Di fronte a Star Wars: il risveglio della Forza il rischio di abbandonare la veste oggettiva è forte, fortissimo. Quasi quanto il richiamo del Lato Oscuro.

Il film di J.J. Abrams è, cronologicamente, la prosecuzione circa 30 anni dopo, di Il ritorno dello Jedi non solo perché ne continua la storia dei personaggi e del loro mondo, ma perché, dimenticando la cifra stilistica dei prequel di Lucas, ritorna al cinema analogico: modellini e movimenti di macchina si affiancano alla presenza discreta del digitale, per tornare a raccontare l'epica e l'avventura.

L'uso della pellicola non è un mero esercizio di stile “vintage”, bensì ha lo scopo di riempire gli occhi con le stesse scale cromatiche e le piccole imperfezioni che rendevano autentica la trilogia originale, togliendo quella patina di lacca digitale che aveva la seconda trilogia.

Il Millennium Falcon in Star Wars: il risveglio della Forza
Il Millennium Falcon in Star Wars: il risveglio della Forza

Ma il film di Abrams è, obiettivamente, un'autentica reimmaginazione sia visiva che narrativa del mito di Star Wars. La base Starkiller è un grandioso scenario per una battaglia emozionante. 

L'Impresa non era facile. J.J. Abrams per sua fortuna non è stato solo, ma affiancato da parecchi pilastri della saga originale: la produttrice Kathleen Kennedy, che ha rimesso in moto una macchina che fonda le sue basi sull'affiatamento di un gruppo di persone che sono rimaste amiche per sempre (il cast originale); lo sceneggiatore Lawrence Kasdan, memoria storica e autore di quell'Episodio V che ricorderemo per sempre come un capolavoro; John Williams la cui partitura musicale racconta da sola il film, ma unita alle immagini non è un supporto didascalico alla narrazione, ma una parte fondamentale, irrinunciabile. 

Il film è, come era plausibile trattandosi di un regista che si sente un fan tra i fan, ricco di citazionismo, della vera e propria evocazione dei tòpoi della serie originale. Pur tuttavia la storia riesce a renderli diversi quel tanto che basta per goderseli con divertimento.

John Boyega ed Harrison Ford in Star Wars: il risveglio della Forza.
John Boyega ed Harrison Ford in Star Wars: il risveglio della Forza.

Grande affiatamento e collaborazione sono osservabili nelle dinamiche che intercorrono tra i vecchi e i nuovi personaggi.

I nuovi arrivati, di entrambe le parti, sono molto impegnati a vivere “la loro storia”, a imparare sul campo le vie della Forza e del Lato Oscuro, con i “vecchi” che non sono lì per salire cattedra, didatticamente impegnati a pontificare. Sono invece più che altro “memorie storiche”, depositarie di saperi che nonostante il breve lasso di tempo sono andati perduti. Il loro vero scopo è aiutare aiutare i protagonisti ad aiutarsi, a trovare ciascuno la propria via, il proprio destino.

Come è successo a Luke prima con Ben e poi con Yoda, per esempio.

Gli scambi uno a uno tra i personaggi sono gestiti sia con tradizionali dialoghi in campo/controcampo che con movimenti di macchina coinvolgenti, che immedesimano nei punti di vista opposti mediante ribaltamenti graduali del campo. Sono la dimostrazione di una padronanza del linguaggio del cinema di un regista che ha imparato, e bene, la lezione del suo maestro e mito di riferimento Steven Spielberg, eguagliandolo.

Il nuovo caccia Ala-X in Star Wars: il risveglio della Forza
Il nuovo caccia Ala-X in Star Wars: il risveglio della Forza

Star Wars: il risveglio della forza è un film sul quale ora possiamo dire poco, ma posso essere facile profeta dicendo che verrà scritto tanto, verrà esaminato in lungo e in largo da appassionati e critici, ma ora, nell'immediatezza della comunicazione, non è il caso di analizzare oltre, pena anticipare le sorprese di una trama alle quali, lo dico con schiettezza, nessun trailer aveva realmente preparato.

Posso solo dirvi che il film di Abrams unisce tutti i registri che già riuscì a toccare L'Impero colpisce ancora, unendo alla rocambolesca avventura da feuilleton, l'epica e il dramma, in una miscela indissolubile che lo mette non solo al suo pari, ma che lo rende un grandioso e indimenticabile spettacolo. 135 minuti sostenutissimi che non lasciano respiro e scorrono come fossero pochi minuti.

L'attesa spasmodica del seguito diventa a questo punto inevitabile.