Continua l'avventura del pistolero Roland e dei suoi nuovi compagni verso La Torre Nera. Dopo un intero capitolo dedicato a una sorta di arruolamento, la storia entra nel vivo dell'azione. E' certamente il romanzo più movimentato, più ricco di pericoli e personaggi bizzarri e pericolosi, nonostante un titolo che indicherebbe il contrario.

Ancora qualche tassello per un enigma infinito e pieno di fascino si aggiunge al mosaico dopo lo scontro con l'orso guardiano, quando il cavaliere rammenta le filastrocche di quando era bambino: ci sono dodici portali ai confini del medio-mondo, ognuno dei quali presieduto da un guardiano; da ogni portale parte un Vettore, linea immaginaria e magica, fino a congiungersi con il suo opposto; nell'intersezione dei sei vettori sta il centro di tutto, la Torre che regge l'equilibrio delle forze del medio-mondo e di tutti i mondi conosciuti. In questo la mente di Roland è ancora lucida, ma rasenta la follia quando ricorda di Jack, il figlio simbolico che ha già visto morire due volte ma che tornerà di nuovo nel suo ka per proseguire il viaggio.

Il terzo capitolo della saga, Terre desolate, non perde niente del fascino suscitato dai primi due romanzi. Stephen King continua a narrare la storia di questo strano mondo, in cui si fondono elementi western ad altri di magia, azione e pericolo all'ineluttabilità del destino. Il viaggio prosegue nelle lande dominate da morte e desolazione, alcuni enigmi vanno a posto, altri emergono, ma la meta sembra più vicina. Peccato solo che il romanzo si chiuda senza un finale, con il lettore che resta col fiato sospeso in attesa di conoscere le sorti dei personaggi in pericolo; peccato, perché non siamo di fronte alla puntata di un telefilm, non ci sarà il seguito la prossima settimana, né tra un mese.

La versione originale fu scritta nel '91, periodo in cui il re del brivido trasformava in oro tutto ciò che toccava. Non fa eccezione Terre desolate, che nonostante le cinquecento pagine si legge d'un fiato. Forse già a questo punto King avrebbe potuto stringere un po' di più i tempi e iniziare a incanalare la storia verso le fasi conclusive, eppure dopo aver chiuso il libro viene spontaneo sperare che di Roland di Gilead si possa sentir parlare ancora a lungo. Niente paura, non siamo ancora a metà del guado, la fine è ancora lontana... quasi tremila pagine!