Nicolaj Coster-Waldau nella prima stagione del Trono di spade
Nicolaj Coster-Waldau nella prima stagione del Trono di spade

La famiglia Tyrell viene completata da Mace, figlio di Olenna e lord di Alto Giardino, che entra in scena nella terza stagione. Quelli che per Martin sono i suoi figli maggiori, il suo erede Willas e Garlan, sono invece stati eliminati da Game of Thrones con una delle tante piccole modifiche decise per rendere la serie meno complicata e dispendiosa. Chi rimane viene in parte modificato. Non Olenna, acuta e calcolatrice in entrambe le versioni, ma la Margaery televisiva è più grande rispetto a quella romanzesca e molto più smaliziata. Secondo Martin il personaggio interpretato da Natalie Dormer mostra come sarà la sua Margaery fra qualche anno. Altri personaggi invece cambiano e si evolvono sulla scena. Il caso più noto è quello di Jaime Lannister, lo sterminatore di re, magnificamente reso da Nicolaj Coster-Waldau.

Nel terzo episodio Locke, uno dei mercenari più brutali fra coloro che stanno cercando la loro fortuna nel caos dilagante dei Sette Regni, mozza a Jaime la mano della spada. La mutilazione, come anche i successivi interrogativi sulla propria identità – cosa resta di un cavaliere quando perde la mano della spada? – sono frutto della fantasia di Martin, ma poiché lo scrittore ha a disposizione i monologhi interiori Benioff e Weiss sono costretti a trovare un altro modo per mostrare l’evoluzione del personaggio e per far conoscere il pesante fardello che si porta dietro da anni. Lo fanno nel quinto episodio con una conversazione fra lui e Brienne che si rivela uno dei momenti più toccanti dell’intera storia. Da quel momento Jaime non è più gravato, per gli spettatori, dalla colpa di aver assassinato il suo sovrano, e anche il mancato omicidio di Bran che ha dato il via a tutti i successivi eventi viene rivisto sotto una nuova luce.

Non si può mai dire se un personaggio è buono o cattivo, questo è ciò che scrittore, sceneggiatori e tutti quanto lavorano in Game of Thrones continuano a ripetere. Per alcuni personaggi, Joffrey e Ramsay Snow, questo non è proprio vero, ma si tratta di due eccezioni in un cast incredibilmente ampio e ricco di personaggi complessi e sfaccettati. Un cast che si espande spesso con l'ingresso di nuovi membri ma che ne vede sparire molti altri perché sono numerosi i personaggi che muoiono nel corso della stagione. Personaggi creati da Martin, come il Comandante dei Guardiani della notte Jeor Mormont nel quarto episodio, e personaggi creati da Benioff e Weiss appositamente per la serie televisiva come la già citata Ros nel sesto.

Nicolaj Coster-Waldau nella terza stagione del Trono di spade
Nicolaj Coster-Waldau nella terza stagione del Trono di spade

La guerra, alla fine della terza stagione, sembra decisamente sbilanciata in favore dei Lannister. Con Stannis sconfitto e impegnato nella ricerca di una forza che difficilmente potrà acquisire, Robb e Catelyn morti e quel che rimane dell’esercito del Nord allo sbando, Sansa forzatamente sposata a Tyrion, Arya ancora dispersa in una terra pericolosissima e i Tyrell che hanno deciso di unire le loro sorti a quelle della famiglia dominante il trono sembra più che mai saldo nelle mani di Joffrey e della sua famiglia. La serie però ci ha abituati a vedere come situazioni apparentemente favorevoli possano ribaltarsi in un istante, caratteristica ricordata in un’intervista Maisie Williams: se i buoni vincono sempre la storia non può essere guardata perché è troppo noiosa, ma lo stesso accade anche quando sono i cattivi a vincere sempre.

Senza dimenticare i problemi di Jon Snow, recentemente rientrato fra i Guardiani della notte dopo essere riuscito a fuggire dai Bruti (e dalla sua amata Ygritte) o di Daenerys, impegnata nel cercare di donare la libertà a un popolo reso schiavo prima di andare a riprendersi il trono che era dei suoi antenati, è su quanto avviene ad Approdo del Re che ora è concentrata maggiormente l’attenzione degli spettatori. Le nozze rosse sono state devastanti, non tanto per il numero dei morti – sotto questo aspetto la Battaglia delle Acque Nere della seconda stagione supera le nozze rosse – quanto per la loro identità e la modalità in cui i vari personaggi sono stati uccisi. Il coinvolgimento emotivo degli spettatori è la prova di quanto i vari Robb, Talisa e Catelyn fossero reali ai loro occhi, ed è il tributo migliore a quanto realizzato dall’intera produzione. Ma la morte di alcuni personaggi non è e non può essere la fine della storia, e così con Two Swords gli spettatori sono tornati a seguire le vicende ambientate in una terra dove le stagioni possono durare anni interi e l’incubo peggiore che ci possa essere è l’arrivo del lungo inverno con tutto ciò che questo comporta.

Un'immagine del matrimonio reale dal secondo episodio della quarta stagione di Game of Thrones
Un'immagine del matrimonio reale dal secondo episodio della quarta stagione di Game of Thrones

Il primo episodio della quarta stagione è stato visto da 6,64 milioni di spettatori e ha mandato in tilt il sistema streaming di HBO a causa dell’altissimo numero di richieste, mentre Benioff e Weiss assicurano che questa è la stagione con il maggior numero di scene d’azione, che ci sarà una battaglia ancora più grande di quella delle Acque Nere e che l’intera trama sarà caratterizzata da così tanti elementi importanti che sarà impossibile indicarne uno solo come quello culminante. Il futuro appare quanto mai roseo con aspettative altissime e un nuovo matrimonio da celebrare, senza dimenticare però il motto di Casa Stark: l’inverno sta arrivando.