Pubblicato da Fabbri Editori, il romanzo Wonder Woman – Le origini scritto da Leigh Bardugo, vuole proiettare la figura di Wonder Woman dal mondo dei supereroi al centro dell’attuale dibattito sulle nuove forme di femminismo.

Se avete amato il film sulla supereroina amazzone, questo libro fa proprio per voi. Non bisogna, però, farsi ingannare dal titolo, perché non si tratta assolutamente della stessa storia cinematografica. Wonder Woman – Le origini esplora la mente e i sentimenti della protagonista con l’intimità che una pellicola non riesce a trasmettere.

La storia e l’ambientazione

L’autrice analizza in modo molto chiaro, semplice e genuino il personaggio di Diana, qui 17enne e mai uscita dall’isola di Themiscyra. La cosiddetta “figlia della Terra” è diversa dalle altre amazzoni, ragion per cui viene trattata diversamente dalle sorelle guerriere e temprate dalla battaglia. Diana, infatti, non si è guadagnata la propria immortalità, è nata per un capriccio (o desiderio) della madre e regina Ippolita; per questo si sente fuori posto, sente il bisogno di mettersi in gioco e di dimostrare il proprio valore per provare che si merita il proprio posto nel mondo e nell’isola.

Le motivazioni dunque che la mettono sulla strada per diventare Wonder Woman sono analizzate approfonditamente, con realismo e – paradossalmente – con tanta umanità: il cuore di Diana desidera la gloria. Non è un caso che ci sia un forte parallelismo tra lei e l’uomo, perché ciò che desiderano gli uomini è la gloria e per ottenerla sono disposti anche a iniziare delle guerre.

Fanno da cornice a questo racconto ambientazioni molto evocative e specifiche, quasi cinematografiche.  L’autrice utilizza parole capaci di rendere concreta e tangibile la realtà della vita di New York così come l’immaginario suggestivo delle idilliache spiagge di Themiscyra e della mitologia greca.

Lo stile e la narrazione

Tutto ciò che succede è raccontato in maniera lineare e fluida, Bardugo non ha bisogno di frasi prolisse per spiegare emozioni e situazioni: con poche parole ben scelte e posate esprime tutto. Le frasi sono incisive e brevi nelle scene d’azione, per una narrazione rapida e dinamica, e un risultato adrenalinico. I dialoghi sono fulminei, caratteristici per ogni personaggio. Il sorriso non manca e l’autrice sa come cogliere l’ironia di un’amazzone altissima e bellissima, (s)vestita in pelle, che gira confusa per New York sotto lo sguardo languido degli uomini americani.

Il libro è degno di un romanzo epico, perché Diana e tutto il suo mondo appartengono all’immaginario greco e questo elemento rende caratteristica e avvincente tutta la storia, con colpi di scena sorprendenti e che fanno sperare in un secondo capitolo.