Questa antologia presenta racconti di ambientazione eterogenea, non sempre fantastici, con il comune denominatore della bella scrittura. Ottima è la costruzione delle frasi e dei periodi, ampio il lessico usato. Sul fronte puramente letterario il lettore esce ampiamente soddisfatto dalla lettura.

Non starò quindi a ripetere, nella disamina di ogni racconto, quanto siano scritti bene. E' un dato comune.

Sul fronte narrativo ho accennato alla varietà di ambientazioni.

Abbiamo infatti racconti ambientati in vari periodi storici ma, nonostante le diversità, il tema comune è la sofferenza e la morte.

Schiette sono le descrizioni di sofferenze e malattie, diretto è il contatto con la Morte al quale Silvana De Mari sottopone il lettore.

A completare l'antologia un saggio sulla morte, dove l'autrice tenta di analizzare il perché la nostra società sembra avere perso con questo tema il rapporto che si ha con tutto ciò che è naturale.

Il risultato complessivo è un volume che si legge con consapevolezza che le metafore usate non vogliono solo distrarre il lettore con una piacevole lettura, ma farlo riflettere.

Veniamo al dettaglio dei racconti.

Il cavaliere, la strega, la Morte e il diavolo

Bel racconto, che deve qualcosa alla tradizione dei Pupi, ma qui piegata alla "poetica della morte" della De Mari. In realtà il racconto ha ben poco dell'enfasi dell’"opera dei pupi" con la quale condivide solo l'ambientazione.

La scrittrice sembra compartecipare molto delle traversie della presunta "strega", una "donna della medicina", che però è vittima dell'ignoranza e del pregiudizio. ****

Seravezza, Alpi Apuane, Toscana, 1526

Un racconto classico, una avventura scritta con i toni della favola. Una favola adulta, nella quale la ricerca di un tesoro è la metafora di una ricerca del protagonista in se stesso. Anche qui, come spesso capita, il viaggio serve solo a scoprire il tesoro non era poi così lontano. Ma il viaggio vale la pena ed è ben risolto il finale. *****

Roma 1692

Mutilazioni e sofferenza. I personaggi disprezzati dalla società, come le prostitute, si rivelano migliori delle istituzioni, soprattutto religiose, che compiono misfatti nel nome di Dio. C'è però una speranza che attende i protagonisti, che la troveranno nell'amore. Ma è troppo veloce lo scivolamento nel finale. ***

Capua 1860

Attraverso una storia di uomini, anzi di un uomo, si racconta la Storia. In un periodo storico che va dalla caduta della Repubblica Partenopea alla Battaglia del Volturno si racconta la storia delle traversie, delle miserie e della redenzione attraverso la sofferenza. Pur se triste il finale è consolatorio. ***

Santa Maria Capua Vetere, provincia di Caserta, 1943

Un altro importante momento della nostra Storia che fa da sfondo a delle vicende personali di un altro predestinato alla sofferenza, e che indaga su un mistero risalente al '600. Ma l'immagine tragedia della seconda guerra mondiale irrompe e darà all'umile sia una occasione di riscatto che di salvazione. ****

Una storia come tante

Una donna è chiusa in casa, a guardare la tv, crogiolata nel suo dolore per la perdita del figlio. Un riparatore di tv molto zelante irrompe nella sua vita quando l'apparecchio si guasta. E forse sarà l'occasione per la donna di tornare alla vita. *****

Egregio Dottor Babbo Natale

Un epistolario con la leggende infantile per eccellenza, alla quale ogni bambino fa finta di credere. L'epistolario pone a Babbo Natale delle domande retoriche, alle quali l'autore trova delle risposte. Però è concluso troppo sbrigativamente, con il personaggio principale che trova velocemente le risposte alle sue domande retoriche. ***

Cronache di vascello del capitano Aquindici, disperso sul pianeta dei barbari

Un alieno caduto sulla Terra attende di essere soccorso. Dotato di poteri telepatici entra in empatia con una giovane in coma. Sfondo fantastico, ma il racconto pone inquietanti domande sul tema dell'accanimento terapeutico, con una leggerezza che non è mai superficialità. ***

L’ultimo esame

Ancora dolore, malattia e sofferenza in questo racconto. Il più enfatico e retorico della raccolta. Esagerato e sopra le righe, nulla aggiunge alla poetica dell'autrice e stona messo accanto a racconti che hanno raccontato lo stesso tema con meno enfasi. **

Il muro di vetro: conversazione sulla morte

Anche questo mini saggio sulla Morte ha dei momenti che sembrano eccedere in enfasi. Pur tuttavia alcune riflessioni sul rapporto dell'uomo moderno con la Morte fanno riflettere e non lasciano il lettore come l'hanno trovato. *****