che i personaggi si erano allontanati fra loro al punto da non avere più alcun contatto. E se i problemi e gli intrighi nati nella prima stagione erano già parecchi, nuovi elementi – e nuovi personaggi – sono stati aggiunti con il proseguo della storia.

Le cifre sono state superate dalla terza stagione, capace di totalizzare un numero di spettatori compreso fra i 4,27 e i 5,5 milioni con un seguito totale di 14,2 milioni di spettatori, dato che la rende l’opera più seguita di HBO dopo la quinta stagione dei Soprano. Non solo, per il secondo anno consecutivo Game of Thrones è stata la serie televisiva più piratata, e quando il cofanetto della terza stagione è stato messo in vendita in Gran Bretagna, lo scorso mese di febbraio, è diventato la serie televisiva venduta più in fretta nell’ultimo decennio, ben 190.000 copie in una sola settimana. La terza stagione è stata anche quella con il maggior impatto emotivo sugli spettatori, che dopo il nono episodio si sono scatenati su internet in un modo che mai si era visto prima. Twitter è stato invaso di commenti di spettatori sconvolti, e in rete sono comparsi video dedicati alle reazioni degli spettatori che non avevano letto i romanzi realizzati da loro conoscenti che invece sapevano verso quali eventi si stava dirigendo la serie: